Nei giorni di giovedì 14, 21 e 28 giugno, dalle ore 12.30 alle ore 13.30, nella Cattedrale di Firenze si potrà osservare il passaggio del sole nello Gnomone ideato nel 1475 da Paolo Dal Pozzo Toscanelli detto anche “novello Tolomeo”, restaurato dal Padre gesuita Leonardo Ximenes nel 1754. L’iniziativa, che si svolgerà anche in caso di cielo coperto, è a ingresso gratuito con accesso dalla porta dei Canonici (davanti a via della Canonica) ed è promossa dall’Opera di Santa Maria del Fiore con il coordinamento scientifico del Comitato per la Divulgazione dell’Astronomia, del Dipartimento di Fisica e di Astronomia dell’Università degli Studi di Firenze e del Museo Galileo, Istituto e Museo di Storia della Scienza. Lo gnomone nel Duomo di Firenze, nel suo genere, è il più grande nel mondo con i suoi novanta metri di altezza, utilizzato con alterne vicende per oltre 300 anni; fu progettato per individuare il momento esatto del solstizio e quindi determinare la durata dell’anno solare. La sua altezza e' tale che i raggi del Sole, passanti per il foro, colpiscono il pavimento della chiesa solo in un periodo che va dalla fine di maggio a quella di luglio di ogni anno, solo per pochi minuti prima e dopo mezzogiorno.
In questo periodo l'immagine solare si forma sul pavimento della Cappella della Croce, a sinistra dell'altare maggiore, dove si trovano, sotto la protezione di lastre di ottone, una linea meridiana finemente graduata e due marmi circolari, uno dentro l'altro, che funzionano da contrassegni solstiziali. Il maggiore, con un diametro di circa 90 centimetri, ha le stesse dimensioni dell'immagine solare al solstizio d'estate. Lo gnomone (la cui parola greca significa “indicatore” ) è uno degli strumenti astronomici più antichi e diffusi: può essere un palo, una colonna, un obelisco, oppure, come nel Duomo di Firenze, un foro praticato sulla parete di un ambiente oscurato la cui ombra permette di misurare la posizione del Sole in cielo.
Rimasti in uso fino al 1700, quando furono sostituiti con i telescopi: l'ultimo gnomone ad andare “in pensione” sembra sia stato proprio quello fiorentino.