Il presidente Cia Toscana: «Auspichiamo che il Governo in tempi rapidi riveda l’applicazione dell’Imu al settore agricolo». Senza risposte da parte del Governo sarà intensificata mobilitazione nazionale Soddisfazione e apprezzamento della Cia Toscana per l’approvazione da parte del Consiglio Regionale della Toscana, all’unanimità di una risoluzione sui possibili effetti negativi, con l’introduzione dell’Imposta municipale propria (Imu), sulle imprese agricole e forestali.
«Apprezziamo molto l’iniziativa assunta dal Consiglio Regionale con l’approvazione della risoluzione sull’Imu – commenta il presidente di Cia Toscana Giordano Pascucci -. E’ un intervento che le forze politiche dovrebbero riprendere anche a livello nazionale affinché il Governo in tempi rapidi riveda l’applicazione dell’Imu al settore agricolo rimodulando i coefficienti di rivalutazione per Iap e coltivatori diretti ed escludendo i fabbricati strumentali». La proposta di risoluzione è stata sottoscritta da tutti i componenti della commissione Agricoltura e Sviluppo rurale.
Il Consiglio Regionale, esprimendo preoccupazione per le conseguenze dell’Imu sulle aziende agricole, ha impegnato la Giunta regionale a rinnovare e rafforzare il proprio impegno, assieme alle altre Regioni, affinché i fabbricati rurali ad uso strumentale siano esentati dal pagamento o quantomeno possa essere valutata la possibilità di una consistente riduzione degli oneri. Come ha ribadito più volte, la Cia Toscana ritiene l’Imu una tassazione punitiva perché penalizza il lavoro dell'agricoltore, lo colpisce negli strumenti indispensabili per svolgere adeguatamente la propria attività imprenditoriale.
«Di ciò il Governo – aggiunge Pascucci - deve rendersene conto, i produttori non possono operare in perdita, sarebbe un assurdo, vogliamo lo stesso trattamento degli altri settori produttivi. Sui beni strumentali non si applica l’Imu, le cantine, i fienili, le stalle, sono come le catene di montaggio di un’azienda metalmeccanica, non credo che le catene di montaggio siano imponibili. E poi spesso questi beni non sono più utilizzati, pensiamo alle stalle dismesse, ai fienili non più utilizzati.
Si rischia una tassa che è più pesante sia del valore del fabbricato che dei prodotti e mezzi tecnici. Una autentica assurdità. E poi il gettito, è almeno 5 volte quello che si aspettavano. Gli spazi per intervenire ci sono tutti, per di più senza pregiudicare i conti pubblici o chieder ad altre categorie di farsi carico della nostra parte. Servono risposte valide e in tempi brevi, prima che si aprano contenziosi con i comuni. Senza risposte da parte del Governo – conclude Pascucci – dovremo intensificare le azioni di mobilitazione in tutto il territorio, rafforzando in particolare quelle a carattere nazionale».