Una interrogazione in Consiglio regionale ha riportato l'attenzione sul problema degli edifici da sottoporre a bonifica dopo anni di esposizione del pericoloso materiale agli agenti atmosferici ed alle intemperie. L'Amianto compatto è un materiale, lo è stato per lungo tempo, di costruzione e di 'protezione' poiché lavorabile sotto forma di fibra tessile. Nel tempo controlli e rilievi hanno evidenziato come l'esposizione dello stesso al tempo ed alle intemperie «Come dimostra anche la recente sentenza Eternit, il problema dell’amianto è serio e va affrontato con la massima attenzione.
I dirigenti della tristemente nota società Eternit stanno adesso pagando la loro negligenza che ha portato migliaia di persone ad ammalarsi ed a morire di tumore per aver lavorato questo pericolosissimo materiale o per il semplice fatto di esserci entrati in contatto. Adesso che il problema ed i rischi per la salute sono ben chiari a tutti però, non può continuare ad essere tollerato il lassismo degli amministratori pubblici». È quanto afferma il capogruppo della Lega Nord Toscana in Regione, Antonio Gambetta Vianna, che, insieme al collega Gian Luca Lazzeri, ha ricevuto una risposta a un’interrogazione sulla presenza di amianto in centinaia di edifici pubblici toscani.
«Dobbiamo inserire come prioritario – ammette il leader del Carroccio in Palazzo Panciatichi – lo smaltimento di tutte le coperture in amianto, altrimenti dove sta la differenza tra chi ha amministrato una società e sapeva dei rischi per la salute e gli amministratori pubblici che conoscono i rischi ed i danni allo stesso modo, ma non fanno niente per superare il problema? Con la nostra interrogazione, abbiamo voluto esprimere tutte le nostre preoccupazioni circa lo stato dell’arte della bonifica dei siti con amianto che, onestamente, ci sembra molto indietro nella sua attuazione.
20 anni di tempo sono un’eternità e non essere ancora riusciti a sostituire le coperture in amianto degli edifici pubblici con altre soluzioni è una sconfitta della pubblica amministrazione. Si poteva fare sicuramente di più. Sono ancora 725, infatti, gli edifici pubblici sul suolo toscano che presentano manufatti in amianto dannosi per la salute. L’attenzione in questi casi non basta, serve un piano preciso che obblighi lo smantellamento delle coperture in amianto degli edifici pubblici.
L’assessore Bramerini ha descritto in modo esaustivo quello che è ad oggi lo stato di attuazione ed ha individuato alcune criticità, tra le quali spiccano il censimento degli edifici privati e gli elevati costi sostenuti per lo smaltimento a causa dei lunghi viaggi, spesso all’estero, che devono essere fatti, stante la mancanza di siti idonei allo smaltimento sul nostro territorio. Per il problema del censimento dei siti privati, chiediamo che siano coinvolti direttamente i Comuni, i quali sono in grado di conoscere meglio il territorio e possono dare un contributo importante alla bonifica».