Dimostrata per la prima volta correlazione forte e consistente, altamente significativa, tra l’esposizione ai gas di scarico diesel e l’insorgenza di tumore del polmone in oltre 12.000 lavoratori di otto miniere negli Stati Uniti seguiti dal 1997 in poi dopo che erano stati esposti dal 1947 al 1967 senza che si abbiano nello studio informazioni sull’impiego di eventuali filtri anti-particolato. È quanto è emerso da uno studio di ricercatori del National Cancer Institute pubblicato recentemente sul Journal of the National Cancer Institute. “Questo studio – afferma il Prof.
Tirelli, direttore del Dipartimento di Oncologia medica dell’Istituto Tumori di Aviano - conferma l’aumentato rischio di tumori del polmone associato con l’esposizione a scarico diesel, che era già stato riscontrato in minatori in Germania nel 2009, nei lavoratori delle autostrade e nei lavoratori portuali nel 2004 e nei camionisti e nel personale addetto ai garage di autobus nel 1990. L’introduzione dei gas di scarico diesel nella categoria 1 da parte dell’OMS (sostanze cancerogene), che segue a questo studio, è di grande importanza per la salute della popolazione urbana mondiale (tenendo conto delle alte più alte concentrazioni di smog in città come Los Angeles, New York, Mexico City) e di quei circa tre milioni di lavoratori europei, non solo minatori, esposti a gas di scarico diesel.
In questo studio i risultati sono a prescindere dal fumo da sigaretta anche se poco ancora si sa dell’interazione tra le sigarette e l’esposizione a gas di scarico diesel. In relazione alla proibizione dell’uso delle macchine diesel proposta dal Codacons – prosegue Tirelli - sarei più cauto, in quanto i filtri antiparticolato, che sono sempre più utilizzati dalla loro introduzione nel 2000, riducono di molto la nocività delle emissioni. Comunque potrebbe essere sufficiente un utilizzo più cauto delle auto diesel (ma anche di quelle a benzina…) nei centri abitati, oltre a tener conto in modo più serio delle soglie di PM10, che spesso vengono superate senza alcun intervento, e che tutte le macchine diesel abbiano un filtro attivo antiparticolato.
Credo che il blocco del traffico, in particolare delle auto diesel, soprattutto di quelle senza filtro, quando si sforano le soglie consentite, dovrebbe essere un provvedimento da eseguire con molta più attenzione. Infine va tenuto conto che nel nostro vivere moderno dobbiamo convivere con tante sostanze potenzialmente dannose, sia nell’ambiente che nell’alimentazione e nei nostri stili di vita in generale, ma ci hanno comunque permesso un netto miglioramento della qualità della vita e senz’alcun dubbio un aumento della aspettativa di vita alla nascita che oggi sfiora i 100 anni”.