E' iniziata intorno alle 10 e 30 di questa mattina in una Grosseto blindatissima l'udienza per l'incidente probatorio sulla scatola nera della Costa Concordia naufragata sull'isola del Giglio il 13 gennaio scorso provocando la morte di 32 persone. Il Gip Valeria Montesarchio, ha aperto la seduta nel Teatro Moderno di Grosseto, sede appositamente scelta per procedere all'incidente probatorio. Un'udienza, quella che si è aperta oggi, che potrebbe durarae dai 3 ai 6 giorni, come stabilito dal gip. In tutto sono 9 gli indagati, tra questi, i presenti in aula oltre al comandante Francesco Schettino sono il suo vice Ciro Ambrosio l'ufficiale Salvatore Ursino e il responsabile dell'Unita' di crisi della flotta di Costa Crociere, Roberto Ferrarini .
L'udienza rigorosamente a porte chiuse seguirà il programma dettato nella mattinata: relazione dei periti sulla scatola nera con intervento delle parti, della Procura, dei legali delle persone offese e poi i difensori degli indagati. Misure di sicurezza sono state predisposte intorno e nei pressi del teatro reso off limits a telecamere e a giornalisti. All'ingresso invece sono stati installati dei dispositivi per la registrazione. L'interno del teatro che è in grado di ospitare più di 1000 persone è stato attrezzato con 3 maxi schermo, dai quali verranno trasmesse le immagini della maxi perizia.
Respinta l'eccezione proposta dall'avvocato del comandante Schettino di estendere l'incidente probatorio sulla nave al timoniere che, secondo la maxiperizia, non comprese un suo ordine di virata mentre veniva eseguito l'inchino davanti all'Isola del Giglio. La difesa rappresentata dall'avvocato Leporatti ha inoltre lamentato l'impossibilità di effettuare sopralluoghi sulla nave visibilmente alterata per via delle operazioni di rimozione. Dopo un'ora e mezza di sospensione il gip ha respinto ogni richiesta avanzata dalla difesa del Comandante.
Riprende così la relazione del collegio dei periti, presiedura dall'ammiraglio capo Giuseppe Dragone “Chi ha sbagliato deve pagare, e anche in maniera salata, sia dal punto di vista penale che del risarcimento dei danni economici ed ambientali, ma non vorremmo che lo spettacolo mediatico creato intorno all'udienza di Schettino finisca per mettere in secondo piano i lavori di messa in sicurezza della nave che sono già slittati di due mesi rispetto alla prima scadenza del 31 agosto”. Così Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente, sottolinea l'importanza di tenere i riflettori ben accesi sui problemi riscontrati anche dalla Protezione Civile sul fondale sottostante la nave Concordia e sui ritardi della messa in sicurezza che si sono accumulati rispetto al programma previsto. “I lavori di messa in sicurezza della nave hanno subito un ritardo dovuto anche – continua Gentili – alla presenza di forti irregolarità degli strati superficiali del granito sul fondo marino e di fessurazioni nella roccia sottostante, come ha fatto sapere la Protezione Civile.
Per questo è fondamentale completare con la massima velocità e attenzione questa fase dei lavori, al fine di evitare ulteriori ritardi con tutti i rischi che ciò comporta. Chiediamo pertanto alle autorità e alle istituzioni competenti di continuare a monitorare in maniera dettagliata e puntuale la messa in sicurezza della nave e di non distogliere l'attenzione da quella che è a tutti gli effetti una fase importante e molto delicata dei lavori. Si tratta di un lavoro molto delicato, mai tentato e che comporta rischi, e noi preferiamo porre l’attenzione su questo, sulla rimozione e lo smaltimento della Costa invece che sul futuro di Schettino che rischia di diventare il simbolo grottesco di un’Italia che vogliamo cambiare: quella degli inchini e dell’irresponsabilità verso l’ambiente e la bellezza”.