Si è dimesso. Il sindaco di Chiusi della Verna Umberto Betti (Pd) ha lasciato la presidenza della Società della Salute del Casentino anche, si legge nella sua lettera di dimissioni, «al fine di poter eventualmente programmare lo scioglimento della Società della Salute, stante la vigente normativa, e la conseguente nomina dei liquidatori». Lettera e delibera sono dell’11 luglio scorso, ma solo oggi il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl) è entrato in possesso degli atti e può darne notizia: «Gli atti delle Società della Salute sono per loro natura soggetti a pubblicità – spiega – e se si ha la pazienza di scartabellare alla fine le notizie si trovano.
Ed ecco quindi le dimissioni di Betti, annunciate la scorsa primavera con tanto di ultimatum se la Regione non avesse provveduto a sanare la situazione giuridicamente limbica nonché illegittima in cui le SdS si trovano ormai da quasi due anni. Scaduto il termine, Betti è passato dalle parole ai fatti e si è dimesso. Punto. Così in Casentino il Presidente Pd della società della Salute, evidentemente non una figura ideologicamente ostile alla creatura voluta dalla Regione toscana, è costretto a prendere atto del fallimento di questo strumento e dare le dimissioni». E ora? «Beh, dalle delibere si desume che si dovrebbe passare alla gestione associata da parte dei Comuni.
Del resto – spiega Mugnai – la sentenza della Corte costituzionale n. 326 del 17 novembre 2010 parlava chiaro: così configurata in forma di Consorzio fra enti, la SdS era illegittima e andava riformata. Non è stato fatto, costringendo sindaci e dirigenti a operare entro spazi di illegittimità, appunto, probabilmente confidando che la tolleranza dei sindaci compagni di partito non avrebbe avuto limite. E invece alla fine la rivolta è partita. Siamo certi che il Casentino non rimarrà un caso isolato.
Del resto è da tempo che il Pdl sostiene che il modello delle Sds sia ormai giunto al capolinea. Ebbene oggi il Pdl non rappresenta più una voce fuori dal coro, perché sono gli stessi sindaci e amministratori del Pd a far sentire le loro contestazioni da più parti della toscana. Si tratta di una posizione comprensibile – prosegue Mugnai – poiché da troppo tempo le Sds si trovano ad operare in un clima di incertezza non solo giuridica ma anche organizzativa, per cui non si definisce da nessuna parte chi debba fare cosa, quali siano i compiti, i ruoli e gli obiettivi di ciascuno.
Insomma, oggi auspichiamo che da parte della Regione prevalga il coraggio di compiere la scelta giusta ponendo fine a questa fallimentare esperienza, senza perseverare in un peccato d’orgoglio che finora hanno scontato i toscani in termini di spese inutili senza servizio. Il Casentino, in questo senso, si è portato un pezzo avanti».