Cinghiali, caprioli e daini sono una minaccia per la sicurezza stradale. E non vanno in ferie mai. Le cronache, anche nelle ultime settimane, sono state costellate da una sequenza incredibile di incidenti provocati dall’attraversamento accidentale e maldestro degli ungulati con conseguenza, spesso gravi, sui cittadini e sulla loro sicurezza. Dal daino del Chianti (29 dicembre) al branco che ha investito, a Torre del Lago, nella zona di Viale dei Tigli, a due passi dal mare, una colonna di auto (10 gennaio) per arrivare al cinghiale che ha distrutto l’auto di una famiglia sulla Sp1 tra Laterina e Castiglion Fibocchi (6 gennaio), a Romito, nel livornese (27 dicembre) e nel grossetano (21 dicembre) dove un tir si è addirittura ribaltato nel tentativo di evitare un cinghiale.
I casi sono molti e non fanno quasi più notizia. In Toscana, e questo è un dato choc, dal 2001 sono stati oltre 3290 gli incidenti stradali causati dagli ungulati secondo i dati della Regione Toscana. Nella top three delle strade più frequentate dai selvatici la SR Pistoiese 66 dove sono stati denunciati 26 incidenti, la SP Della Trappola 40 nel grossetano (24 incidenti), la SR Umbro Casentinesi Romagnola 77 (23 incidenti) nell’aretino. Arezzo e Firenze con 600 eventi sono invece le Province toscane che hanno ricevuto il maggior numero di richieste di risarcimento di danni seguite da Grosseto e Siena, che hanno superato i 450 incidenti complessivi.
Dati choc che non sono ancora stati arricchiti dagli eventi che hanno caratterizzato gli ultimi due anni e che fanno tornare Coldiretti a chiedere di “aprire la caccia tutto l’anno”; soluzione questa che la principale organizzazione agricola è pronta a sostenere proponendo che siano direttamente gli agricoltori, muniti di regolare patentino, ad intervenire in presenza di ungulati o in alternativa cacciatori da loro incaricati. “Ad estremi mali, estremi rimedi – sentenzia Tulio Marcelli, Presidente Provinciale Coldiretti – questa è la posizione espressa durante l’audizione sui Praf, e questa sarà la posizione che terremo.
Non è più pensabile gestire un’emergenza di queste proporzioni con gli strumenti a disposizione. E’ evidente che non sono sufficienti. Esiste, come dimostrano i tanti, troppi incidenti, un problema di sicurezza anche per i cittadini. Non è solo una questione di agricoltura e di danni alle coltivazioni: il fenomeno ha proporzioni molto più ampie”. Gli agricoltori rivendicano, in vista del Consiglio Regionale della Toscana chiamato a discutere il Praf, un ruolo nella gestione dell’emergenza: “Siamo disponibili – spiega Marcelli – ad assumerci l’onore ed il compito di vigilare e segnalare alla provincia di competenza la presenza di danni e di ungulati.
Siamo anche disponibili a farci carico dei prelevamenti. Così non si può più andare avanti”. In Toscana parlare di emergenza è ormai riduttivo. “Tutte le azioni – conclude Marcelli - messe in campo sino ad ora sono state inefficaci”.