"Cittadini sbigottiti al banco delle loro farmacie dinanzi ai nuovi ticket, e nei pronto soccorso 10 euro per chiunque venga sottoposto a indagini diagnostiche per immagini (rx, tac, risonanze…) senza essere ricoverato: ecco il frutto dell’ennesimo provvedimento frettoloso, raffazzonato, a cui la giunta regionale ha dedicato un’informazione scarsa soprattutto verso i cittadini più deboli". Non si fa attendere la presa di posizione del Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl) sugli effetti che l’attivazione, da ieri, dei nuovi ticket va producendo in Toscana. "Dalle segnalazioni dirette che ci arrivano – commenta Mugnai – purtroppo ci troviamo ancora una volta ad assistere allo spaesamento dei cittadini dinanzi all’introduzione di nuove norme.
Era accaduto anche lo scorso anno, sempre con l’introduzione dei superticket voluti da Rossi. Anche allora la manovra d’agosto aveva gettato nello sconcerto cittadini e operatori. E adesso ci risiamo. Vengono i brividi al pensiero di cosa accadrà, se questi rimarranno i livelli di informazione, quando da gennaio diverrà obbligatoria la certificazione Isee per accedere alle esenzioni. Il rischio è che i cittadini più deboli, gli stessi che statisticamente hanno maggiori difficoltà di accesso alle informazioni ma anche un più diffuso diritto alle esenzioni o a compartecipazioni di fascia bassa, si trovino inconsapevoli a richiedere prestazioni senza Isee, pagandole quindi come fossero nababbi.
Un’autentica iniquità". Il presidente della Regione Enrico Rossi, osserva Mugnai, ha sempre affermato di voler riformare nell’ottica della maggiore equità possibile: "L’obiettivo non appare affatto centrato – rincara il Vicepresidente della Commissione sanità – dal momento che, ad esempio, l’aumento dei ticket è generalizzato: un euro a ricetta per tutti. Peccato che in questa maniera le fasce di reddito più basse vadano soggette a un raddoppio dell’imposizione, mentre le più alte ad appena un terzo". Altro fronte, quello dei pronto soccorso: "Dopo uno stop and go micidiale sul ticket da 10 euro per la digitalizzazione dei referti per la diagnostica per immagini che fino a venerdì scorso doveva essere per tutti gli utenti, salvo il dietrofront dell’ultimo minuto dell’assessore alla sanità Luigi Marroni, oggi nei pronto soccorso siamo al paradosso.
In pratica, chiunque si presenti con qualunque codice ma non venga ricoverato, in caso abbia bisogno di un esame di diagnostica per immagini paga 10 euro. Punto. Ecco la contraddizione di una Regione che disincentiva i medici a ricoverare, magari ricorrendo allo strumento delle degenze brevi, ma poi stanga i cittadini che vengono rimandati a casa". "Intanto si procede continuamente tra fughe in avanti e ripensamenti. Quello sui 10 euro per la digitalizzazione, giunto a poche ore dall’entrata in vigore degli aumenti, è stato clamoroso.
Già però avevamo assistito alla retromarcia, innescata grazie al nostro lavoro di opposizione, sull’estensione del pagamento dei ticket fino al reddito Isee di 15mila euro. Insomma, anche se uno volesse informarsi, tenere il filo di certi percorsi cervellotici diventa particolarmente difficoltoso. Il motivo è che tutto viene fatto al solo scopo di far cassa per coprire costi d’apparato ormai insostenibili per la Toscana ma anche disavanzi nei bilanci nelle Asl, dai 400 milioni di Massa ai 10 milioni di Siena, passando per le centinaia di milioni di deficit composti dai bilanci 2011 delle varie Asl.
Per di più, si vessano i cittadini, senza centrare gli obiettivi: si pensi che, parola della giunta, dei 65 milioni e mezzo di gettito previsti lo scorso anno ne sono entrati effettivamente nelle casse regionali meno della metà. Non c’è da stupirsi, poi, se a fronte di prestazioni sanitarie pubbliche gravate da imposizioni esose e tempi d’attesa infiniti, sempre più toscani trovano più conveniente rivolgersi al privato"