Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della Regione Toscana contro l’ordinanza cautelare del Tar della Toscana che aveva bloccato i lavori del pirogassificatore di Castelfranco di Sotto (Pi). L’azienda può quindi riaprire i cantieri e completare la costruzione dell’impianto. Nella sua ordinanza il Consiglio di Stato ha infatti rilevato che il completamento dei lavori dell’opera non pregiudica la possibilità di valutazione nel merito dell’impugnazione a suo tempo presentata dai Comuni di Castelfranco di Sotto e Montopoli Val d’Arno, la cui discussione presso il Tar è prevista nel novembre prossimo. La vicenda dell’impianto previsto nel comune pisano inizia il 30 marzo 2010, quando la Società Waste Recycling S.p.A.
richiede alla Provincia di Pisa l’attivazione del procedimento di verifica di assoggettabilità a V.I.A. per la realizzazione del progetto. Vengono acquisiti una serie di pareri da parte di Arpat, Asl 11, Autorità di bacino del fiume Arno, Comune di Castelfranco e settore ambiente della Provincia che escludono il progetto dalla procedura di VIA. Il Comune di Castelfranco avvia un processo di partecipazione che si conclude il 9 marzo 2011 con il parere negativo della giuria di cittadini. L’11 aprile 2011 la Waste Recycling riattivava il procedimento, chiedendo alla Provincia di Pisa il rilascio di un’autorizzazione a carattere temporaneo per un anno.
Il 28 Settembre 2011 si svolge la Conferenza Provinciale per il rilascio dell’autorizzazione. Su questa versione del progetto si pronunciano positivamente, con prescrizioni, l’Arpat, la Asl 11, il settore ambiente della Provincia di Pisa. Contrario il Comune di Castelfranco. Anche la giunta e il consiglio provinciale di Pisa fanno conoscere la loro determinazione negativa all’autorizzazione. La Waste Recycling prende atto del preannunciato blocco procedurale e dell’esito positivo della conferenza dei servizi e dichiara di ricorrere alla LR 35/2011 ” Misure di accelerazione per la realizzazione delle opere pubbliche di interesse strategico regionale e per la realizzazione di opere private”.
Anche la giunta regionale, con la delibera n.961 del 9 novembre 2011, prende atto dei pareri positivi espressi in sede tecnica. Seguono i ricorsi al Tar, la concessione della sospensiva e nell’aprile 2012 il ricorso della Regione al Consiglio di Stato. Oggi la decisione della suprema magistratura amministrativa. Si legge nel dispositivo “...accoglie l'istanza cautelare in primo grado [dei ricorrenti (Comune, Rifondazione Comunista e Comitato] nella sola parte relativa all’attivazione dell’impianto di cui si tratta, escludendo l’effetto inibitorio del completamento della struttura”. Difatti, dalle suddette ordinanze emerge il fatto che la società potrà liberamente finire di costruire l'impianto, ma se con la sentenza definitiva verrà annullata l'autorizzazione il suddetto dovrà essere smontato a spese della società. "Non solo, nella ordinanza viene precisamente inibita la possibilità di attivazione dell'impianto - spiegano i legali dell'Unione inquilini di Pisa - Così, leggendo oggi dai giornali le dichiarazioni rilasciate alla stampa secondo le quali l'impianto potrebbe essere attivato per “testarlo con le biomasse” non comprendiamo come ciò sia possibile in base alle suddette ordinanze.
Aggiungiamo un altro particolare, che reputiamo importante, infatti, dalla ordinanza si evince come non sia stata toccata la motivazione dell'ordinanza del Tar Toscana. Ricordiamo che l'ordinanza del Tar Toscana era stata emessa perché il giudice amministrativo aveva considerato che il progetto preliminare e quello definitivo fossero diversi, fatto che non è stato modificato dal Consiglio di Stato e che risulta importante per la decisione finale. Però, al fine di ulteriormente chiarire la situazione abbiamo inviato al Comune di Castelfranco di Sotto, alla Provincia di Pisa in persona del suo presidente e del responsabile del Servizio Ambiente.
Dott.sa Pioli, alla Arpat, all'Asl 11 e per conoscenza ad i sindaci di Santa Croce, Santa Maria a Monte, san Miniato, Montopoli ed alla Regione Toscana una richiesta di chiarimenti in relazione alle suddette affermazioni. In relazione, poi alle dichiarazioni vittoriose della Regione Toscana pensiamo che siano sinceramente fuori luogo e sinceramente ci si può chiedere ironicamente se abbiano letto le solite ordinanze. Non solo, continuiamo a chiederci il motivo di un simile impegno di risorse pubbliche a difesa di un'opera che non è regionale ed iniziamo a pensare che qualcuno dovrebbe forse far valutare alla autorità competenti un simile comportamento" conclude l'avvocato Scarselli.