Rivedere il piano di ristrutturazione di Poste Italiane, aprire un tavolo di confronto con gli Enti Locali, difendere i posti di lavoro scongiurando gli esuberi e tutelare i cittadini garantendo un servizio capillare sul territorio. Lo chiede l'on. Fabio Evangelisti, Segretario Idv Toscana, che ha depositato questa mattina a Montecitorio un'interrogazione al Ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, a proposito del discusso piano di ristrutturazione dei servizi presentato da Poste Italiane S.p.A.
che coinvolgerà, inizialmente, cinque regioni, tra cui anche la Toscana. "Il nuovo piano aziendale prevede una riorganizzazione complessiva che comporterà la soppressione di 1410 zone di recapito e la riduzione del numero degli addetti ai centri di movimentazione", spiega Evangelisti. "Soltanto in Toscana, che è in questo quadro la regione più falcidiata da questi tagli indiscriminati, si prevede la chiusura di ben 174 uffici postali. In pratica, si tratta di una chiusura ogni due comuni, con le evidenti ripercussioni che questa scelta avrà sui piccoli e piccolissimi centri". "Inoltre, rimanendo alla Toscana - continua Evangelisti - il piano di ristrutturazione prevede, solo nella nostra regione, la perdita di 600 posti di lavoro, che si possono tradurre nella riduzione di circa 500 porta lettere distribuita fra tutte le province e la parziale chiusura del Cmp di Pisa, con un ulteriore taglio di 130 posti di lavoro.
I tagli previsti, inoltre, porteranno inevitabilmente a un peggioramento della qualità del servizio postale in Toscana e in tutti i territori interessati, con una penalizzazione ulteriore per i comuni più periferici e le piccole frazioni, con danni proprio alle fasce più deboli della popolazione, come gli anziani che vedono nel presidio postale un riferimento territoriale". "Nonostante queste scelte di tagli indiscriminati - aggiunge Evangelisti - registriamo che Poste italiane, di cui è azionista al 100% il Ministero dell’economia, ha chiuso il proprio bilancio, quest’anno, con un utile di circa 810 milioni di euro: insomma, un vero paradosso.
In quanto azienda pubblica, inoltre, e in base agli accordi di programma sottoscritti con il Governo, Poste Italiane è tenuta a garantire i livelli occupazionali e a svolgere il servizio postale a beneficio di tutti i cittadini, ovunque essi risiedano, svolgendo anche un ruolo di presidio delle aree più disagiate, piccole o decentrate. A nostro avviso, dunque, quello di Poste Italiane è un piano inaccettabile, che colpisce un servizio fondamentale per i cittadini e profila un insanabile taglio occupazionale.
In un periodo di crisi come quello che sta attraversando il nostro Paese, un'azienda di proprietà della Stato come Poste Italiane, addirittura con bilanci floridi, dovrebbe prevedere percorsi di investimento e sviluppo, garantendo servizi e posti di lavoro". "Insomma - conclude Evangelisti - la decisione di Poste Italiane rappresenta una grave ingiustizia e l'ennesimo attentato ai diritti e alla dignità dei lavoratori. Per questo chiediamo al Governo di farsi mediatore a tutela e garanzia di queste centinaia di posti di lavoro e di un servizio fondamentale per tutta la cittadinanza". Un no secco alla ventilata chiusura degli uffici postali periferici e dei territori montani; disponibilità invece a collaborare per mantenere attivi i servizi ai cittadini. E’ la posizione espressa dalla giunta dell’Unione montana dei Comuni del Mugello con un ordine del giorno approvato nella seduta di ieri, nel quale si richiede anche l'immediata riapertura degli uffici postali di Casaglia e Bruscoli. “Negli ultimi anni la società Poste italiane spa - si legge nel documento - ha già avviato un processo di razionalizzazione del servizio, procedendo alla chiusura di diversi uffici postali, alla riduzione degli orari di apertura degli sportelli in molte aree del territorio nazionale, specie quelle geograficamente più svantaggiate”.
E ulteriori chiusure di sportelli porterebbero enormi disagi alla popolazione, “soprattutto per i residenti anziani, che si troverebbero a non poter usufruire agevolmente di servizi essenziali - si osserva -, quali il pagamento delle bollette o la riscossione della pensione, con la conseguenza di essere costretti a frequenti e difficili spostamenti, con un conseguente aumento di spesa e di disagio”. “Mentre Poste italiane sembra interessata a sottoscrivere accordi e stipulare protocolli con i Comuni delle aree urbane, al contempo pare del tutto disinteressata a dialogare con i Comuni delle aree limitrofe e della montagna”, rimprovera la giunta dell’Unione montana dei Comuni del Mugello che all’azienda ribadirà le “esigenze del mantenimento di un servizio essenziale quale quello degli uffici postali” chiedendo di “non procedere alle chiusure senza un previo confronto con le amministrazioni locali” e di “valutare nuove forme di collaborazione che impegnino le amministrazioni locali nell'espletamento di alcuni servizi essenziali laddove la stessa azienda sia intenzionata a non proseguire nello svolgimento della propria attività”, oltre che la riapertura immediata degli uffici postali di Casaglia nel comune di Borgo San Lorenzo e Bruscoli in quello di Firenzuola.