Quanto è profondo il sonno nella culla della cultura?

Opere n. 29 sarà presentata lunedì 2 aprile ore 18.30 allo spazio SUC alle Murate

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 marzo 2012 14:52
Quanto è profondo il sonno nella culla della cultura?

Opere, rivista trimestrale della Fondazione Professione Architetto, si è recentemente rinnovata con una nuova veste grafica e un nuovo progetto editoriale che, afferma Incerti, "mette al centro la realtà metropolitana fiorentina e le sue problematiche per partire da lì con una investigazione che supera i confini geografici e disciplinari, necessaria a scovare le risposte che l'architettura, l'urbanistica e la professione dell'architetto possono, anzi, devono dare alla società e alle amministrazioni che gestiscono quel bene pubblico che sono le città ed i paesaggi".

Opere n. 29 sarà presentata lunedì 2 aprile ore 18.30 a Firenze, presso lo spazio SUC alle Murate. Interverranno:

Guido Incerti, direttore della rivista Giancarlo Cauteruccio, regista Claudio Nardi, architetto di fama internazionale Elisa Poli, storica dell'architettura Fabio Barluzzi, presidente dell'Ordine architetti di Firenze Alessandro Jaff, presidente della Fondazione Professione Architetto Luigi Scrima, presidente dell'Ordine architetti di Prato.
In questo numero Opere parla di: Teatro del Maggio a Firenze; Biblioteca Lazzerini a Prato; Mocak, museo arte contemporanea a Cracovia; House of Culture and Movement a Copenaghen, e molto altro.

“Nell’area metropolitana fiorentina l’eredità culturale è il capitale maggiore su cui investire e la barriera su cui si scontra qualsiasi iniziativa contemporanea”: così scrive Guido Incerti, direttore della rivista Opere, nell'editoriale del numero 29, dal titolo "Infrastruttura cultura". Dice ancora Incerti: "A Firenze si parla molto di cultura e spazi per la cultura, ma non si vede mai un progetto, un concorso. Lo sguardo è rivolto al passato remoto, che a volte diventa pretesto per operazioni mediatiche fini a se stesse piuttosto che impulso per interventi di più ampio respiro.

Sono tante le occasioni perse, i luoghi in cui la mancanza di idee e di progetto ha lasciato posto all'abbandono o alla banalità di interventi senza qualità e senza futuro. è possibile cambiare strada, riaprire un dibattito con i cittadini, ricominciare a fare architettura nell'area fiorentina? Noi crediamo di sì, e Opere si pone proprio questo obiettivo".

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