Domenica 16 settembre si apre ufficialmente la stagione venatoria e si è cacciato anche in preapertura, sabato 1 settembre. A nulla sono valsi gli appelli del mondo ambientalista per un posticipo in grado di ridurre l’impatto dell’attività venatoria su una fauna stremata da mesi di siccità, come d’altronde richiesto anche dallo stesso Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. I cacciatori calano di numero. In Toscana sono ormai recentemente (stagione 2010-2011) scesi sotto i 100.000, quando anni fa era stato superato il numero di 200.000.
Un più che dimezzamento che continua progressivo nel tempo. Da dati forniti dalla Regione Toscana, il calo medio annuo dei cacciatori toscani dal 2005 al 2010 è stato del 2.9 % (con valori annui compresi fra 1.7 e 3.5). Interessante vedere anche le classi di età di chi continua a praticare questa attività: il 52% dei cacciatori supera i 60 anni (e il 24%, quasi la metà di questi, supera anche i 70), solo il 3,6% ha meno di 30 anni e il 7,5 % è fra 30 e 40. «La complessa normativa che regola il settore venatorio deve essere conosciuta in modo approfondito da tutti i cacciatori e anche da chi cacciatore non è, ma vive ed opera in campagna.
Essa ha lo scopo essenziale di garantire non solo la compatibilità fra la caccia e l’ambiente naturale, ma soprattutto quello di tutelare l’incolumità degli uomini». Lo afferma Claudio Marrucci, responsabile del Nucleo Investigativo Antibracconaggio del Corpo forestale dello Stato, impegnato in questi giorni su tutto il territorio nazionale insieme agli altri reparti territoriali della Forestale in un’intensa attività di prevenzione e repressione del bracconaggio, soprattutto alle specie protette. Una costante e capillare attività, quella svolta dal Corpo forestale dello Stato, che ha portato dal gennaio 2010 a settembre 2012 ad accertare 2.246 reati, in aumento rispetto ai 1.516 del 2009, concentrati soprattutto in Puglia, Lombardia e Campania, dove rispettivamente sono stati 366, 350 e 278 i reati contestati.
In aumento anche le persone denunciate, che sono state 1.567 contro le 926 del 2009. Gli arresti sono stati 12, le perquisizioni effettuate 513. Sono stati accertati, inoltre, oltre 5 mila illeciti amministrativi per un importo totale delle sanzioni notificate pari a circa 1 milione di euro. Ecco alcuni consigli della Forestale per una caccia sicura: 1) Non cacciare, per un periodo non inferiore a 10 anni, sulle superfici boschive percorse da incendi; le informazioni relative a tali aree sono reperibili presso i catasti comunali; 2) Controllare meticolosamente lo stato delle armi, del munizionamento e dell’equipaggiamento personale e rispettare sempre le disposizioni sull’uso e/o sul trasporto dei mezzi di caccia; 3) Verificare le regolarità dei documenti necessari per l’esercizio venatorio (porto d’armi, licenza di caccia, assicurazione, tesserino venatorio regionale, etc); 4) Provvedere al pagamento delle tasse governative e regionali nonché a tutti gli adempimenti richiesti dagli ambiti territoriali di caccia (ATC) e dai comprensori alpini (CA), previsti dalle rispettive normative regionali; 5) Accertarsi correttamente di quali siano i confini di eventuali Parchi, o altre aree protette, all’interno dei quali è assolutamente vietata la caccia, e se siano presenti ulteriori zone di protezione “a cuscinetto” sul perimetro; 6) Documentarsi correttamente su quali siano i limiti dei propri ambiti territoriali di caccia e prestare la massima attenzione alle aree denominate Zona a Protezione Speciale (ZPS), all’interno delle quali l’attività venatoria è disciplinata in modo particolare, così come specificato nei vari calendari venatori provinciali, e alle zone umide, dove si ha l’obbligo di utilizzare munizioni con pallini d’acciaio; 7) Conoscere bene le disposizioni del calendario venatorio provinciale ed eventualmente dei regolamenti relativi alla raccolta funghi o di altri prodotti delle