Firenze – Proseguono le audizioni della commissione regionale d’inchiesta sull’attività di affidamento dei minori a comunità e centri di accoglienza. La commissione presieduta da Stefano Mugnai (Pdl), vicepresidente Paolo Bambagioni (Pd), ha sentito la presidente del Tribunale per i minorenni di Firenze, Laura Laera. Al centro dell’incontro, le competenze e i provvedimenti del Tribunale nella lunga storia di affidamenti a persone della comunità del Forteto. “Il Pubblico ministero minorile ha chiesto la riapertura di una serie di fascicoli definiti – ha confermato Laura Laera –, i casi ancora aperti sono ormai pochi, i minori affidati che vivono attualmente al Forteto sono pochissimi, alcuni in tenera età.
Ci stiamo occupando delle valutazioni di idoneità, che sembrano carenti, non ho visto dossier approfonditi, né valutazioni accurate delle coppie destinatarie di affidamenti”. Dossier poco documentati, relazioni dei servizi sociali scarne e molto diradate nel tempo, queste le carenze subito evidenti nella generalità dei casi, ha spiegato la presidente del Tribunale dei minori, che ha ricordato alla commissione di aver “preso possesso della carica il 21 giugno scorso”. Più in generale, sempre partendo dall’esperienza del Forteto, le domande dei consiglieri – fanno parte della commissione anche Maria Luisa Chincarini (Idv), Monica Sgherri (capogruppo FdS-Verdi) e Dario Locci (Gruppo misto) – si sono concentrate sulle responsabilità del Tribunale, il collegamento con i servizi sociali, la capacità di controllo, i punti deboli del sistema degli affidamenti.
“L’inchiesta di questa commissione – ha osservato Laura Laera – può rivelarsi l’occasione per ripensare come un modo di procedere si concretizzi in scarsi controlli collettivi. Le responsabilità sono sicuramente molteplici, personalmente sono impegnata, già prima di entrare in contatto con la vicenda del Forteto, a fare in modo che il tribunale possa attivare un meccanismo di controllo e non perda di vista il destino dei minori una volta disposto l’affidamento”. A specifiche domande in merito alle frequentazioni di magistrati con la comunità del Forteto, la presidente ha risposto: “Posso parlare della mia condotta e assicurare che personalmente non ho nessuna intenzione di frequentare comunità.
In generale, ritengo che troppa contiguità con le strutture oggetto di affidi sia sbagliata”. La presidente ha sottolineato più volte “la necessita di terzietà del giudice minorile, quale si e' andata configurando negli ultimi anni con il superamento del vecchio modello del giudice amministratore”. “Emerge ancor più chiara la necessità di un maggior coordinamento tra Regione, Tribunale per i minorenni e sistema dei servizi. Una necessità condivisa dal presidente del Tribunale”, dice il presidente Stefano Mugnai, che nel corso dei lavori della commissione ha parlato di “collasso delle istituzioni nella vicenda del Forteto”.
“È altrettanto necessario – aggiunge – ripensare le modalità di valutazione dei soggetti destinatari di adozioni e affidamenti”. Sulla stessa linea il vicepresidente Bambagioni: “Il quadro del deficit istituzionale emerge con chiarezza: carenze nella selezione delle famiglie, carenze nei monitoraggi successivi, frammentazione delle competenze: tutto questo ha reso possibile il perpetuarsi della vicenda del Forteto. Tutto questo ci dice come sia sempre più importante arrivare alla definizione di un protocollo tra le istituzioni che permetta di colmare questi vuoti”.