Quale futuro per la sanità toscana alla luce della spending review? A questa domanda intende rispondere la commissione Sanità e politiche sociali del Consiglio regionale, presieduta da Marco Remaschi (Pd), che oggi ha indicato la strada da seguire, puntualizzando ruoli e responsabilità. “La spending review sembrava non dover intervenire in materia di sanità, a fine 2011 il Governo si era impegnato in questo senso – ha spiegato il presidente – ma le cose sono andate diversamente e con l’ultimo decreto c’è davvero il rischio di incidere sui servizi rivolti ai cittadini”.
Da qui l’annuncio di un confronto di merito con gli assessori regionali al diritto alla Salute Luigi Marroni e al Sociale Salvatore Allocca, previsto per il 26 luglio prossimo, “per conoscere quanto sta emergendo sulla stampa e quindi aprire un dibattito puntuale tra Giunta e Consiglio regionale, avendo ben chiari i termini della questione e affrontare il tutto con senso di responsabilità e appropriatezza, nell’interesse dei toscani”. “Sarà indispensabile concentrarsi sul Piano sanitario e integrato sociale, importante strumento di programmazione da rivedere alla luce del mutato scenario di riferimento – ha sottolineato Remaschi – i provvedimenti nazionali hanno di fatto superato questo strumento, che necessita di una approfondita revisione, in modo da certificare la coerenza e compatibilità con il monte risorse sul quale la Regione toscana potrà contare in futuro”. Per Remaschi occorre “una riflessione che sia propedeutica all’aggiornamento di un atto che, come strumento fondamentale di programmazione delle politiche socio-sanitarie per la Toscana, deve necessariamente garantire una totale corrispondenza col quadro finanziario di riferimento, corrispondenza che oggi appare venuta meno, per effetto dei tagli inseriti nella spending review”. L’intenzione è quindi quella di avviare un confronto in commissione – il 26 luglio prossimo - in stretto raccordo con Marroni e Allocca, per conoscere più nel dettaglio le linee di intervento che la Giunta sta studiando e per riuscire a tutelare qualità e quantità dei servizi socio-sanitari, in un quadro di equità coerente con le scelte operate in Toscana negli ultimi anni. Il richiamo di Remaschi al ruolo della politica, soprattutto in momenti difficili come quelli che sta vivendo il nostro Paese - che richiamano all’assunzione di decisioni ferme, chiare e rapide – è stato pienamente accolto dal vicepresidente della commissione Sanità e Politiche sociali Stefano Mugnai (Pdl).
“La pacatezza dei toni che contraddistingue da sempre il nostro presidente non può allontanarci dalla sostanza della sua presa di posizione – ha esordito Mugnai – e da parte nostra c’è la piena disponibilità ad un confronto serio sui temi della sanità toscana, che deve però entrare nel merito dei problemi”. Per il vicepresidente, non solo il Piano è superato dai fatti, ma è anche ferma una mozione che elenca una serie di questioni da risolvere. “Sono stanco di aprire i giornali e scoprire la sanità dei prossimi mesi – ha affermato – riappropriamoci del nostro ruolo politico e smettiamola di trattare temi così seri con gossip e sentito dire”. La commissione Sanità e politiche sociali del Consiglio, nell’interesse dei toscani, intende assumersi le proprie responsabilità, per contribuire a dare forma e sostanza alla sanità toscana. Il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani esprime preoccupazione per gli effetti che si potrebbero generare con l’eliminazione delle Società della Salute.
