Fare costa, ma non fare costa di più, perché priva il Paese di opere vitali per il suo sviluppo. Per le infrastrutture è certamente così e la Toscana può proprio con le opere che attende da anni riaccendere il motore dell’economia e rilanciare l’occupazione. Ne è convinta la Cisl Toscana che, assieme a Filca e Fit regionali, sull’argomento ha riunito attorno a un tavolo stamani a Firenze l’assessore regionale Luca Ceccobao, il Capo compartimento Anas della Toscana Antonio Mazzeo, il Direttore Pianificazione strategica di RFI Alessandro Andrei, il presidente di Ance Toscana Alberto Ricci e i segretari generali delle proprie Federazioni nazionali Filca (edili) Domenico Pesenti e Fit (trasporti) Giovanni Luciano. Secondo la Cisl “il contenimento dei costi che Stato e Enti locali giustamente perseguono deve portare al taglio di spese improduttive e sprechi, non può essere però l’alibi per non fare investimenti; soprattutto nelle infrastrutture che, da sempre, sono un moltiplicatore di sviluppo.” Per questo la Cisl chiede “certezza e omogeneità di investimenti in tutta la regione, puntando sull’edilizia ‘verde’ e sulle infrastrutture necessarie a far crescere il manifatturiero.” Durante il convegno sono stati citati i dati dell’Osservatorio ‘I costi del non fare’, secondo cui la mancata realizzazione di infrastrutture nei settori dell’energia, dei rifiuti, delle autostrade, delle ferrovie e idrico, costeranno all’Italia più di 300 miliardi di euro tra il 2012 e il 2024.
Secondo la Cisl “serve a poco prevedere di tutto di più nei documenti programmatici: nel piano regionale integrato infrastrutture e mobilità 2012- 2015 non manca nulla, dal punto di vista teorico non abbiamo nulla da obiettare. Ma a questo punto servono fatti, non più parole.” Anche perché l’edilizia toscana vive una fase di profonda crisi, peggiore del quadro nazionale già negativo, come dimostrano i dati illustrati dal segretario regionale della Filca-Cisl, Massimo Bani: “In Toscana ha detto- si sono persi circa 15 mila posti di lavoro dal 2007 al 2011, passando da 46 mila addetti a poco più di 30 mila.
Dal 2005 al 2009 i permessi a costruire sono diminuiti per gli edifici residenziali del 43,6% a livello nazionale e del 56,7% in Toscana, e per i non residenziali del 27,4% in Italia e del 36,5% in Toscana. I bandi di gara sono passati dai 1368 del 2007 ai 590 del 2011, mentre negli ultimi due anni, sempre in Toscana, si registrano tutti segni meno: nel 2010 –7% di imprese, -8% gli occupati, -8,9% le ore lavorate; nel 2011 –6% le imprese, -7% gli occupati, -5,6% le ore lavorate. E sul fronte occupazionale anche il segretario della Fit-Cisl toscana, Stefano Boni ha lanciato un allarme, legato al taglio delle risorse destinate al trasporto pubblico locale.
“Se non si riusciranno a recuperare i 35-40 milioni di euro all’anno che ad oggi mancano in Toscana –ha spiegato- si rischia, per quanto riguarda la gomma di lasciare le periferie senza servizi con un esubero stimato di 5-600 persone su un totale di 5.742 addetti. Per quanto riguarda invece il ferro ci è stato annunciato che, da giugno, saranno tagliati circa 10 milioni di euro, che si tradurrano in circa 60-65 treni in meno al giorno, minando il Memorario e mettendo a rischio l’occupazione di 50-60 macchinisti e capotreno. Le parole di Luca Ceccobao, assessore regionale alla mobilità. “In Toscana serve una svolta nelle infrastrutture e noi la stiamo mettendo in atto, anche se in tempi di mancanza di risorse pubbliche”, a dirlo è l’assessore Ceccobao, che questa mattina ha partecipato al convegno ”Infrastrutture per lo sviluppo e l’occupazione della Toscana” organizzato da Cisl Toscana.
“La nostra regione è un’importante piattaforma logistica – ha precisato l’assessore – per questo come amministrazione regionale stiamo puntando sullo sviluppo delle infrastrutture, attivando investimenti importanti sul nostro territorio per renderlo più moderno e competitivo e al tempo stesso migliorare la qualità della vita dei cittadini nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio”. L’assessore Ceccobao concorda con Cisl sull’importanza degli investimenti nel settore delle infrastrutture, specialmente in un periodo in cui le risorse scarseggiano.
Investire in infrastrutture, infatti, equivale a dare nuove opportunità di sviluppo al territorio oltre che a modernizzare e velocizzare i collegamenti. “La Toscana, pur in un momento così difficile, vuole continuare a potenziare la propria dotazione infrastruttuarale - ha spiegato l'assessore -ricorrendo anche al contributo di privati tramite il project financing. Stiamo lavorando su più fronti: la procedura di Via sulla Tirrenica sta arrivando alle fasi finali. Dovranno essere rispettate le richieste della Regione sul nodo di Orbetello e sul pedaggiamento, ma la nuova autostrada che rappresenterà un asse viario fondamentale per la Maremma e per tutta la costa tirrenica.
Inoltre sta procedendo anche la Due mari e nella tratta Siena-Grosseto oltre la metà del tracciato ha ormai 4 corsie". Dal punto di vista ferroviario, invece, partiranno a breve i lavori sul nodo di Firenze, opere necessarie per potenziare il trasporto ferroviario regionale e per dare all'alta velocità nazionale una nuova stazione ad essa esclusivamente dedicata. La Regione ha inoltre finanziato il potenziamento dei collegamenti ferroviari del porto di Livorno e interventi sulla linea Pistoia-Montecatini.
Inoltre, è da ricordare il grosso investimento fatto dalla Regione per il dragaggio e la messa in sicurezza delle darsene del Porto di Livorno oltre che per la realizzazione di una foce armata per lo Scolmatore d'Arno. Infine sono stati pubblicati due bandi per la sicurezza stradale (di cui uno ancora aperto ed in scadenza il prossimo 10 maggio) che attiveranno in tutto circa 30 milioni di interventi sul territorio regionale