Tutto pronto ormai per il Toscana Pride, la manifestazione dell’orgoglio gay organizzata per domani, sabato 7 luglio dalle associazioni lgbtiq (lesbica, gay, bisex, transgender, intersex, queer) a Viareggio. La madrina dell’evento sarà Vladimir Luxuria. Si tratta della prima volta che in Toscana viene celebrata una manifestazione dell'orgoglio gay a carattere regionale. “In 80 Paesi del mondo – afferma l’assessore alle politiche sociali, Antonella Coniglio – ci riferisce Amnesty International, l’omosessualità è considerata un reato, in 8 di questi Paesi è punita con la pena di morte ed è ancora molto diverso negli Stati membri dell’Unione Europea l’atteggiamento verso l’omosessualità e la transessualità”.
“Per quanto concerne l’Italia – prosegue – il primo comma dell’art. 3 della Costituzione recita che ‘tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali’ . Forti di questi principi che riteniamo fondamentali- conclude l’assessore Coniglio – partecipiamo alla giornata di domani a Viareggio senza clamori, ma fermamente consapevoli di adempiere al nostro ruolo istituzionale”.
L’iniziativa è fortemente sostenuta anche dal Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci che, già nei giorni scorsi, ha invitato anche il Comune di Firenze a partecipare con il proprio Gonfalone alla manifestazione. Al Gay Pride di domani, a Viareggio, sarà presente Alessandro Cresci, coordinatore provinciale Fiorentino IdV e responsabile Dipartimento Diritti Civili IdV Toscana: "Chi parla solo di carnevalata, come i rappresentanti del Pdl toscano, e sfizi di chi sfila in perizoma e cappelli piumati, non conosce la storia della lotta per i diritti civili dei GLBT, parole che detonano una insensibilità e chiusura mentale cronica.
Si dovrebbero informare sulla triste storia, come ne succedono ancora oggi, a distanza di 43 anni, che sta alla base della manifestazione". Nella notte tra il 27 giugno e il 28 giugno 1969, allo Stonewall Inn, il locale nel cuore appartato del Greenwich Village, Manhattan, la polizia faceva una delle sue frequenti incursioni, manganellando a arrestando i presenti nel locale. Quella sera i gay reagirono e furono ore di tafferugli. I giorni successivi, picchetti di protesta e volantini di denuncia, ma soprattutto la prima marcia dell’orgoglio gay.
Il primo gay Pride Italiano risale a dieci anni dopo. Nel 1979, il collettivo Orfeo organizzò a Pisa il primo corteo in Italia contro le violenze subite da persone omosessuali. Episodi di violenza contro omosessuali erano frequenti e nell'estate del 1979 due ragazzi gay erano stati uccisi a Livorno. Il 24 novembre parteciparono circa 500 gay e lesbiche alla manifestazione, che rimarrà la più partecipata fino al 1994. "A distanza di 43 anni da quella data e di 33 anni dal primo Gay Pride italiano, in Italia la discriminazione contro gli omosessuali e transessuali è molto forte in termini di diritti civili e ancora molto frequenti gli episodi di violenza nei loro confronti.
L'estensione della legge Mancino verso questi reati è ferma al Parlamento da tempo. La battaglia per uno scatto di civiltà che ci riporti al passo coi paesi europei più evoluti in questo senso non finisce, anzi si rinnova tutte le volte che questa data ce lo ricorda". "Italia dei Valori e il dipartimento Diritti Civili IdV Toscana rinnovano l'impegno per l'approvazione della legge contro l'omofobia come da decenni richiesto dalle associazioni GLBT e presentata dall’Italia dei Valori alla Camera dei Deputati nel lontano 2010.
Ed è anche giunto il momento che l'italia legiferei sui matrimoni civili per le persone dello stesso sesso senza indugiare oltre". Al Gay Pride di domani, a Viareggio, sarà presente Alessandro Cresci, coordinatore provinciale Fiorentino IdV e responsabile Dipartimento Diritti Civili IdV Toscana: "Chi parla solo di carnevalata, come i rappresentanti del Pdl toscano, e sfizi di chi sfila in perizoma e cappelli piumati, non conosce la storia della lotta per i diritti civili dei GLBT, parole che detonano una insensibilità e chiusura mentale cronica.
