Le polemiche sollevate nei giorni scorsi dalla decisione RAI di pretendere il pagamento del canone speciale di abbonamento da parte delle aziende, ha determinato l’intervento del Ministero allo Sviluppo Economico che, con un comunicato, ha escluso il pagamento per chi possiede pc, tablet e smartphone, a meno che i computer non siano utilizzati solo come televisori e l'azienda non abbia corrisposto il canone speciale . Viene così a chiarirsi una situazione di estrema confusione che, sulla base di una norma del 1938, imponeva un canone speciale per le aziende in possesso di strumenti “atti a ricevere” .
La conclusione del Ministero accoglie pienamente le osservazioni avanzate anche da Confesercenti e da Rete Imprese Italia che, in una nota, avevano ribadito l’incongruenza della richiesta da parte della RAI che, sostituendosi al legislatore, utilizza una norma che “ certamente non ha come scopo quello di obbligare al pagamento del canone chi utilizza i propri strumenti di lavoro per finalità intrinseche, e a volte addirittura per effetto di norme che obbligano l’impresa a dotarsene (si consideri l’obbligo per le società di dotarsi di posta elettronica certificata e la previsione che i contatti tra imprese e pubblica amministrazione debbano avvenire esclusivamente in forma telematica). La richiesta del pagamento del canone a tutte le imprese, senza un riscontro delle reali situazioni operative, sembra piuttosto rispondere a una non dichiarata ma evidente esigenza “di far cassa”.
In questo caso, però, a prescindere dalle interpretazioni formali delle norme in vigore, che pure potrebbero portare all’assurdo riconoscimento della conformità a legge di quanto preteso dalla RAI, le Associazioni che compongono RETE Imprese Italia si oppongono fermamente all’applicazione di quello che appare un insensato nuovo balzello, basato sulla teorica eventualità dell’accesso a un servizio, piuttosto che sull’utilizzo reale del medesimo”. Soddisfazione, dunque, dal mondo delle imprese, per il superamento di una palese iniquità che, al di la dei chiarimenti del Ministero, esige che vengano modificate le norme che impongono il pagamento del canone televisivo, escludendo quanto meno qualsiasi obbligo di corrispondere il canone in relazione al possesso di apparecchi che fungono da strumenti di lavoro per le aziende, quali computer, telefoni cellulari e strumenti similari. Oggi la Rai ha fatto marcia indietro sulla richiesta di pagamento del canone speciale per il possesso di PC.
Di seguito quanto comunica l’Aduc (Associazione Diritti Utenti e Consumatori): Non è la prima volta che la Rai ha provato a ingannare i contribuenti, e probabilmente non sarà l'ultima viste le sue condizioni economico finanziarie. Già nel 2007 aveva tentato la stessa cosa con le famiglie, minacciandole con azioni di riscossione del canone per il possesso del pc. All’epoca eravamo riusciti a bloccarla attraverso interpelli e interrogazioni parlamentari, purtroppo senza l'appoggio e l'attenzione che i media e il Parlamento hanno voluto dedicare ad analoga richiesta fatta oggi alle partite Iva.
Coloro che hanno già pagato il canone/imposta per il solo possesso di PC (sia azienda che privati) potranno fare richiesta di rimborso, oltre ad un congruo risarcimento del danno per le spese di recupero di quanto pagato e non dovuto. Questo il modulo dell’associazione.