FIRENZE- Stato di emergenza regionale per la siccità. Lo ha decretato oggi il presidente Enrico Rossi sulla base delle valutazioni dei tecnici che nelle settimane scorse hanno monitorato puntualmente la situazione idrologica della Toscana, sia per quanto riguarda i consumi domestici sia per quanto riguarda le esigenze dell'agricoltura e del sistema produttivo. "La carenza di acqua è ormai conclamata - afferma il presidente Rossi - Ha piovuto pochissimo fin dall'anno scorso, fino al 40% in meno rispetto alla media, gli invasi sono in sofferenza e le previsioni non lasciano prevedere precipitazioni in grado di recuperare.
Dobbiamo quindi far fronte con misure urgenti alla situazione: oggi stesso deliberiamo di dare a Fidi 20 milioni per costituire un fondo di garanzia che consentirà di garantire investimenti per 118 milioni di euro, destinati a interventi di emergenza e per ridurre le perdite della rete idrica, che oggi ammontano al 30%. Scriverò ai sindaci invitandoli ad emettere le ordinanze di igiene sanitaria per limitare i consumi e accelerare l'esecuzione di interventi urgenti. Renderemo più rapide le procedure per scavare nuovi pozzi, dobbiamo proseguire e accelerare la realizzazione dei piccoli invasi.
Entro 15 giorni avremo il progetto completo". Sarà anche lanciata una campagna di comunicazione per sensibilizzare la popolazione sulla criticità della situazione ed incentivare l’adozione di buone pratiche per un corretto uso delle risorse idriche. Si prevedono materiali di comunicazione diffusi tramite bolletta, spot radiofonici, informazioni su internet e sulla stampa quotidiana. "Molto può cambiare - ha aggiunto il ptresidente Rossi - se cambiano i comportamenti individuali". "Dobbiamo passare da una reazione alla situazione contingente a un progetto più complessivo, almeno di legislatura - ha proseguito il presidente Rossi - nell'ultimo decennio è la terza volta che la siccità ci colpisce: è accaduto nel 2033 e nel 2007, anche se in forma più lieve.
Con conseguenze molto pesanti: pensiamo solamente che gli incendi divampati nel primo trimestre di cinque anni (2007,8,9,10 e 2011) sono stati 291, mentre quelli che abbiamo avuto nel primo trimestre del 2012 sono già 289. Dobbiamo mettere subito in campo interventi di urgenza, ma anche mettere questi temi al centro delle nostre politiche regionali per la tutela dell'ambiente, del territorio rurale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili, per la chiusura dei cicli industriali dell'acqua e di quello delle biomasse e per l'utilizzazione dei fondi comunitari".
LA SITUAZIONE Dopo un 2010 molto piovoso, il 2011 è stato un anno decisamente secco. Su tutta la Toscana la pioggia è diminuita dal 20%, nel migliore dei casi, fino al 40% in meno rispetto alla media. Il quadro della situazione, sempre aggiornato, è reso possibile grazie al lavoro del Centro funzionale della Regione Toscana che, con il monitoraggio di 350 pluviometri dislocati su tutto il territorio regionale, permette di confrontare i dati più recenti sugli invasi e sui corsi d’acqua dai superficiali fino ai più profondi, confrontandoli con la media degli ultimi dieci anni.
Anche le ultime nevicate insufficienti, non hanno modificato il quadro esistente: per ogni 10 cm di neve corrisponde un apporto di pioggia di circa 1 cm. Dunque anche i 100 cm di neve registrati come punta massima, contribuiscono abbastanza poco al raggiungimento del valore atteso di piovosità media. Le sorgenti collinari e montane presentano già regimi estivi, le falde costiere, già in sofferenza, così come l’approvvigionamento per l’Isola d’Elba, potrebbero entrare in crisi per l’aumento della richiesta dovuto al rilevante numero di presenze estive.
In alcune zone, infine, in concomitanza con la diminuzione della risorsa, potrebbe presentarsi l’ulteriore problema della qualità dovuto all’aumento della concentrazione di alcune sostanze legate alla potabilità dell’acqua come solfati, boro, nitrati. L'AGRICOLTURA Il perdurare del deficit di pioggia rilevato nel 2011 su tutta la Toscana, con anomalie negative di precipitazione in alcune aree fino al 70% sta generando forti preoccupazioni da parte degli imprenditori agricoli.
Alcune colture (cereali e foraggere) sicuramente avranno una riduzione di produttività. Le coltivazioni di grano, ad esempio, cominciano a manifestare sintomi di sofferenza per il ridotto sviluppo delle radici nei terreni privi di umidità; l’attuale stress potrebbe già determinare una riduzione delle produzioni, che in alcune aree potrebbe corrispondere ad una prevedibile diminuzione delle rese di almeno il 30 %. Attualmente le colture arboree (viti, olivi e fruttiferi) non presentano ancora sofferenze da deficit idrico, poiché le piante hanno ripreso l’attività vegetativa nelle ultime settimane; ma il perdurare della situazione di siccità potrebbe richiedere di intervenire con irrigazioni di soccorso, non soltanto per consentire lo sviluppo delle produzioni ma anche per evitare gravi stress idrici alle piante.
Seri interrogativi ci sono invece da parte degli agricoltori per quanto riguarda l’esecuzione delle semine primaverili (girasole, mais) e dei trapianti delle colture ortive. GLI INVASI
Bilancino: volume massimo 69 mln di metri cubi, volume attuale 37 milioni di mc, pari al 54%, con un volume utilizzabile di soli 26 mln di mc (sotto questa quota c'è il fango); Montedoglio: invaso massimo 72 milioni di mc, volume attuale 34 mln, pari al 47%, con soli 24 mln di mc utilizzabili; Cerventosa (Cortona): esaurito da dicembre scorso, ma poi riempito a seguito delle nevicate del febbraio scorso, ma di breve orizzonte di utilizzo; Astrone ( Chianciano): rimane acqua per soli 3 mesi; Arno: il deflusso è sostenuto quasi esclusivamente dai rilasci da Bilancino Levane e la Penna, che sono dimensionati per garantire i prelievi ai fini idropotabili (Anconella e Mantignano, 2.800 litri/secondo).