Si dovrebbero informare sulla triste storia, come ne succedono ancora oggi, a distanza di 43 anni, che sta alla base della manifestazione". Nella notte tra il 27 giugno e il 28 giugno 1969, allo Stonewall Inn, il locale nel cuore appartato del Greenwich Village, Manhattan, la polizia faceva una delle sue frequenti incursioni, manganellando a arrestando i presenti nel locale. Quella sera i gay reagirono e furono ore di tafferugli. I giorni successivi, picchetti di protesta e volantini di denuncia, ma soprattutto la prima marcia dell’orgoglio gay.
Il primo gay Pride Italiano risale a dieci anni dopo. Nel 1979, il collettivo Orfeo organizzò a Pisa il primo corteo in Italia contro le violenze subite da persone omosessuali. Episodi di violenza contro omosessuali erano frequenti e nell'estate del 1979 due ragazzi gay erano stati uccisi a Livorno. Il 24 novembre parteciparono circa 500 gay e lesbiche alla manifestazione, che rimarrà la più partecipata fino al 1994. "A distanza di 43 anni da quella data e di 33 anni dal primo Gay Pride italiano, in Italia la discriminazione contro gli omosessuali e transessuali è molto forte in termini di diritti civili e ancora molto frequenti gli episodi di violenza nei loro confronti.
L'estensione della legge Mancino verso questi reati è ferma al Parlamento da tempo. La battaglia per uno scatto di civiltà che ci riporti al passo coi paesi europei più evoluti in questo senso non finisce, anzi si rinnova tutte le volte che questa data ce lo ricorda". "Italia dei Valori e il dipartimento Diritti Civili IdV Toscana rinnovano l'impegno per l'approvazione della legge contro l'omofobia come da decenni richiesto dalle associazioni GLBT e presentata dall’Italia dei Valori alla Camera dei Deputati nel lontano 2010.
Ed è anche giunto il momento che l'italia legiferei sui matrimoni civili per le persone dello stesso sesso senza indugiare oltre". Non poteva mancare al Toscana Pride l’attore e regista toscano Graziano Salvadori che domani, sabato 7 luglio, rappresenterà il cinema italiano con il suo film dal titolo “Sarebbe stato facile” sul delicato e mai come adesso attuale argomento dei matrimoni e delle adozioni nelle coppie omosessuali. Un tema come già evidenziato molto attuale e divenuto tale a seguito delle affermazioni del Presidente degli Stati Uniti Obama e del Presidente francese Hollande, entrambi favorevoli al riconoscimento dei pari diritti e all’abolizione di ogni discriminazione.
In particolare è di pochi giorni fa la notizia che Hollande concederà dal 2013 la regolarizzazione dei matrimoni gay e il diritto di adozione alle coppie omosessuali. Un bel traguardo che il precursore Salvadori fin dal 2010, anno dell’inizio della stesura della sceneggiatura del suo film, aveva auspicato e reso cinematograficamente parlando possibile, anche se in un futuro lontano. Quattro amici, due donne e due uomini, che per realizzare il sogno di formare una famiglia e avere figli, decidono di mettere in piedi due veri quanto finti matrimoni etero.
Nascondere l’omosessualità è basilare per garantire la tutela del proprio lavoro, ottenuto con tanti sacrifici, e per salvaguardare il buon nome delle rispettive famiglie. Tra mille peripezie, certificati fasulli e l’aiuto di un alto rappresentante della Chiesa , vera e propria mano della Provvidenza, si sviluppano gli intrecci di “Sarebbe stato facile”, una commedia all’italiana dall’elevato contenuto etico più che morale. Graziano Salvadori prenderà parte alla manifestazione dell’orgoglio gay, in rappresentanza del cinema italiano e come precursore nell’affrontare tematiche legate al movimento LGBTIQ, per presentare la sua opera prima attualmente in fase di editing (nelle sale arriverà probabilmente dal prossimo autunno) e per assicurare il suo supporto al Comitato Organizzatore e alle migliaia di persone che sfileranno in difesa della libertà individuale.