"La tecnocrazia al governo della nazione sta dando in questi giorni l'ennesima prova del cinismo con cui affronta tutte le questioni, considerando tutto e tutti come numeri e spese su cui tagliare per far tornare i conti. L'ultima trovata di Monti & C. riguarda la soppressione delle festività laiche dal calendario, a cominciare dalle feste patronali. Firenze quindi, nella fattispecie, per aiutare il governo dei banchieri a far quadrare i conti, si vedrebbe privata della ricorrenza di San Giovanni Battista, la tradizionale festa di Firenze e dei fiorentini.
Un qualcosa di assolutamente inaccettabile". Questo quanto dichiara il consigliere comunale del PDL, Francesco Torselli. "Questo governo tecnico - spiega Torselli - ormai lo abbiamo imparato a conoscere e sappiamo come ragiona. Tradizioni, sentimenti, identità, appartenenza, sono tutti valori dei quali ignora il significato, preferendo di gran lunga ragionare con il solo metro del PIL, del debito, delle spese e dello spread. Ma la gente non è così e non si può pensare che sia pronta a rinunciare a tutto in nome dei conti che devono tornare". "Dopo l'aumento delle tasse, - prosegue l'esponente del centrodestra - l'aumento del prezzo della benzina, l'introduzione dell'IMU, i provvedimenti sulle transazioni bancarie, adesso il governo Monti ci chiede di rinunciare perfino a quel giorno all'anno in cui ciascuno di noi si sente fiero ed orgoglioso della città dove è nato e cresciuto.
Un provvedimento che mi pare, oggettivamente, esagerato". "Lunedì prossimo - conclude Torselli - presenterò una risoluzione in consiglio comunale per chiedere al Sindaco Renzi di adoperarsi con ogni mezzo in suo possesso per difendere la festività di San Giovanni Battista che, da sempre, è sinonimo di Firenze. Come per il patto di stabilità, quando Renzi si disse pronto a sfidare tutto e tutti per sforarlo, adesso vogliamo che la stessa caparbietà e determinazione, il nostro primo cittadino la metta in campo per difendere una delle tradizioni, se non la tradizione, più bella della nostra città.
Caro Monti, di sacrifici ne abbiamo già fatti tanti, tutti, ma non chiederci di sacrificare la nostra identità ed il nostro sentimento di appartenenza alla nostra terra. Giù le mani da San Giovanni".