Cgil, Cisl Uil ritengono il presente appello unitario necessario per riflettere come, in modo particolare negli ultimi quindici anni, i lavoratori del MIBAC abbiano contribuito, in modo determinante, alla crescita esponenziale della fruizione del patrimonio culturale del Paese. Tale risultato è stato raggiunto soprattutto garantendo agli utenti un'offerta sempre più ampia di servizi culturali e aumentando, in termini di spazio e di tempo, la possibilità di fruire del patrimonio storico ed artistico atteso che viene universalmente considerato unico nel suo genere e di inestimabile valore.
L’aumento della presenza dei turisti nel nostro Paese, soprattutto nell’attuale fase di crisi economica, è stato garantito proprio dalla politica perseguita dalle OO.SS. tesa a favorire un’offerta sempre maggiore e qualificata di servizi agli utenti. Il MiBAC, proprio in virtù di tale politica voluta dal sindacato confederale che - fin dal 2001 - ha sottoscritto con l’Amministrazione accordi, ha vincolato l’erogazione del salario accessorio dei dipendenti al raggiungimento di una maggiore produttività ed efficienza dei servizi offerti agli utenti. Tale scelta, spesso avversata proprio da coloro che di tali obiettivi hanno fatto le proprie fortune politiche, ha determinato un aumento considerevole del numero di coloro che visitando il nostro Paese hanno avuto più opportunità di fruire del nostro patrimonio culturale, storico artistico, con indubbie ricadute economiche positive sull’indotto. La risorsa del nostro patrimonio culturale ha determinato effetti, anche economici, positivi ed ha rappresentato un volano concreto. Il risultato è stato quello di assistere ad una sensibile costante crescita dei visitatori, soprattutto stranieri, con ricadute economiche positive sul sistema produttivo. Ciò non ha riguardato solo il settore legato al turismo, bensì ha aiutato l’economia del Paese, soprattutto in questa fase difficile di recessione, nella quale nessuno sembrerebbe avere la “ricetta” che indichi e rilanci i settori occupazionali. CGIL, CISL, UIL, hanno dato il loro contributo indicando, anche nel caso dei beni culturali, un settore in cui è possibile offrire occasioni occupazionali e di sviluppo. Indubbiamente lo sviluppo economico e culturale di un paese dovrebbe rappresentare sempre e costantemente l’impegno primario di un Governo soprattutto nei periodo di crisi tale compito diventa ineludibile per chi ha l’onore di guidare il Paese. L'ampliamento degli orari di apertura dei siti culturali, unitamente alla politica di progetti “ad hoc” che prevedono aperture straordinarie dei musei, attività di tutela del patrimonio ambientale, il restauro dei nostri monumenti, la tutela e la valorizzazione della memoria conservata negli archivi e nelle biblioteche, sono le funzioni che vengono faticosamente ancora assicurate dai lavoratori dei Beni Culturali, malgrado le “politiche” perseguite in quest’ultimo decennio che si sono concretizzate quasi esclusivamente con tagli lineari ai bilanci del MiBAC. In questi anni, tale politica ha drasticamente, “forse sarebbe opportuno dire mortalmente”, ridotto le risorse economiche e umane a disposizione del MiBAC.
La politica fin qui sostenuta dal sindacato Confederale, soprattutto in quest’ultimo decennio, è stata comunque quella di garantire una sempre maggiore produttività ed efficienza dei servizi culturali resi agli utenti. Quanto appena ricordato è stato mantenuto malgrado i pesanti tagli orizzontali ai capitoli di spesa che, in maniera indiscriminata e acritica, hanno drammaticamente ridotto risorse, sia in termini economici che umane, le cui conseguenze sulla operatività delle strutture ministeriali risultano di una gravità evidente, addirittura, sulla stessa tenuta dei servizi che il MIBAC è tenuto ad assicurare anche in termini di tutela.
La “politica” di tutti coloro che nell’ultimo decennio hanno avuto la responsabilità di guidare il MiBAC, è stata quella di determinare sempre situazioni di crisi. Caso emblematico è quella che all’attualità riguarda i ritardi, ingiustificabili, che i lavoratori del MiBAC registrano nel regolare erogazione, tramite il cedolino unico, del salario accessorio. L’istituzione del cedolino unico, anziché garantire il puntuale pagamento del salario accessorio, ha determinato ritardi colpevoli e questo ha riguardato le somme necessarie per assicurare le turnazioni del personale. E’ opportuno sottolineare che le turnazioni devono essere effettuate dal personale soprattutto per garantire le aperture ordinarie degli Istituti centrali e periferici in cui il MiBAC si articola.
