L'Amministratore delegato di Ferrovie Mauro Moretti presente a Firenze per una serie di incontri istituzionali è stato pesantemente contestato dai NoTav e da una delegazione dei parenti delle vittime della strage di Viareggio. Luogo del presidio la collina di Settignano, sopra Firenze, a pochi metri dal Centro Tecnico di Coverciano lungo la strada stretta e piena di curve che conduce alle ville rinascimentali presenti sulla collina del capoluogo toscano. Circa cinquanta manifestanti armati di bandiere e megafoni hanno dato vita ad un sit in che ha creato qualche problema alla nutrita scorta che ha accompagnato l'AD di Ferrovie attraverso il suo tragitto fiorentino fino a Palazzo Vecchio dove Moretti ha scambiato alcune paroler con i cronisti presenti: "La contestazione? Cosa devo dire..
sono sempre i soliti". Non ha parlato di tunnel e di Tav, non ha accennato ai lavori pronti a partire a maggio, né dei denti della talpa Monna Lisa parcheggiata vicino Ponte al Pino. Alla domanda su eventuali notizie in merito alle terre di scavo ed alla loro caratterizzazione come sottoprodotti o come rifiuti speciali, nodo spinoso che può cambiare le operazioni da mettere in atto anche sul territorio fiorentino ed argomento che si presenta da tempo come un'ombra lunga sul sotto-attraversamento, ha risposto "Non so..
sono solo le terre di scavo che interessano.. andatelo a chiedere al Ministero" La mobilità sostenibile? “Possibile solo ripensando le città come 'smart cities'”. L'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, ha aperto così la lezione che ha svolto oggi pomeriggio al corso di alta formazione politico istituzionale Eunomia Master 2012, ospitato a Villa Morghen a Settignano. “Per favorire la mobilità sostenibile si deve ripensare la progettazione urbana.
Il mio consiglio – ha detto Moretti rivolto alla platea di giovani amministratori cui il corso di alta formazione è rivolto – è puntare tutto sulle 'smart cities', città verticali sostenibili dal punto di vista ambientale perchè non consumano più territorio, e dal punto di vista dell'amministrazione perchè la conduzione, la gestione e la manutenzione delle infrastrutture ricade sul privato che le utilizza e non sul pubblico in generale”. A una domanda sul servizio di Trenitalia e sui problemi legati alle carrozze, Moretti ha risposto: “E' facile fare demagogia dicendo che non abbiamo treni nuovi.
I soldi che le Regioni oggi mettono a disposizione del trasporto pendolare corrisponde esattamente a quello che noi offriamo, ma è il basso d'Europa: pensate che non arriva nemmeno alle risorse che invece ricevono gli autobus”. “Voi che siete amministratori dovete pensare alla politica ma anche alla gestione delle risorse a disposizione per evitare sprechi soprattutto in una situazione come quella di oggi. Avevo ereditato 2 miliardi di perdite all'anno, 10 miliardi di debiti consolidati, che significano 280 milioni di interessi sul debito ogni anno.
Che abbiamo fatto? Abbiamo tagliato 1 miliardo e 800 milioni di sprechi e inefficienze. Di più non riesco a fare”, ha continuato Moretti. “Questi dati sono visti come un esempio di conduzione di impresa in tutta Europa. In Italia dobbiamo imparare a valorizzare quelle realtà imprenditoriali che sono modelli di efficienza, quelle aziende cioè che si rimettono in piedi e riescono a camminare con le loro gambe. Ma per le aziende pubbliche dev'essere chiaro qual è il limite tra azienda e Stato, quale il ruolo che spetta a una e quale quello dell'altro.
Noi continuiamo a fare servizio a nostro rischio anche laddove abbiamo perdite, come su alcuni treni della lunga percorrenza non coperti dallo Stato” ha proseguito Moretti. “Fino ad oggi abbiamo compensato queste perdite con i guadagni dei treni a mercato come quelli dell'Alta velocità. La liberalizzazione è utilissima. Ma se i nuovi entranti vanno soltanto nelle tratte redditizie la conseguenza è che quei nostri margini si assottigliano e noi saremo costretti a tagliare i treni perchè non avranno più una sufficiente copertura finanziaria.
Spero – ha concluso l'ad di Ferrovie - che il governo approvi presto il disegno di legge che impegna tutti gli operatori dell'Alta velocità a contribuire al mantenimento di quei treni oggi in perdita. Per il bene di tutto il Paese”. AntLen