zone boscate; 8) Essere sempre certi delle specie selvatiche per le quali è consentito il prelievo venatorio; la selvaggina che non si riconosca, o che non si veda distintamente, non deve essere abbattuta; 9) Rispettare rigorosamente le distanze di sicurezza previste dalla legge per edifici, qualunque via di comunicazione, mezzi agricoli al lavoro nonché appostamenti di caccia fissi o temporanei; anche in caso di un minimo dubbio evitare ogni esplosione potenzialmente pericolosa; 10) Rispettare sempre l’ambiente circostante ed evitare di abbandonare rifiuti di ogni genere, ma soprattutto i bossoli delle cartucce, ormai tutti di materiale plastico; 11) Ricordarsi di detenere, trasportare e gestire i cani, da sempre i migliori “ausiliari” della stagione di caccia, in maniera rispettosa delle norme e delle loro esigenze comportamentali; 12) Si raccomanda, infine, il massimo rispetto delle colture agricole in atto. Per informazioni più dettagliate i cacciatori potranno rivolgersi ai Comandi Provinciali e ai Comandi Stazione della Forestale dislocati su tutto il territorio nazionale o chiamare il numero gratuito di Emergenza Ambientale 1515 a disposizione di tutti i cittadini 24 ore su 24. Poche parole molto esplicite e cariche di significato quelle con le quali il Questore di Grosseto ha negato alla LAV l’autorizzazione a svolgere il corteo pacifico ‘Basta caccia!’ previsto per domenica 16 settembre, giorno dell’apertura della stagione venatoria, lungo una pubblica strada di campagna a Principina, in zona di piena visibilità e priva di vegetazione: “Non si ravvisano – si legge nella comunicazione - condizioni di ordine e sicurezza pubblica tali da garantire il normale svolgimento della manifestazione” e “la situazione contingente potrebbe mettere a rischio l’incolumità di tutti i partecipanti”. La nota del Questore, in risposta alla regolare richiesta della LAV, che ha da tempo in programma il corteo, contiene affermazioni pesantissime e viene a conferma dell’effettivo pericolo pubblico costituito dai cacciatori, tanto che nonostante gli intenti assolutamente sereni si vieta a un gruppo di cittadini di passeggiare nelle campagne onde evitare incidenti. “E’ la conferma del grave pericolo che la caccia rappresenta per tutti – commenta Giacomo Bottinelli, responsabile LAV Grosseto – e assicurando la nostra fiducia nell’operato del Questore e del suo staff, ribadiamo che ognuno dovrebbe riflettere sull’effettiva minaccia che i cacciatori costituiscono, tale da spingere chi opera per la pubblica sicurezza a una simile decisione, certamente non presa a cuor leggero”. “Le condizioni in cui la caccia viene praticata e le persone che la praticano – prosegue Bottinelli – sono evidentemente ritenute dalla Questura un concreto fattore di pericolo, anche se ci si mantiene su una pubblica strada come quella scelta di Pian di Barca, senza ostacoli o vegetazione a frapporsi tra manifestanti ed eventuali cacciatori”. La LAV ha chiesto di spostare la manifestazione, in una rappresentanza limitata, sul lungomare di Marina di Grosseto sempre nella mattina di domenica, dove la speranza è che non ci siano armi da caccia cariche. “Per coerenza chiediamo alle istituzioni di prendere atto del parere della Questura e di dichiarare il coprifuoco in tutte le aree aperte alla caccia per tutto il periodo venatorio”, dichiara Massimo Vitturi, responsabile nazionale Caccia e Fauna Selvatica della LAV.
“Solo così si potrà davvero garantire l’incolumità di tutti quei cittadini che sottovalutando il pericolo potrebbero aggirarsi nelle campagne”. “Marina di Grosseto, devastata dagli incendi di questa estate – conclude la LAV – sarà luogo simbolo per ricordare che sono state disattese anche le richieste di sospensione della stagione venatoria avanzate dalle associazioni animaliste e ambientaliste per tutelare la fauna nelle regioni colpite dai roghi, ignorando un esplicito invito del Governo in questo senso”.