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Santa Trinita, l'orribile cordolo che salva la vita?

Il ponte storico diviso in due da un muretto di 20 centimetri. Scandalo, vergogna, imbarazzo. Ma c'è chi difende la decisione di Palazzo Vecchio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 agosto 2012 15:24

Fa discutere, e non poco, il rifacimento della pista ciclabile di ponte Santa Trinita. Il ponte è stato oggetto di restauro dopo un acceso rimpallo tra Comune di Firenze e Soprintendenza, con Matteo Renzi che ha sollecitato il ripristino delle spallette, ricoperte di graffiti, fino ad intimare allo Stato una ripulitura salvo pagamento di sanzione. Soprintendenza e Palazzo Vecchio hanno lavorato assieme per ripulire l'attraversamento del fiume riportandolo allo splendore della sua ricostruzione. Adesso a complicare tutto ci si è messo il cordolo di 20 centimetri che delimita la viabilità ordinaria da quella ciclabile (che dovrebbe essere ordinaria, ma tale non è). "Chiunque abbia percorso in bici la pre-esistente corsia ciclabile, separata da un striscia continua, sa che era abitudine consolidata di auto e moto invaderla, mettendo a rischio l'incolumità dei ciclisti e causando incidenti di varia gravità - spiega l'associazione fiorentina FirenzeInBici tra le più affermate e conosciute dai fruitori delle due ruote - Da adesso, grazie alla separazione in pietra, i pirati della strada non potranno più percorrere la pista ciclabile.

I pericoli sono dunque radicalmente ridotti, al contrario di quanto asseriscono i detrattori dell'intervento" Un rimedio dunque contro la falsa mentalità ciclabile dei fiorentini, spesso pericolosa perché subdola. Si invoglia il cittadino all'uso delle due ruote ma poi lo si abbandona agli eventi. Capita. Pericoloso però è anche il teorema applicato per giustificare l'intervento urbanistico: per difendere uno status non riconosciuto si attua una radicale trasformazione proibitiva. Una manciata di chiodi sopra le strisce pedonali farebbe fermare l'autista azzardato, così come dei pannelli di vetro davanti alle facciate ne impedirebbero l'imbrattatura.

Sottile, delicato è il limite tra decoro e degrado, tra rispetto e diritto. "Il cordolo in via di installazione - prosegue la nota di FirenzeInBici - è in sostanza uno stretto marciapiede, in pietra, esteticamente neutrale, simile a quelli già presenti anche sul ponte. Viene il sospetto che le alte grida non abbiano neanche atteso di vedere l'opera finita, manifestando così la loro pretestuosità. "Orribile" in realtà è la bolgia di traffico aggressivo ed invasivo che attanaglia Firenze, persino nel suo centro storico.

L'uso della bici, per fortuna già piuttosto diffuso fra i fiorentini, è una valida alternativa a cui dare più spazio e sicurezza, con la realizzazione di piste ciclabili protette dall'invasione continua e abusiva di altri mezzi di trasporto ed altri interventi sulla viabilità miranti a facilitare le bici e ridurre il grosso impatto negativo del traffico motorizzato. L'associazione FIAB Firenzeinbici invita gli amministratori a non cedere a pressioni poco qualificate, proseguendo nello sviluppo della rete ciclabile cittadina. I personaggi al centro della insensata polemica farebbero bene a spingere Firenze verso modelli di mobilità ormai consolidati in tutta Europa, con meno auto e moto, più trasporto pubblico, biciclette, aree pedonali, vivibilità.

E perché non sfruttare la torrida estate per dare un'occhiata al di là delle Alpi, dove città dal grande patrimonio storico hanno sviluppato la mobilità sostenibile con eccellenti risultati. Sarebbe un'occasione per tornarne a casa con idee e proposte ben lontane dalle risibili polemiche improvvidamente innescate". L'associazione Città Ciclabile difende la scelta del cordolo salva vita e nel ricordare quanto siano urgenti anche tanti altri interventi per garantire sicurezza ai circa 30.000 ciclisti cittadini, fa presente che "a rovinare il Ponte a S.

Trinita in maniera ben più grave è lo smog creato dai mezzi a motore che ogni giorno lo attraversano scatenando inarrestabili reazioni chimiche che degradano la pietre forte di cui e fatto questo come tanti altri monumenti fiorentini, un traffico che per decenni ha anche aggredito e rovinato i marmi del Duomo, dove questo degrado è drammaticamente più visibile. Chi si muove in bici invece, fra tanti rischi e difficoltà per piste ciclabili e posti sosta assolutamente insufficienti, oltre a salvaguardare la salute di tutti favorisce anche la conservazione di pietre e marmi dei nostri preziosi monumenti".

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