Sono oltre 107 le sezioni di scuola dell’infanzia “salvate” grazie all’intervento della Regione che, anche per il prossimo anno scolastico, ha deciso di intervenire con proprie risorse per coprire le spese necessarie a pagare gli stipendi per 215 insegnanti e garantire così, a settembre, un posto a circa 3 mila bambini che, altrimenti, sarebbero stati esclusi. Anche per il prossimo anno scolastico, infatti, le scuole dell’infanzia statali non sarebbero state in grado di accogliere tutte le richieste di iscrizione.
Per questo la Regione è intervenuta con 6,5 milioni di euro per garantire ai bambini toscani un posto alla scuola dell’infanzia. Se a questo si aggiunge il contributo di 4 milioni, in corso di approvazione, per assegnare, tramite i Comuni, alle famiglie che ne hanno diritto i “buoni servizio” per l’iscrizione dei figli all’asilo nido, sale a 10 milioni complessivi il costo sostenuto dalla Regione per quella che si può definire come “operazione 0-6”, ovvero un pacchetto di misure ad hoc per l’infanzia e la prima infanzia. “Le sezioni Pegaso e i buoni servizio per gli asili nido – afferma la vicepresidente della Regione con delega all’istruzione Stella Targetti – sono due modi di tradurre nella realtà l’impegno che abbiamo voluto prenderci come Regione Toscana: mettere al centro l’infanzia, perché significa investire sul futuro.
Un impegno che sentiamo ancora più forte in questo tempo di crisi e di tagli”. “A settembre – spiega ancora Stella Targetti – tre mila bambini potranno andare alla scuola dell’infanzia grazie all’impegno della giunta regionale. Purtroppo, da qualche anno, questo non è più, di fatto, un diritto di tutti: a causa dei tagli le scuole statali non possono più accogliere tutte le domande di iscrizione. Noi invece continuiamo a considerarlo tale e anche per l’anno 2012/2013 siamo riusciti a soddisfare quasi tutte le richieste”. Il decreto che assegna le risorse alle scuole che avranno le risorse per aprire sezioni Pegaso è già stato pubblicato.
L’impegno di spesa previsto è di 5 milioni e 736 mila euro (il resto – circa 800mila euro – servirà per le supplenze). Le sezioni attivate (in alcuni casi si tratta di riconferme, in altri di nuove sezioni supplementari rispetto allo scorso anno) sono in tutto 107,5 (mezza sezione significa che è stato assegnato un insegnante a completamento dell’orario), in tutto 215 insegnanti. Questo l’elenco delle 107,5 sezioni, ripartito per i territori provinciali: 8 in provincia di Arezzo; 13 Firenze; 2 Grosseto, 7,5 Livorno; 12,5 Lucca; 26,5 Pisa; 15 Prato; 14,5 Pistoia; 8,5 Siena.
I comuni interessati sono 78: 6 Comuni in provincia di Arezzo, 12 Firenze, 2 Grosseto, 6 Livorno, 9 Lucca, 18 Pisa, 7 Prato, 8 Pistoia, 10 Siena. Buoni servizio asili, un colpo che riduce le liste d’attesa La Regione ha impegnato 4 milioni di euro e si sta lavorando per mettere a punto il provvedimento che permetterà, grazie a queste risorse, di erogare il contributo per riduzioni sulle rette applicate dai nidi privati convenzionati e accreditati nei Comuni dove c’è lista d’attesa per le strutture pubbliche.
I contributi regionali vengono assegnati ai Comuni, che li erogano ai servizi convenzionati i quali possono così applicare sconti sulle rette per gli asili (da un minimo di 100 euro a un massimo di 250 euro al mese ad ogni famiglia). L’obbiettivo dei buoni servizio è quello di promuovere e sostenere l’accesso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro, nell’ambito di progetti di conciliazione fra vita familiare e vita lavorativa presentati dalle amministrazioni comunali nei casi in cui sia presente una lista di attesa per i servizi all’infanzia comunali o non siano attivi servizi per la prima infanzia.
I Comuni interessati sono 96: 6 in provincia di Arezzo, 32 Firenze, 4 Grosseto, 3 Livorno, 7 Lucca, 2 Massa-Carrara, 14 Pisa, 6 Prato, 12 Pistoia, 10 Siena. “Anche per la prima infanzia, cioè per i bambini sotto i 3 anni, stiamo facendo qualcosa di importante. Con questo provvedimento, infatti, contiamo di dare un bel colpo alle liste d’attesa per gli asili, sostenendo concretamente chi – penso soprattutto alle donne – ha bisogno di conciliare famiglia e lavoro. Se saranno confermati i numeri dell’anno scorso, le mamme che beneficeranno degli effetti dei buoni servizio dovrebbero essere circa 4 mila”.