In Toscana la bolletta più cara d'Italia, ma non per Publiacqua

Ancora una volta la Toscana guida la classifica del costo dell’acqua, con sette province su dieci nella top ten delle bollette più care del Paese. Sul podio ci sono Firenze, Prato e Pistoia, tutte gestite da che però rimanda al mittente l'accusa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 maggio 2012 14:03
In Toscana la bolletta più cara d'Italia, ma non per Publiacqua

L' annuale indagine dell’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva sui costi del servizio idrico in Toscana presenta un dato allarmante, +38,1% negli ultimi 5 anni. Pesanti le critiche su Publiacqua che però respinge le accuse e rilancia con una clamorosa nota da parte del presidente Erasmo D'Angelis: "Se c'e' una famiglia con consumi nella norma che paga questa cifra, gliela rimborso di tasca mia" Acqua sempre più cara con aumenti a due cifre in tutti i capoluoghi e tariffe fuori controllo a Massa e Carrara: +64,3%.

Toscana la regione più cara d’Italia con ben 7 città tra le 10 dove il servizio costa di più a livello nazionale Negli ultimi 5 anni, il costo dell’acqua non ha fatto che aumentare in Toscana: +38,1% di media a fronte di un incremento su scala nazionale del +24,5%. Tariffe fuori controllo a Massa Carrara (+64,3%) e incrementi a due cifre ovunque: Lucca (+27,2%), Arezzo e Livorno (+28,1%), Firenze, Pistoia e Prato (+34,7%), Grosseto e Siena (+38,9%), Pisa (+39,4%).Aumenti importanti anche nell’ultimo anno: nel 2011 rispetto al 2010, le tariffe sono cresciute su base nazionale in media del 5,8%, in Toscana addirittura del 6,4%.

Incrementi maggiori a Grosseto e Siena (+8,3%).Non solo in Toscana, ma a livello nazionale, Firenze, Pistoia e Prato sono le città in cui l’acqua per uso domestico costa di più, con una spesa media annua di 474€, ben 217€ in più di quanto la si paga a Lucca, città in cui il servizio costa meno a livello regionale, addirittura 364€ in più di quanto la si paga a Isernia, città in cui il servizio costa meno a livello nazionale. Nell’annuale indagine realizzata dall’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva, le contraddizioni del Servizio Idrico Integrato nel nostro Paese, con dati anche sulla dispersione idrica.

On line su www.cittadinanzattiva.it il dossier con gli approfondimenti regionali. Spesa annua: In un anno una famiglia sostiene in media una spesa di 290€ per il servizio idrico integrato. L’indagine è stata realizzata in tutti i capoluoghi di provincia, relativamente all’anno 2011. L’attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori).

I dati sono riferiti ad una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua, e sono comprensivi di Iva al 10%. Cara acqua. In generale, il caro bollette viaggia più spedito al Centro (+34,3% rispetto al 2007, +6,2% rispetto al 2010). Seguono le regioni del Nord (+25,6% rispetto al 2007, +6,7% rispetto al 2010) e il Sud (+14,1% rispetto al 2007, +3,2 rispetto al 2010). A livello nazionale, a fronte di una spesa media annua pari a 290€, in Toscana il servizio idrico integrato ha costi molto superiori (431€), risultando la regione più cara d’Italia, seguita da Marche, (379€), Umbria (371€) ed Emilia Romagna (369€).

Inoltre, oltre Firenze, Pistoia, Prato, anche Arezzo, Grosseto, Siena, Livorno figurano tra le 10 città dove il servizio costa di più a livello nazionale. “Ancora una volta la Toscana guida la classifica del costo dell’acqua, con sette province su dieci nella top ten delle bollette più care del Paese. Sul podio ci sono Firenze, Prato e Pistoia, tutte gestite da Publiacqua, che proprio nel 2011 ha fatto registrare utili da record”. Così la consigliera regionale Marina Staccioli (Gruppo Misto) commenta il monitoraggio effettuato da Cittadinanzattiva sulle bollette dell’acqua d’Italia.

“L’alto costo dell’acqua toscana – spiega Staccioli - è dovuto in buona parte agli investimenti milionari effettuati dai gestori sulla rete idrica. Eppure le perdite lorde (l’acqua immessa in rete e non fatturata) restano tra le più elevate d’Italia. In base ai dati raccolti da Irpet, la zona gestita da Publiacqua è quella che fa più acqua di tutte: addirittura il 43%. Significa che quasi la metà viene persa per strada”. “E’ vero che dagli anni 2000 – continua la consigliera - gli investimenti in Toscana sono pressoché quadruplicati, ma dobbiamo considerare il punto di partenza: tra gli anni ’80 e gli anni ’90 siamo stati i peggiori d’Italia.

Meno di noi ha investito solo l’Umbria”. “Per vent’anni abbiamo impiegato un decimo delle risorse rispetto alla Valle d’Aosta, la metà rispetto alla media nazionale”. Ma il dato più sconfortante è un altro: “le gestioni toscane che hanno investito di più (e Publiacqua è la prima per investimenti) non sono riuscite a incidere in maniera sensibile sulle perdite, che sono rimaste pressoché invariate dal 2002 al 2007. In parallelo – conclude Staccioli - sono aumentati i costi in bolletta per remunerare gli investimenti e il capitale dei privati.

Alla faccia del referendum della scorsa primavera e dell’Autorità idrica regionale”. “Nonostante le ripetute smentite, anche il monitoraggio proposto da Cittadinanzattiva persevera nell’errore clamoroso di presentare una graduatoria dei consumi idrici e delle tariffe con consumi puramente teorici e virtuali, facendoci raggiungere, come gestore idrico delle province di Firenze, Prato, Pistoia e parte di Arezzo, la vetta delle bollette dell'acqua più care d'Italia e sparando la cifra totalmente fuori dal mondo di 474 euro l’anno per consumi medi inesistenti di 192 metri cubi. Purtroppo si utilizzano parametri del tutto arbitrari che raddoppiano costi e consumi reali.

Potrei però risolverla semplicemente così: se c'e' una famiglia con consumi nella norma che paga questa cifra, gliela rimborso di tasca mia. Spero che l’entrata in campo della nuova Authority nazionale del settore definisca presto anche un credibile sistema di monitoraggio che l’Italia non ha mai avuto, utile per gli utenti e le aziende per evitare di alimentare altri equivoci o di sparare cifre a casaccio”. Lo afferma, in una nota, Erasmo D’Angelis, presidente di Publiacqua, l’azienda che eroga il servizio idrico nelle province di Firenze, Prato, Pistoia e parte di Arezzo. ''Qualsiasi nostro utente - prosegue D’Angelis – fortunatamente è in grado di verificare i costi della sua bolletta.

Per acqua, fognature e depurazione, 370.000 bollette alla mano, le nostre famiglie pagano in media ogni anno 240 euro Iva compresa, e solo con queste tariffe bisogna coprire tutti i costi degli investimenti in assenza di finanziamenti pubblici. Questa è la cifra reale, la metà di quella virtuale immaginata da Cittadinanzattiva, per un consumo medio di circa 117 metri cubi l’anno. Peraltro, sono 30 euro in meno rispetto ai circa 270 euro l’anno che in media ogni famiglia spende per l’acquisto di acque minerali pur in presenza di una eccellente acqua dell’acquedotto.

Una super-spesa che però non entra mai nel ‘paniere’ dei costi né nelle classifiche dei consumi”.

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