Va avanti l’azione del governo sulla cosiddetta “spending review” con accorpamenti di enti, dismissioni e tagli. Nuovi sacrifici in arrivo, dopo l’inasprimento fiscale già messo in atto nei mesi scorsi. Elementi che suscitano reazioni non solo da parte dei cittadini ma anche degli amministratori. "Razionalizzazione del complessivo sistema di governo del territorio, una più efficiente organizzazione della sicurezza e del soccorso pubblico per meglio soddisfare le crescenti e diversificate esigenze del cittadino" queste, da sempre, le priorità in agenda per i sindacati dei prefetti, dei poliziotti, dei vigili del fuoco, da questi ripetutamente e con convinzione poste alla attenzione dei vertici politici succedutisi al Viminale e a Palazzo Chigi. Così SINPREF e AP per i prefetti, SIULP, SAP, UGL polizia e CONSAP per la polizia di Stato, FNS CISL, UIL, CO.NA.PO.
e UGL per i Vigili del Fuoco, le sigle che rappresentano la maggioranza del personale operante in questi settori, dopo avere appreso soltanto dai quotidiani del progetto anticipato alla stampa dalla ministro dell’Interno Cancellieri, nell’ambito della azione di spending review. I sindacati esprimono "preliminarmente profondi rammarico e sconcerto per essere stati tenuti completamente all’oscuro dalla ex prefetto della Repubblica Anna Maria Cancellieri della iniziativa dalla stessa assunta, la quale non sembra avere minimamente avvertito l’esigenza di informarne le rappresentanze istituzionali di centinaia di migliaia di lavoratori dell’Interno".
Questo, sul piano del metodo. Su quello del merito, invece, "appare quantomeno azzardato, evidenziano i sindacati, esprimere sin d’ora una qualche valutazione sulla base di qualche anticipazione giornalistica appena, fermo restando il forte auspicio che non si tratti di provvedimenti che finiscano con il causare danni assai maggiori di quelli che dovrebbero risolvere". "Nell’ottica delineata - aggiungono - verrà a breve fissata una riunione congiunta, in cui stabilire le iniziative da assumere, e sarà altresì inviata una nota al Presidente Mario Monti e alla Ministro Cancellieri per la convocazione di un primo urgente incontro. Nel frattempo, concludono i sindacati, si rivolge sin d’ora un accorato appello alle Forze politiche in Parlamento affinché questioni tanto importanti e nevralgiche per i cittadini tutti e il Paese intero siano adeguatamente trattate e non troppo sollecitamente liquidate sull’altare del rigore. Intanto, come immediata misura di risparmio, suggeriscono di iniziare dalle auto blu, una spesa unica quanto assurda al mondo, una più oculata gestione delle quali lascerebbe centinaia di milioni di euro nelle casse dello Stato". “Razionalizzare la spesa pubblica è un’operazione non solo necessaria ma ineludibile – è il commento di Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscama – Il problema è capire come e cosa tagliare.
Le notizie delle ultime ore ci dicono che il ministro degli interni Cancellieri proporrà la riduzione del personale nel settore della pubblica sicurezza, nel mirino caserme dei carabinieri e commissariati. Si tratta di un’operazione che preoccupa molto, considerata la funzione indispensabile per i cittadini svolta dalle forze dell’ordine, già in difficoltà per organici, mezzi e strutture. Poi ancora tagli per pubblica istruzione e sociale, a rischio molte scuole, la situazione quindi peggiora ancora”. C’è poi il capitolo Imu, tornato di straordinaria attualità proprio oggi con le prese di posizione di diversi sindaci (circa seicento) che propongono, di fatto, la disobbedienza fiscale.
Un ex ministro, il leghista Maroni, parla apertamente di rivolta fiscale. “Una tassa sulla casa, anche se di per sé molto invisa ai cittadini, può anche ritenersi indispensabile – commenta ancora Giurlani – L’Imu, però, per come è stata congegnata, appare particolarmente pesante e iniqua. Io ho già proposto di trasformarla in una imposta una tantum, da far pagare solo per il 2012. Capisco, quindi, le proteste dei primi cittadini anche se non ritengo giusta la ‘rivolta’ fiscale. Piuttosto sul fronte fiscale sottolineo, ancora una volta, la necessità di colpire i grandi patrimoni e di mettere in atto una vera lotta all’evasione.
Sul primo punto mi pare che il governo Monti abbia fatto ancora poco, sul secondo mi sembra si stia muovendo meglio, dando segni di discontinuità con il passato”.