«Le scuola dell’infanzia comunali hanno maturato negli anni un’esperienza eccezionali ma nel lungo temine dovranno tornare a totale gestione statale. Bisogna tuttavia stare attenti a non fomentare quella che a tutti gli effetti appare una campagna di denigrazione della scuola statale da parte di molti genitori e di una parte della città». Lo ha ribadito, intervenendo questo pomeriggio in consiglio comunale, l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi. «Naturalmente – ha proseguito l’assessore Di Giorgi – questo non implica che da un giorno ad un altro noi passiamo allo Stato le nostre scuola comunali.
Ma a livello di Anci nazionale e regionale, e quindi nei tavoli di confronto con lo Stato, si sta procedendo in una direzione precisa: i Comuni dovranno occuparsi solo delle proprie funzioni e tra queste non c’è la scuola dell’infanzia». «È invece di nostra competenza la gestione degli asilo nido – ha aggiunto Rosa Maria Di Giorgi – e per questo motivo assumeremo quest’anno cinque persone. Non stiamo dismettendo niente: stiamo cercando, in un rapporto serio con lo Stato, di garantire che poco alla volta, in tempi medio-lunghi, venga attuata la statalizzazione delle scuole dell’infanzia comunali.
Nessuno, naturalmente, perderà il posto di lavoro ma questa è la nostra strategia. Non dimentichiamo che quest’anno avremo 40 insegnati in meno in questo settore. Un vuoto che l’amministrazione non era in grado di colmare. Visto che c’era stato lo ‘sblocco’ delle assunzioni per il settore scuola abbiamo deciso di assumere per i nidi richiamando lo Stato a farsi carico di un compito che gli è proprio per quanto riguarda le scuole dell’infanzia». «Su questo tema si parla senza la necessaria informazione, pensando che l’amministrazione si muova senza una precisa strategia – ha sottolineato l’assessore all’educazione – noi garantiremo il servizio alle famiglie e non lasceremo a casa nessun bambino.
Senza dimenticare, però, che le scuole statali sono perfettamente in grado di svolgere il loro importante ruolo: si dovrebbe quindi stare attenti a non fomentare una campagna di denigrazione della scuola statale». «Vorrei infine ricordare – ha concluso Rosa Maria Di Giorgi – che i servizi che attualmente vengono erogati solo nelle scuole dell’infanzia comunale, ovvero lingua inglese, ginnastica e musica, saranno estesi a tutte le scuole. Trovo profondamente ingiusto che i bambini che frequentano le scuole comunali abbiano più opportunità dei loro compagni che vanno a quella statale.
I genitori, quindi, devono stare tranquilli: le sezioni della scuola dell’infanzia che saranno statalizzate potranno contare sulla stessa offerta educativa garantita a quelle comunali». “La mancata comunicazione ai genitori e agli insegnanti e la carenza di trasparenza gettano un’ombra sul progetto di statalizzazione delle scuole materne comunali Montessori, Nencioni, Balducci, Cairoli, Capuana, Marconi e Lavagnini – affermano i consiglieri Tommaso Grassi e Ornella De Zordo –.
A novembre sapevamo che il Comune ha richiesto di trasferire 16 sezioni allo Stato, e fino alla scorsa settimana non avevamo saputo nulla e credevamo che ormai per l’anno in corso non si sarebbero toccate le sezioni da statalizzare, ma fino al 24 maggio i genitori hanno avuto conferma che il Comune avrebbe avviato, senza alcuna comunicazione ufficiale né al momento della conferma dell’iscrizione e né in seguito, un processo di statalizzazione che avrebbe inciso sui progetti speciali, sugli orari di apertura delle materne, tutti aspetti che non possono assolutamente essere derubricati come secondari.” “L’Assessora Di Giorgi oggi ha dato ampie rassicurazioni che gli orari delle materne non verranno modificati e che i progetti speciali extracurriculari sarebbero stati estesi a tutte le scuole anche statali: ci confronteremo nelle prossime ore per verificare che le rassicurazioni date in aula dall’Amministrazione possano tradursi in garanzie concrete – concludono i due Consiglieri –.
Non condividiamo comunque il percorso intrapreso dal Comune di statalizzazione di numerose sezioni delle materne a tutti i costi, anche quando lo Stato non garantisce l’assorbimento completo delle sezioni: ci chiediamo infatti anche se valutassimo solo gli aspetti economici, quale sarebbe il risparmio per il Comune”.