Le imprese toscane virtuose potranno avere uno sconto sull’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive: una possibilità in più, a disposizione nel momento in cui sarà scritto il bilancio annuale. Ma soprattutto per tutte ci saranno procedure più snelle e minori oneri amministrativi per l’accesso ai contributi regionali, il che potrà aiutare ad attrarre in Toscana investimenti di aziende oggi non presenti. Comprese le più grandi. Ci sarà un fondo unico per tutte le imprese: il che consentirà di evitare che, nel caso di risorse avanzate su una particolare misura, queste non possano essere immediatamente riutilizzate per sostenere altri interventi sul fronte dello sviluppo economico.
Sono state ridefinite pure le procedure di revoca dei contributi e delle sanzioni nel caso di tardivo o non utilizzo. E poi spazio a nuovi strumenti, come i contratti pre-commerciali, per sostenere i potenziali innovativi. Sono alcune delle novità della legge sulla competitività in discussione oggi in consiglio regionale, testo che integra e modifica la legge del 2000 che disciplina gli interventi in materia di attività produttive. “Un testo, votato a larghissima maggioranza in cui è stato tenuto conto delle diverse proposte di legge e dei contributi venuti dal consiglio regionale e che può portare un contributo importante al rilancio dello sviluppo della Toscana.” sottolinea l’assessore alle attività produttive della Toscana, Gianfranco Simoncini.
Parole chiave: semplificazione, innovazione e ricerca, reindustrializzazione e infrastrutture a sostegno (compresa la riqualificazione di aree dismesse), agevolazioni fiscali e competitività. “In una regione come la Toscana, ma non diversa è la situazione in altre parti d’Europa, l’intreccio tra piccola, media e grande impresa è fortissimo – commenta Simoncini -. Ci sono settori in cui senza le piccole non ci sarebbero sul territorio le grandi imprese. Ce ne sono altri in cui le grandi danno lavoro a numerosissime piccole imprese.
E poi ci sono le imprese dell’artigianato artistico. Con questa legge, dando attuazione allo small business act, promuovendo le reti di imprese, favorendo l’attrazione di nuove imprese nella nostra regione, evitiamo qualsiasi contrapposizione”. La legge si inserisce all’interno del piano regionale dello sviluppo economico 2012-2015, approvato anch’esso dal consiglio regionale. Il Piano regionale di sviluppo economico, da parte del Consiglio toscano. A votare la delibera, i gruppi ed i consiglieri di Centrosinistra, contro quelli delle opposizioni di Centrodestra. Al Prse sono stati abbinati cinque ordini del giorno e una risoluzione.
L’ordine del giorno con primi firmatari Paolo Marini della Federazione della Sinistra e Marina Staccioli del gruppo Misto, firmato anche da tutti gli altri componenti della commissione Emergenza occupazionale, è stato approvato con la sola astensione di Antonio Gambetta Vianna della Lega Nord. In esso si chiede di facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese e di ogni soggetto interessato e di favorire l’intero comparto economico e produttivo al fine di stimolare la crescita e favorire la formazione dei giovani in collegamento con le richieste avanzate dalle imprese e registrate dalla commissione nei vari territori toscani. Respinti, invece, i tre ordini del giorno presentati da Gambetta Vianna, con i quali, fra le varie cose, si chiedeva l’istituzione di un marchio identificatore della produzione toscana, così come respinto è stato quello, con primo firmatario Nicola Nascosti del Pdl, con cui veniva chiesto di inserire nel Prse un progetto per lo sviluppo del distretto del mobile del Valdarno, della Valsieve e della Montagna Fiorentina. A maggioranza, inoltre, è stata approvata la risoluzione di sostegno al sistema produttivo e incentivi alle imprese. Il Prse considera necessario garantire la tenuta del manifatturiero in Toscana, assicurare risorse finanziarie per le piccole e medie imprese e semplificare le procedure.
Si tratta di un piano che, nelle intenzioni della Giunta regionale che l’ha proposto al Consiglio, cerca di intervenire su quattro elementi: l’innovazione, la dimensione delle imprese, il credito e l’internazionalizzazione. In questo senso, declinando le indicazioni contenute nel Piano regionale di sviluppo, il Prse punta a sostenere le attività di ricerca applicata e di sviluppo sperimentale, affrontare la questione dimensionale dell’impresa, sviluppare la competitività dei distretti e dei sistemi produttivi locali, nonché sviluppare il complesso del sistema terziario e sostenere l’attrazione degli investimenti diretti. A fronte di una domanda interna in difficoltà, secondo il Prse, occorre puntare sull’export, ma per essere competitivi a livello internazionale sono necessari prodotti di qualità e un maggiore trasferimento dell’innovazione tecnologica nelle imprese.
A questi obiettivi puntano i progetti integrati che coinvolgono il sistema moda, il progetto Prato, il distretto lapideo, il distretto cartario, i grandi poli industriali, settori tradizionali cui si affiancheranno anche interventi a favore di robotica e nanotecnologie. Sul fronte della dimensione aziendale, invece, il piano punta a favorire la nascita di reti di impresa, per l’accesso a servizi qualificati. Per il quadriennio di riferimento, il Prse prevede di attivare risorse per oltre 416 milioni. In sede di dichiarazione di voto sia Giuseppe Del Carlo dell’Udc che Nascosti del Pdl e Gambetta Vianna della Lega Nord hanno dichiarato il voto contrario dei loro gruppi.
Se Del Carlo ha parlato di “evidente carenze”, Nascosti ha parlato di “inadeguatezza” del Prse e Gambetta Vianna ha motivato il suo “no” con il “ritardo nella presentazione del piano”, con una “errata ripartizione delle risorse” e con il fatto che “tutte le linee di intervento sono attuate e realizzate più o meno con gli stessi strumenti normativi e finanziari usati da sempre e quindi non ci si può aspettare, adesso, risultati molto diversi da quelli, certo non positivi, che abbiamo visto nel passato”.