La crisi del settore dell’edilizia in provincia di Firenze, ma anche in tutta la nostra regione, sta andando oltre l’emergenza: senza un concreto intervento da parte delle nostre istituzioni locali rischia di vivere i drammi che nel nord-est stanno vivendo le imprese e gli imprenditori, con una catena impressionante di suicidi, alla quale si è giunti anche perché nonostante i sacrifici di fare impresa, creare lavoro e occupazione, non si è stati tutelati e supportati da chi ci governa. E’ giunta l’ora di assumersi le proprie responsabilità.
Basta criticare il governo centrale che non interviene su politiche per lo sviluppo; su Firenze e a livello regionale dobbiamo dire che avviene lo stesso scegliendo di non intervenire. I tempi dei pagamenti della pubblica amministrazione continuano a dilatarsi e questo ormai cronico ritardo sottrae liquidità alle imprese di costruzioni che le pone di fronte ad una crisi finanziaria in grado di minacciarne la stessa sopravvivenza. Il patto di stabilità interno non può essere annullato ma quanto meno potrebbe essere allentato, per ridurre i tempi di pagamento alle imprese, e su questo chiediamo a livello regionale di intervenire con rapidità ed efficacia con un accordo che possa riguardare tutti i comuni della nostra regione. Potrebbe inoltre essere utile, ad esempio, consentire alle imprese di compensare i propri crediti certi ed esigibili con le imposte e i contributi dovuti (vedi Irap) così da dare respiro alle imprese in forte difficoltà che altrimenti cesserebbero l’attività. Nel pacchetto economia che la Regione sta predisponendo, oltre all’accordo per agevolare l’accesso al credito e ridurre la stretta creditizia, perché non prevedere, da parte di Regione e conseguentemente dai Comuni, una vera azione di riqualificazione urbana, con al centro l’abitare sostenibile con incentivi e sgravi fiscali, coinvolgendo anche l’imprenditoria privata? E’ necessario recuperare il patrimonio urbano ormai obsoleto e favorire uno sviluppo eco-sostenibile dell’edilizia scolastica dove le imprese possano finanziare le opere per mettere in sicurezza le scuole. Non vogliamo una cementificazione ma l’avvio di una vera economia verde di recupero e di rispetto per l’ambiente e per il territorio della nostra città.
Quindi progetti come quelli del Comune di Firenze sulla Variante Mercafir e sul Progetto della Fortezza da Basso vanno nella direzione giusta, ma oltre la progettualità, la nostra amministrazione comunale dovrebbe sostenere l’utilizzo di capitali privati con la finanza di progetto per fare opere di interesse pubblico. Basta annunci di cantieri in tempi certi quando poi ci si blocca ancor prima di partire per ritardi nei finanziamenti o poco capacità di intervento nello sbloccarli. E mi riferisco ovviamente anche ai forti ritardi dei cantieri della linea 2 e 3 della tramvia che ancora non decollano e a cui è legato il futuro di molte aziende edili fiorentine e dell’indotto collegato. E riflettendo sul mercato immobiliare che non riparte, perché allora non intervenire attraverso un accordo tra Regione e Comuni scegliendo di non aumentare ulteriormente la percentuale dell’aliquota base dell’Imu dando così respiro alle famiglie e anche alle imprese sul cui immobile già invenduto inciderà sicuramente anche la nuova tassa? Chiediamo risposte e decisioni per il rilancio del settore dell’edilizia, interventi a livello locale più incisivi e costruttivi sia da parte del sindaco e dell’amministrazione comunale fiorentina sia da parte del governatore della Regione Toscana.
Ora le decisioni vere non sono più rinviabili per quei lavoratori e aziende (le poche rimaste!) che rischiano di scomparire ed essere solo “vittime della crisi”.