Firenze– “L’impressione che mi sono fatta in questi mesi è che nel caso del Forteto gli affidamenti di minori abbiano un vizio d’origine: non esistevano i requisiti necessari previsti dalla legge nazionale e per questa ragione i ragazzi non avrebbero dovuto essere affidati a quelle coppie”. Questa la valutazione espressa da Grazia Sestini, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, che ha risposto oggi alle domande della commissione regionale d’inchiesta sull’attività di affidamento dei minori a comunità e centri di accoglienza, presieduta da Stefano Mugnai (Pdl), vicepresidente Paolo Bambagioni (Pd).
“In nessun caso – ha spiegato il Garante – i minori sono stati affidati al Forteto in quanto associazione, ma sempre a coppie. Tipici casi di affidamento familiare, dunque, nei quali, però, mancavano a mio giudizio i requisiti previsti dalla legge 149/2001: per loro stessa dichiarazione, non si trattava di coppie unite in matrimonio, coppie di fatto, single, ma secondo la terminologia da loro usata, si trattava di ‘famiglie funzionali’. È possibile che negli anni, questa è l’idea che mi sono fatta, anche la cultura del controllo si fosse per qualche motivo allentata”. Grazia Sestini ha spiegato alla commissione di essere stata interessata “dalla Procura della Repubblica” e di occuparsi direttamente “solo dei casi dei minori attualmente presenti in quella comunità o affidati a coppie che non vivono più lì”.
Per i minori attualmente affidati a persone del Forteto, ha detto ancora Grazia Sestini, “il Tribunale ha riaperto la valutazione di idoneità. L’auspicio è che il Tribunale per i minorenni faccia in fretta e che si costituisca prima un eventuale percorso alternativo”. Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza ha tratteggiato il quadro dell’affidamento di minori nella nostra regione, con le 111 strutture di accoglienza riconosciute e le strutture che godono di un regime speciale, come la Papa Giovanni XXIII, “che conduce una sperimentazione originalissima in accordo con la Regione Toscana”, o la Nomadelfia.
“A nessuna di queste – ha aggiunto Grazia Sestini – è equiparabile la realtà del Forteto”. “Dalle valutazioni del Garante per l’infanzia emergerebbe che, oltre a mancare i presupposti per gli affidamenti, al Forteto sono mancati anche i necessari controlli”, ha dichiarato Stefano Mugnai a conclusione dell’audizione. “Dal Garante sono arrivati suggerimenti e proposte di cui faremo tesoro nel completare il lavoro di questa commissione sugli affidamenti nella nostra Regione”.
Anche secondo Paolo Bambagioni “il Garante ha detto cose molto significative, utili alla ricerca dei difetti che hanno portato ai mancati controlli. I bambini affidati erano sotto la responsabilità del Tribunale per i minorenni e supportati dai servizi sociali. Il quadro si sta delineando, dopo aver sentito il responsabile dei servizi sociali della Regione e, oggi, il Garante per l’infanzia, la prossima settimana sentiremo Presidente del Tribunale per i minorenni di Firenze. Avremo così un quadro completo, anche per individuare le responsabilità di quanto è successo”. (s.bar)