“Per quanto riguarda le aree montane - dice Giurlani – abbiamo sempre creduto che le Società della Salute rappresentassero lo strumento giusto per dare risposte importanti ai bisogni di salute dei cittadini toscani e migliorare complessivamente le prestazioni e i rapporti verso i cittadini in una visione di integrazione. Le modifiche legislative imposte dal Governo ed i pesanti tagli al sociale ed al sanitario – ha continuato Giurlani– rischiano di fermare il processo di sviluppo delle Società della Salute, e ora siamo preoccupati anche perché il lavoro svolto fino ad ora nel corso degli anni, ha permesso di costruire una struttura di coesione tra i territori in grado di produrre effetti benefici sui territori creando sinergie tra istituzioni, il rapporto diretto con i cittadini, con l’associazionismo, il volontariato, il terzo settore, generando interessantissimi e proficui progetti che nell’integrazione sociosanitaria vedevano il loro punto di forza”. Andare oltre la bozza di Piano sociosanitario presentata dalla giunta nel dicembre scorso dopo due anni di lavorìi vari e ferma da mesi in Commissione sanità e ricominciare da capo: lo chiede il Pdl? Oggi no: lo chiede il Presidente della Commissione sanità Marco Remaschi (Pd), che così si è espresso stamani in apertura della seduta della Commissione stessa.
Ne dà notizia il Vicepresidente di quella Commissione Stefano Mugnai (Pdl) che accoglie decisamente con favore l’iniziativa di Remaschi: «E’ ciò che chiediamo da tempo – afferma – soprattutto perché l’attuale bozza di Pssir è ormai superata dagli eventi. Per questo siamo felici di constatare che in alcuni esponenti della maggioranza prevalga il buon senso su una materia tanto delicata per i cittadini qual è la sanità. Per questo, in Commissione, ho domandato a Remaschi se questa sia una posizione sua personale, per quanto come Presidente assolutamente autorevole, o condivisa dal gruppo Pd e dalla maggioranza che su questo negli ultimi giorni esterna in ordine sparso». Magari ecco, piacerebbe se la discussione fosse ricondotta dalle colonne dei quotidiani dov’è adesso alle sedi istituzionali naturali che sono la Commissione sanità e il Consiglio regionale: «E’ importante – afferma Mugnai – che il dibattito sulla riforma della sanità non sia un rumor di stampa ma una discussione seria, politicamente e strategicamente ponderata non sui parametri della quantità di consenso cumulabile bensì del servizio sociosanitario producibile a vantaggio dei cittadini». Nel merito specifico Mugnai ha le idee più che chiare.
Sua la mozione giacente all’ordine del giorno della Commissione per espressa richiesta della maggioranza e che definisce una riforma sanitaria snodata lungo il binario del drastico ridimensionamento del ruolo della politica nella sanità. Nove i punti chiave: revisione del numero delle Aziende sanitarie, attualmente 12, con conseguente recupero di risorse che così, sottratte all’apparato, potrebbero essere destinate al potenziamento dei servizi; superamento della fallimentare esperienza delle Società della Salute; accorpamento degli Estav da tre a uno come il Consiglio regionale, all’unanimità, aveva già disposto approvando un anno fa una nostra mozione mai attuata dalla giunta; definizione puntuale della rete ospedaliera, ma anche di ruoli e funzioni tra Aziende ospedaliere e territoriali, così da evitare inutili sovrapposizioni e sprechi; ripensamento del modello per intensità creando un necessario equilibro con i servizi da erogare sul territorio; garanzia del diritto all’assistenza dei non autosufficienti; maggiore integrazione e pari dignità tra pubblico e privato accreditato con garanzia della libertà di scelta per i cittadini; valorizzazione del rapporto con il volontariato.
E su questi temi che secondo noi il dibattito dovrà caratterizzarsi». Rimane il dato politico: «L’approccio manifestato oggi da Remaschi – spiega Mugnai – è il medesimo che noi stiamo invocando da settimane, e per questo si presenta come elemento politico rilevante. Da oggi si inizia a scorgere la possibilità reale di marcare la necessaria discontinuità nella programmazione politica della sanità toscana, ed è ciò che noi chiediamo da anni. E’ il momento del coraggio. Il momento delle scelte.
Nell’interesse della salute dei cittadini, è giusto che si archivi l’epoca di una sanità toscana piegata agli interessi del consenso di un partito».