Venerdì prossimo 31 agosto, per il secondo appuntamento della rassegna di cinema del reale 'L'Italia che non si vede' alla Festa Democratica di Firenze (in corso al parco delle Cascine), arriva 'Scorie in Libertà, l'incredibile avventura del nucleare in Italia', il nuovo lavoro di Gianfranco Pannone, che indaga sui lasciti materiali e morali del primo programma nucleare italiano. Alla proiezione sarà presente il regista. Interverranno, inoltre, Greta Barbolini, presidente nazionale di Ucca (Unione Circoli Cinematografici Arci) e Fausto Ferruzza (presdente di Legambiente Toscana).
Ore 21, presso lo Spazio Cultura – Libreria Rinascita della Festa Democratica di Firenze (Parco delle Cascine, Fi). Ascolto in cuffia. Le cuffie verranno fornite dai curatori della rassegna. 'L'Italia che non si vede' è una rassegna promossa da Arci e Ucca. La proiezione di 'Scorie in Libertà' è realizzata in collaborazione con Legambiente. Gianfranco Pannone, dopo Piccola America (1991) e Latina/Littoria (2001), torna nel territorio pontino, dove è cresciuto. Siamo a circa 70 chilometri a sud di Roma, in una terra meglio nota come la “palude redenta” voluta da Mussolini durante il ventennio fascista.
A Borgo Sabotino, nei pressi di Latina, nel 1963, in pieno Boom economico, fu costruita una centrale nucleare su progetto inglese, allora la più grande d’Europa, accolta da tutti con grande entusiasmo. Pannone, che, studente universitario, nella seconda metà degli anni ottanta fece parte di un comitato antinuclearista locale mobilitato per il referendum contro il nucleare in seguito alla tragedia di Chernobyl, rivede i vecchi amici di un tempo e indaga sulla storia del nucleare a Latina. Una storia che conobbe, tra l’altro, nei primi anni ottanta la costruzione di un secondo reattore sperimentale tutto italiano mai andato in funzione, il Cirene.
Mentre tra il 2010 e il 2011 si accende il dibattito in seguito alla decisione del Governo italiano di attivare con i francesi un nuovo piano nucleare a distanza di ventiquattro anni dal referendum che ne sancì la fine, l’incidente nucleare di Fukushima ridà fiato alla protesta degli ambientalisti. Un nuovo referendum popolare proclamerà il secondo stop del nucleare italiano, ma Pannone si preoccupa di indagare soprattutto sulle tante scorie, materiali e morali, che sono rimaste nel territorio intorno alla centrale nucleare e che non scompariranno a breve termine.