“Dovremmo capire se quello di fronte a cui ci troviamo è l’ennesimo episodio di sciatteria burocratica oppure una scelta ben precisa.” Sono amare le parole del presidente di Anci Toscana Alessandro Cosimi alla notizia che il Governo sta erogando ai comuni in questi giorni solo parte della liquidità dovuta entro il mese di maggio, non rispettando, pertanto, l’accordo sul Fondo sperimentale di riequilibrio raggiunto il primo marzo in Conferenza Stato–Città e Autonomie Locali. L’accordo, sostanzialmente, prevedeva che l’importo dovuto ai comuni tramite il Fondo, che rappresenta ormai la quasi totalità dei trasferimenti erariali, sarebbe stato diviso in tre tranches: 1/3 entro marzo, 1/3 entro maggio e il restante entro ottobre.
Ad oggi agli enti locali sarebbe dovuto andare – quindi – il 66% del totale, mentre le risorse che stanno entrando nelle casse dei comuni sono ferme al 50%. In Toscana questo si traduce in circa 65 milioni di euro in meno, ovvero il 16% in meno delle risorse dovute ad ogni singolo Comune. E i Comuni non ci stanno, come si legge dalle parole di Cosimi, che continua: ”Va da sé che queste minori entrate si sommano ai tagli già stabiliti e all’incertezza sulle reali entrate dell’Imu, comportando effetti molto negativi sulla liquidità dei Comuni, e inoltre sono in contrasto con quanto stabilito dal decreto Cancellieri in merito alla ripartizione del Fondo di riequilibrio”, il che, affonda il presidente dell’Associazione dei Comuni della Toscana, “non può che darci una ulteriore sensazione della confusione istituzionale che si respira nel Paese.” Che fare, allora, per rendere ancora più chiaro al Governo il grande disagio e la difficoltà dei Comuni? Forse, continua Cosimi, “sarebbe necessaria un’azione shock: che i Comuni paghino tutte le imprese che possono, e si facciano rimandare le rate dei mutui.” Il grande problema, lamenta Cosimi, è che per gli enti locali “è impossibile continuare a sostenere questo circuito per cui manca liquidità, si è costretti ad operare in anticipo di cassa e a pagare interessi, mentre, dall’altro lato, si toglie liquidità al circuito delle imprese”.
E’ E una situazione tale, conclude il presidente di Anci Toscana, che “deve essere chiarita e armonizzata”, altrimenti il sistema delle autonomie locali rischia di soffocare.