Firenze– “Con correttezza formale e sostanziale, per evitare qualsiasi polemica e pur con amarezza, il dottor Gianni Biagi, con lettera protocollata che metto a disposizione, ha manifestato la volontà di non occuparsi più dell’incarico di responsabile del progetto sulle buone pratiche per gli uffici giudiziari. Preciso comunque che sono venuto a conoscenza dell’incarico affidato a Biagi solo dal testo presentato dal gruppo PdL”. Così il governatore della Toscana Enrico Rossi ha risposto all’interrogazione di Giovanni Donzelli (Pdl) nella quale si chiedeva, tra l’altro, se è “corretto che un uomo sotto processo per corruzione, concussione e turbativa d’asta sia responsabile della gestione di quasi 67 milioni di euro di fondi pubblici e di scelte delicate come l’accreditamento delle agenzie di formazione”; ma anche per “conoscere il motivo per cui la Regione non abbia ritenuto, a scopo cautelativo, di attribuirgli temporaneamente un incarico di studio, in alternativa a un ruolo dirigenziale gestionale con responsabilità di una così ingente mole di fondi pubblici”. “Nella lettera protocollata inviata da Biagi – ha evidenziato Rossi – si precisa che dalla nomina di Francesco Maradei a presidente della II Sezione Penale ogni incontro è stato sospeso”.
“Questo a dimostrazione – ha continuato il governatore – dello spirito di servizio di Biagi e della assoluta correttezza dei rapporti con la stessa Regione che, peraltro, non ha esitato reagendo con tempestività su quanto veniva dichiarato nell’interrogazione e attivandosi per fare chiarezza”. Dura la replica di Donzelli: “Certamente gli uffici regionali erano a conoscenza del fatto. Forse lei, presidente, poteva non saperlo. Sono comunque soddisfatto del ruolo che l’opposizione riesce a svolgere, informando il governatore di fatti che evidentemente un difetto di comunicazione non riesce a veicolare”. Nel testo dell’interrogazione si ricorda inoltre che alcuni degli incarichi sono stati attribuiti dalla Regione a Biagi, tre giorni dopo le dimissioni dal ruolo di assessore in Palazzo Vecchio, che lo stesso Biagi aveva presentato in seguito al coinvolgimento nell'inchiesta di Castello.
“Tutti gli incarichi dirigenziali conferiti a Biagi – ha osservato Donzelli – sono sotto la firma e la responsabilità di Ugo Caffaz, capogruppo degli allora Ds in Comune a Firenze proprio negli anni in cui Biagi era assessore”.