Rifiuti a peso d’oro: rispetto all’ultimo anno, in Toscana la spesa media annua del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani è leggermente aumentata (+1,9%), confermandosi comunque al di sopra – di 25€ - della media nazionale, pari a 246€. Solo in Campania (378€) e in Sicilia (294€) il servizio costa mediamente di più. In assoluto, in Italia la spesa media annua più alta si registra, come detto, in Campania, la più bassa in Molise 146,5€, a dimostrazione di una marcata differenza tra aree geografiche del Paese, che trova conferma anche all’interno di una stessa Regione: in Toscana, a Carrara la Tarsu arriva a costare 346€, 41,5€ in più della Tia che si paga a Livorno, 45€ in più della Tarsu di Grosseto, 47,5€ della Tia di Lucca, 53€ in più della Tarsu di Massa, 76€ in più di Pisa, 81€ in più della Tia che si paga ad Arezzo, 92,5€ in più di Prato, 97,5€ in più di Pistoia, 123€ in più di Siena e addirittura 169€ in più rispetto alla Tia pagata a Firenze. Da notare come in Toscana dal 2010 al 2011 si sia registrato un incremento tariffario (+1,9%) di poco inferiore a quello registrato a livello nazionale (+2,1%), mentre dal 2007 ad oggi l’incremento arriva al +12,9%, a fronte di un incremento su scala nazionale del +14%.
Italia che vai, rifiuti che trovi: Il Sud ne produce di meno ma gli costano di più: in media, per pagare la bolletta dei rifiuti si spende di più nelle regioni del meridione (264€), dove l’aumento rispetto al 2010 è stato dell’1,5% (+15% rispetto al 2007); seguono le regioni centrali (252€), +2% rispetto al 2010 (+14,5% rispetto al 2007) e il Nord Italia (228€) con un +2,2% rispetto al 2010 (+12% rispetto al 2007). Di contro, è il Centro che registra la media più elevata in quanto a produzione pro capite di rifiuti: (604 kg), seguito da Nord (530kg) e Sud (493 kg).
I virtuosi della raccolta differenziata, invece, sono le regioni del Nord, nettamente avanti (48%, sostanzialmente in linea con quanto stabilisce la legge) rispetto a Centro (25%) e Sud (19%). Nello studio realizzato dall’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva, l’analisi a carattere nazionale del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani in termini di costo sopportato da una famiglia-tipo di tre persone con reddito lordo complessivo di 44.200€ ed una casa di 100 metri quadri.
L’indagine ha riguardato tutti i capoluoghi di provincia nel 2011, ed è disponibile on line su www.cittadinanzattiva.it con il prospetto per ciascun capoluogo e la composizione delle voci di costo. Tia o Tarsu? A più di dieci anni dal Decreto Ronchi del 1997 solo Carrara, Grosseto, Massa e Pisa non sono passati dalla Tarsu alla Tia. Inoltre, rispetto al 2010, tra i capoluoghi di regione, Pisa ha fatto registrare il più alto incremento tariffario (+6,3%), seguita da Lucca (+3,1%).
In positivo, i costi sono rimasti invariati a Carrara, Grosseto, Livorno e Massa. Dal 2007, invece, i maggiori incrementi si sono registrati a Siena (+37,7%) e Carrara (+29,6%), Produzione e gestione dei rifiuti: secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (presentato nell’aprile 2011), nel 2009 in Toscana la produzione pro capite di rifiuti urbani è diminuita dell’3,4% rispetto all’anno prima. Migliora anche il livello di raccolta differenziata che raggiunge il 35,2% del totale dei rifiuti prodotti in regione (fonte: ISPRA, 2011), a fronte di una media nazionale pari al 33,6%. Caro bollette in Italia: in media, in un anno la nostra famiglia-tipo ha sostenuto nel 2011 una spesa di 246 euro per il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, con Napoli quale città più cara per le tariffe rifiuti (508€) e Isernia la più economica (122€). Il commento di Antonio Gaudioso, vicesegretario generale di Cittadinanzattiva: “La gestione del ciclo dei rifiuti è emblematica delle tante contraddizioni di cui è vittima il nostro Paese: il servizio non migliora mentre i costi sopportati dalle famiglie sono sempre maggiori.
In particolare, le tariffe aumentano di più nelle zone del Paese a più basso reddito: negli ultimi 5 anni, sono aumentate mediamente del 44% in Campania e del 20% circa in Calabria. Da Sud a Nord, gli incrementi si registrano ovunque, a dimostrazione della mancanza di una politica nazionale della gestione dei rifiuti, capace di legare gli elementi di costo ad elementi di qualità del servizio, a tutto vantaggio di chi continua ad operare in assoluta assenza di trasparenza. La conseguenza di tutto ciò è che in Italia, più del 40% dei rifiuti va ancora a finire in discarica, la raccolta differenziata stenta al Centro e al Sud e il coinvolgimento dei cittadini nella valutazione del servizio, prevista dal 2008, è ancora un’utopia”.