In maniera unilaterale l’Amministrazione del MiBAC ha sospeso i pagamenti proprio di quelle somme necessarie per assicurare la realizzazione di progetti nazionali di produttività. Solo un atteggiamento responsabile dei lavoratori e delle loro rappresentanze sindacali confederali ha permesso di continuare a garantire l’ampliamento dell'orario di servizio che è la base su cui poggia la politica della maggiore offerta culturale del MIBAC alla propria utenza. Il rischio concreto che il miope comportamento fin qui tenuto da chi ha la responsabilità della conduzione del MiBAC è di vanificare le scelte strategiche fin qui operate da CGIL, CISL, UIL. Il presente appello del sindacato confederale scaturisce dal fatto che temiamo un progetto di chi vuole dimostrare l’inefficienza del servizio reso all’utenza dalle pubbliche amministrazioni.
CGIL, CISL, UIL ritengono che siano puntualmente vanificate le politiche sindacali tese ad una maggiore produttività degli Istituti del MiBAC proprio da coloro che hanno la responsabilità politica della conduzione del dicastero, e non solo di quella squisitamente politica. Costoro, incidendo negativamente su tutte le attività che dovrebbero costituire il fulcro della tanto decantata produttività, stanno creando i presupposti per impedire già il normale funzionamento del MiBAC. Eppure taluni “economisti” continuano, pressoché quotidianamente, a sbandierare il proprio impegno per garantire una pubblica amministrazione sempre più efficiente e, soprattutto in questi ultimi anni alcuni hanno utilizzato tale obiettivo con l’unico risultato positivo di aver realizzato la personale visibilità politica. I ritardi fin qui registrati nei pagamenti delle competenze accessorie sono a parere di CGIL, CISL UIL dovuti ad incomprensibili rilievi burocratici sugli accordi che le parti hanno sottoscritto in materia di produttività. Il risultato raggiunto da tale “politica” è che oggi i lavoratori non percepiscono le quote di salario accessorio maturate per i servizi resi all’Amministrazione, addirittura, per quelli relativi agli anni 2010 e 2011.
I rilievi burocratici hanno determinato la sospensione di importanti iniziative di valorizzazione come quelle che a Torino accompagnavano la chiusura delle manifestazioni programmate per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia e malgrado le stesse fossero già state finanziate mediante uno specifico accordo di produttività. La mancata certezza del rispetto dei tempi di retribuzione dei compensi accessori, il dispregio dimostrato dall’Amministrazione nel disdettare unilateralmente accordi sottoscritti con le OO.SS., è particolarmente grave in una fase in cui i lavoratori del Mibac, come tutti i lavoratori, registrano un sensibile aumento delle tasse, dirette ed indirette, che hanno determinato un insostenibile aumento del costo della vita particolarmente grave in quanto ingenera una situazione di precarietà economica difficile e nel caso in esame ingiustificata. Per questi motivi FP CGIL, CISL FP, UILBAC, indicono per il giorno 1 giugno 2012 una giornata di mobilitazione nazionale in difesa del lavoro, soprattutto nel settore strategico della cultura, da attuarsi negli Istituti del MIBAC, tramite l’indizione contestuale di assemblee.
Il sindacato confederale, a sostegno della vertenza, avvierà ogni opportuna Iniziativa per sensibilizzare la comunità, i cittadini e l'opinione pubblica, sui temi della cultura ed il valore, anche economico ed occupazionale, del patrimonio storico ed artistico italiano. Le OO.SS. CGIL CISL UIL, dalle ore 10.00 alle ore 13.30 del 23 maggio 2012, insieme convocano un sit in dei lavoratori del MiBAC davanti alla sede centrale del Ministero dell'Economia per sostenere con maggiore forza la richiesta dello sblocco immediato delle risorse necessarie per la puntuale corresponsione del salario accessorio anche attraverso il cedolino unico e per favorire una maggiore attenzione nei confronti delle politiche indispensabili per la cultura e il patrimonio italiano.