Tragica battuta di caccia questa mattina, intorno alle 5:30. Un giovane di 32 anni è morto ucciso da un colpo partito accidentalmente dal fucile del padre. L'incidente è avvenuto nei boschi di Fiesole, in località Bagazzano. Una volta entrati nel bosco il padre è scivolato e dal suo fucile calibro 12 è partito un colpo. La vittima, Lorenzo Cerbone, era residente a Firenze. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Fiesole ed il 118. Domenica a Massarosa un bimbo è stato colpito di striscio da un pallino di un cacciatore nelle vicinanze di un'abitazione.
Il bambino ha otto anni e al momento dell'incidente era insieme alla zia, anche lei colpita da un pallino di rimbalzo. Le condizioni del bambino, colpito al volto, non sono gravi. “La stagione venatoria – dichiara Mauro Romanelli, Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà – è appena cominciata e già, anche nella nostra Regione, si contano feriti, un bambino a Massarosa, e addirittura un morto a Fiesole, un ragazzo ucciso dal padre durante una battuta alla lepre”.
“Si tratta – continua Romanelli – dell’ennesimo morto ucciso dalla fucilata di un cacciatore”. Questa attività brutale e cruenta, la caccia, che con la caccia tradizionale della civiltà contadina non ha proprio niente a che vedere, che foraggia e fa crescere l'industria delle armi, che chiede (e ottiene) dalla politica leggi anticostituzionali, deroghe, preaperture, contro il parere degli organismi scientifici, contro le direttive europee, facendo pesare le relative sanzioni su tutti i cittadini, che prende finanziamenti pubblici a pioggia, non tagliati in tempo di crisi, ha anche, tra le altre cose, l'effetto collaterale di far fuori ogni tanto anche qualche essere umano”.
"Molti cittadini in questi giorni mi hanno scritto per denunciare spari vicino alle case, a Fiesole e a Bagno a Ripoli, ed ecco che puntualmente ci scappa il morto" “Eppure quest’anno c’erano tutte le condizioni per un rinvio della stagione venatoria, dopo un’estate di siccità e incendi, con gli animali stremati e malati: si dovevano ascoltare gli appelli delle tante associazioni animaliste e ambientaliste e, soprattutto, rispettare il parere dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) che certifica il grave stress fisico della fauna”.
“Sarebbe stata un’occasione importante per ripensare i modi del cacciare, almeno quelli fuori da ogni misura e da ogni buonsenso, anche se personalmente abolieri completamente questa attività: come minimo, per tornare a una situazione normale, si dovrebbe porre fine alla deregulation venatoria, punire severamente chi non rispetta le regole, in primis i bracconieri, non concedere più deroghe per i piccoli uccelli, diminuire la pressione venatoria sulle specie migratrici, far rispettare la proprietà privata, aumentare le porzioni di territorio protetto, vietare qualunque preapertura, aumentare le distanze dalle zone abitate".
“E invece – termina il Consigliere Regionale di SEL – tutto resta come prima ed è recente la notizia che la Commissione europea non esiterà a portare ancora l'Italia di fronte alla Corte di Giustizia Ue e a proporre sanzioni economiche qualora fossero concesse nuove deroghe incompatibili con la direttiva per la tutela degli uccelli selvatici”.