Nello splendido complesso della Badia Fiesolana, sede tra l’altro dell’Università Europea, la visione è illimitata, amplissima e ben si sposa con il notevole paesaggio che tanto caro è ai loro abitanti, nonché alla massiccia presenza straniera che di continuo ‘sale’ per ammirare Fiesole. Tanti i tesori sconosciuti: “Fiesole Futura” scartabellando presso l’archivio comunale locale ha trovato un ricco patrimonio d’architettura moderna, per alcuni versi rivoluzionario – non certamente contemporaneo – che va dagli anni ’50 sino al ’70.
Abitazioni enormi, confortevoli, poggiate sugli splendidi ‘colli’, in tempi ove costruire era più facile grazie alla limitata burocrazia e senza tanti lacci dettati dai piani regolatori. Momenti non lontani dove eccellenti architetti, diciamo pure eccentrici ma dotati di buon gusto, lavoravano in mezzo a ‘cartine’ e progetti a fianco di altri operatori del mestiere. Ecco dunque l’avvio ai lavori rispettando rigorosamente i canoni dell’ambiente e del paesaggio ‘costruiti’ da quel ‘Movimento moderno” di “Scuola fiorentina” che operarono nel secondo dopoguerra.
Nomi eccellenti, quali Giovanni Michelucci, Leonardo Savioli, Raffaello Fagnoni, Rolando Pagnini, Edoardo Detti, Franco Bonaiuti, Riccardo Gizdulich ed altri ancora, capaci di rispettare i canoni urbani, operando tra case coloniche, ville patronali, muri a retta, filari di cipressi e coltivazioni di ulivi e viti. Nella mostra al chiostro della Badia, curata armoniosamente dall’architetto Fabio Capanni, è possibile osservare grafici e disegni originali assieme alle splendide fotografie in un codice linguistico molto scorrevole.
Una sorta di mosaico articolato e composito di opere datate ’52 – ’56, di proposte originali, in mezzo a tanta campagna, ben fotografata anch’essa, dove oggigiorno gli architetti moderni guardano con affetto e stima. Villa Conenna si distingue non solo per le vetrage della “Saint Gobain”, ma anche per quella costruzione su “roccia viva” che si ‘getta’ ai piedi di Firenze. “Casa Bucalossi” – è appartenuta all’onorevole Bucalossi – è dei primissimi anni ’60: accanto conserva letture poetiche del tempo con arredamento mirato, insomma, ad hoc. Villa Taddei è immersa tra gli ulivi: c’è pietra locale con cemento armato ‘faccia-vista’ con sinuose travi in legno; curioso ricordare che era chiamata “il Sottomarino” per la particolare torretta stondata.
Proseguendo il cammino, vedi “Villa all’ Olmo”, del ’65-’66, tanto imponente quanto slanciata: un vecchio rudere sul modello all’americana che diventò una magnifica abitazione, tanto che fu pubblicata su una importante rivista francese. ‘Autore’Riccardo Gizdulich, noto anche per il restauro del Ponte Santa Trinita di Firenze. Ancora avanti e ammiri la chiesa Montebeni di Fagnoni ove si respira un grande afflato poetico grazie alla luce zenitale di grande effetto, alla tessitura di opera che ricorda i modelli ‘corbusierani’: fu la sua ultima opera. Ecco la mano di un altro maestro, Govanni Michelucci che progetto la cooperativa con enormi spazi, fughe, sino a far “edificio che diventa città”.
Un grazie sentito va a Fiesole Futura - idee, cultura,risorse per la città - presente da tre anni nel territorio il cui scopo è quello di incrementarne la conoscenza. Ultimamente hanno proposto lavori di “Osservatorio del paesaggio”, l’Officina del racconto quali testimonianze orali e, prossimamente, si occuperanno di arte e sociale, qual griglia tematica visibile non solamente in Toscana ma anche in Italia ed all’estero. Attualmente le opere esposte assieme ad altre, si possono visitare sino al 27 settembre con tanto di visite guidate.
Info: 055- 46.85.399. di Carla Cavicchini