Da oggi i chirurghi dell’Urologia livornese hanno un amico in più: si chiama “Da Vinci” ed è il robot in grado di operare con precisione millimetrica e in grado di ridurre gli effetti collaterali e abbattere il dolore post-operatorio. “Grazie a un nuovo accordo stipulato in Area Vasta – spiega Luca Lavazza, direttore sanitario dell’Azienda USL 6 – gli urologi del reparto guidato dal dottor Renato Felipetto possono utilizzare per i propri pazienti il robot di ultima generazione collocato presso il Dipartimento Cardiotoracico dell'Azienda Ospedaliera Pisana.
Si tratta di una sinergia importante che permette ai cittadini di essere operati dal medico di fiducia che si prende personalmente e da subito in carico il problema. Questa scelta è stata adottata anche da altri presidi ospedalieri e permette di operare in una logica di rete regionale dando un opportuno bacino di utenza a questo tipo di apparecchiature”. Il robot “Da Vinci” aiuta il chirurgo in alcuni interventi come quelli per il tumore della prostata ed ha tra i suoi principali vantaggi quelli di ridurre i tempi di degenza e di lasciare una cicatrice quasi invisibile.
“Il chirurgo manovra un joystick davanti ad una consolle – spiega Renato Felipetto, direttore della Unità Operativa di Urologia dell’Azienda USL 6 di Livorno – e su un monitor tridimensionale controlla i movimenti delle pinze e delle forbici che agiscono con precisione millimetrica. Il suo impiego sta dando buoni risultati, riducendo gli effetti collaterali della chirurgia tradizionale, permettendo un più rapido recupero della continenza urinaria e della potenza sessuale, con perdite di sangue e dolore post operatorio ridotte al minimo.
Questo senza considerare l’accorciamento del ricovero ospedaliero limitato a 2/3 giorni ed una cicatrice quasi invisibile”. Oltre alla chirurgia robotica da parte della Urologia livornese “È stato da poco attivato – continua Felipetto – anche un centro aziendale per il trattamento della calcolosi. Questo è stato reso possibile grazie alla recente acquisizione di una macchina per il bombardamento dei calcoli, quella che tecnicamente viene chiamata la litotrissia extracorporea ad onde d'urto (ESWL) ed un generatore laser per il trattamento endoscopico dei calcoli ureterali.
Grazie a queste strumentazioni abbiamo la possibilità di completare interamente all’interno delle nostre strutture il percorso terapeutico. A fianco dell’utilizzo di queste macchine esistono comunque una serie di attività garantite dal nostro reparto in linea con i più aggiornati standard di trattamento per quanto riguarda la chirurgia oncologica potendo offrire al paziente, se opportuno, opzioni ricostruttive come il confezionamento di neovesciche ed interventi conservativi per neoplasie renali.
Infine, mi preme sottolineare che nell'ultimo anno, ovvero da quando sono arrivato alla guida del reparto, la percentuale di pazienti con ipertrofia prostatica trattati con chirurgia endoscopica piuttosto che “a cielo aperto” è arrivata al 74 per cento superando di gran lunga la media regionale del 54 per cento”.