Mercoledì 4 aprile, i lavoratori della Piana fiorentina (Comuni di Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Calenzano) scioperano e manifestano esprimendo la loro contrarietà alla riforma del mercato del lavoro, poiché "non e' attraverso l'abrogazione dell'articolo 18 che si attraggono investimenti, che si crea lavoro. Serve viceversa una fattiva politica industriale" I lavoratori chiedono al Parlamento, durante il dibattito parlamentare, di apportare modifiche al testo della riforma, reintroducendo la reintegra per i licenziamenti economici e si apra davvero una discussione sullo sviluppo di questo paese. Domani, Mercoledì 4 aprile, la CGIL di zona, di concerto con le categorie e le RSU, ha indetto un corteo , con partenza alla 15 davanti allo stabilimento della Ginori in via Giulio Cesare, che si articolerà per le vie di Sesto Fiorentino e si concluderà in piazza della Chiesa con un comizio finale del Segretario della Camera del lavoro Metropolitana Mauro Fuso.
Partiranno anche altri due cortei che confluiranno in quello in partenza dalla Ginori, uno dalla Manetti&Roberts alle ore 14,15, l’altro per i lavoratori del commercio partirà dall'inizio di viale Ariosto sempre alle ore 14,15. Le categorie, per partecipare alla manifestazione, hanno articolato diverse modalità di sciopero. La ditta di abbigliamento sportivo Champion nasce a New York nel 1919. L'azienda è presente in 60 Paesi tra Europa, Africa e Medio Oriente, con 200 negozi.
Il Gruppo Champion Europe, formato da 4 aziende, ha tre sedi nelle quali sono impiegati 800 dipendenti. A Modena e Carpi vengono realizzati i prototipi (poi prodotti in Bielorussia e in Vietnam) mentre a Scandicci opera il centro design, sviluppo prodotto (ideazione prototipi) e sourcing. Firenze ha rappresentato finora il cervello del Gruppo, sul quale, rispondendo a una domanda d'attualità di Rifondazione comunista, l'assessore al Lavoro Elisa Simoni ha dato un'illustrazione in Consiglio provinciale di Firenze.
Il Consiglio, per l'appunto, si era interessato alla situazione inerente l'azienda nel febbraio del 2010. In quel frangente la Champion aveva deciso di aprire una procedura di mobilità per 57 aedetti a livello nazionale (23 a Scandicci) a causa della crisi e della perdita di importanti commesse. Nel 2011 scadeva il contratto di affitto della sede fiorentina. L'azienda ha deciso allora di trasferire i reparti di Scandicci nella sede di Carpi. Champion occupa circa 40 lavoratori. La caratteristica prevalente della manodopera è quella di essere femminile (soprattutto donne con figli) e giovane.
Nei mesi scorsi in due tranche sono stati trasferiti a Carpi 12 addetti (di cui 6 lavoratori dello strategico reparto dedicato allo sviluppo del prodotto). Nessuno di loro ha accettato il trasferimento (5 lavoratrici si sono dimesse). Negli ultimi giorni l'azienda ha confermato due tempi determinati. I Sindacati hanno chiesto all'azienda di utilizzare gli ammortizzatori sociali ma Champion si è rifiutata. Le relazioni industriali tra le parti sono ferme. IL tavolo dell'unità di crisi è stato fatto il 27 marzo scorso La Provincia di Firenze, una volta fatto il punto con il Sindaco Gheri, si rivolgerà direttamente all'azienda per tutelare le lavoratrici.
"Quella di Champion - ha commentato per Rifondazione Andrea Calò - è una vicenda abbastanza emblematica, caratterizzata da arroganza verso le istituzioni. D'altra parte nel 2010 invitammo il Comune di Scandicci a non sottovalutare questa crisi nè tanto meno i problemi posti in un'area industriale rinomata per il tipo di produzione nell'abbigliamento sportivo. Fa bene il Comune di Scandicci a correre ora, ma non ha svolto né un ruolo di rappresentanza istituzionale né di controllo al momento in cui doveva svolgerlo.
Se la Champions avesse avvertito subito la pressione delle Istituzioni, certi passaggi non si sarebbero verificati. L'azienda invece delocalizza non brillando per trasparenza, per responsabilità sociale, per interloquire con le rappresentanze sindacali". 'Mangani' a Calenzano. Sulla vertenza ha fatto il punto in Consiglio provinciale l'assessore al Lavoro Elisa Simoni, rispondendo a una domanda d'attualità del gruppo di Rifondazione comunista. Presso il tavolo procedurale, il 16 marzo 2011, è stato firmato un verbale di accordo per il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, a motivo di evento improvviso e imprevisto, per il periodo 16 marzo 1011-15 marzo 2012, per 35 lavoratori.
Nel verbale le parti avevano concordato nel periodo di autorizzazione della Cigs la gestione di 9 esuberi con utilizzo della legge 223/91. Era stata prevista, inoltre, la possibilità di collocare in lista di mobilità il personale in esubero entro e non oltre il 30 aprile 2012. Vista la situazione di crisi in cui versa l'azienda, il 15 marzo 2012 è stato firmato presso la Provincia di Firenze un nuovo verbale per il ricorso alla cassa integrazione in deroga per tutto il personale in forza all'azienda per il periodo 16 marzo - 15 luglio 2012.
Con questo verbale, le parti hanno convenuto che l'azienda ha la facoltà di collocare in mobilità, rispettando quanto previsto dal verbale dell'anno scorso, i lavoratori ancora in forza all'azienda per un massimo di 9 lavoratori entro e non oltre il 15 luglio 2012. "Siamo davanti a una crisi aziendale purtroppo fortemente complessa, grave e compromessa - ha replicato per Rifondazione il consigliere Andrea Calò - E' una crisi che parte da lontano e passa prima di tutto attraverso difficoltà finanziarie.
La proprietà non ha mai speso una parola per un'eventuale ripartenza. Di fatto si sfocia in una situazione classica di disoccupazione. Facciamo appello a tutte le istituzioni per essere promotrici di tutte le iniziative possibili di sostegno al salario e ai lavoratori".