La maggioranza che governa il Comune di Firenze difende l’operato di Monti, le liberalizzazioni e la deregolamentazione delle norme anche regionali, che imponevano limitazioni degli orari di vendita e delle festività, e boccia la proposta di sostenere il ricorso della Regione Toscana alla Corte Costituzionale. “Sonno soddisfatto del risultato ottenuto: il Consiglio comunale ha compreso che è necessaria una regolamentazione delle aperture notturne dei negozi. Attualmente, molti negozi, generalmente gestiti da stranieri, sono aperti ininterrottamente ma lo stesso accade per i negozi di ultima generazione che distribuiscono automaticamente pasti e bevande.
Siamo davanti ad una deregulation ed è per questo che è necessario migliorare il sistema, regolandolo con una normativa precisa e chiara che consente a tutti di allungare il proprio orario di apertura dei negozi. Questo cambiamento, però, non dovrà ricadere passivamente sulle spalle dei dipendenti, dei lavoratori nei negozi: è necessario che anche loro ne traggano beneficio ed è necessario che chi deve vigilare sulle tutele dei lavoratori lo faccia”. È il commento di Andrea Pugliese, consigliere del Pd che oggi pomeriggio ha presentato in Consiglio comunale la mozione per “dare disposizioni agli uffici competenti di elaborare una normativa che consenta di prolungare gli orari di chiusura degli esercizi di vendita al dettaglio oltre quelli previsti dalle attuali ordinanze sindacali”.
La mozione è stata approvata con 23 voti a favore, 3 contrari e 9 astenuti. "Non si tratta di “un obbligo di apertura per tutti i negozi ma della facoltà che viene concessa di rimanere aperti, offrendo un servizio alla collettività, a quei negozianti che lo ritengono opportuno”. La mozione è arrivata nel Salone de’ Dugento a distanza di un anno e mezzo dall’approvazione da parte della commissione sviluppo economico presieduta da Enrico Bertini (Pd). Inoltre, la mozione sollecitava anche la promozione nei confronti della Regione Toscana e del Governo di una revisione normativa sull’orario notturno degli esercizi di vendita con particolare riferimento alle nuove esigenze delle città metropolitane e di richiamo turistico e culturale internazionale ma nel frattempo l’esecutivo nazionale è intervenuto con un apposito atto normativo già in vigore.
“È un atto importante – ha commentato il consigliere Andrea Pugliese – che rientra nelle politiche di apertura di questa città che sempre di più individua occasioni in tal senso. Infatti, nel documento approvato oggi dal Consiglio comunale si fa specifico riferimento anche alla prospettiva di sviluppare ulteriori iniziative per allargare i tempi di vita culturali, sociali ed economici della città e quindi alla necessità di ripensare e conseguentemente adeguare gli orari di apertura notturna degli esercizi di vendita ed in particolare di quelli al dettaglio per consentire anche a tutti i cittadini un servizio migliore per la cosiddetta spesa d’emergenza.
Insomma - ha concluso Pugliese-, i tempi sono cambiati: a Firenze come nel resto del mondo ed è necessario che chi amministra le città se ne renda conto e ne prenda atto. Analogamente le associazioni di categoria che non possono fare le barricate a oltranza. Le esigenze dei cittadini sono diverse come sono diversi gli orari di lavoro” Un ‘modello Firenze’ nel settore del commercio che dica sì alle novità introdotte dai decreti Monti, accettando la sfida della modernità, ma dica no all’anarchia e alla deregulation, applicando poche e semplici regole per uno sviluppo equilibrato.
E’ questa la ricetta proposta del vicesindaco Dario Nardella durante la sua comunicazione di oggi in consiglio comunale, sui recenti provvedimenti del governo sulla liberalizzazione nelle attività produttive. “Stiamo vivendo una fase di grande evoluzione – ha spiegato il vicesindaco - I due provvedimenti del governo Monti, ovvero la legge ‘Salva Italia” e il decreto ‘Cresci Italia” intervengono in modo incisivo e con modifiche spesso radicali su molti ambiti di un settore, quello delle attività produttive, che da sempre hanno coinvolto le amministrazioni comunali: il ‘Salva Italia’ per il commercio (per orari e allocazione delle attività); il ‘Cresci Italia’ per taxi, farmacie, panificatori (il provvedimento è comunque ancora all’esame del Parlamento e ci torneremo dopo la definitiva approvazione)”.
Per quanto riguarda dunque le novità introdotte nel settore del commercio, Nardella ha ricordato che il decreto interviene sia liberalizzando orari e giornate di chiusura, sia eliminando le limitazioni a merceologie e localizzazioni delle attività. “Riguardo gli orari, la situazione è ancora in grande evoluzione – ha sottolineato – poiché di fronte a queste novità, molte Regioni hanno preso posizioni diverse e la Toscana ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale sul conflitto di competenza e di emanare subito leggi che vanno in direzione opposta al decreto.
E in alcuni Comuni che hanno già applicato queste leggi, come Prato e Pontedera, alcune aziende della grande distribuzione sono ricorse al Tar che ha sospeso i provvedimenti. Occorre quindi grande prudenza. Noi ribadiamo che il Comune di Firenze non emetterà al momento ordinanze limitative di aperture; ma continueremo il monitoraggio per conoscere orari e aperture e avvieremo un confronto con le categorie e sindacati (la concertazione area vasta è già fissata per il 7 febbraio)”. Tre le mosse indicate dal vicesindaco.
“In primo luogo l’amministrazione darà il massimo sostegno alla piccola distribuzione, che ha risposto con il giusto spirito alle novità, senza fare barricate ma cercando le strade per restare sul mercato puntando soprattutto su servizi e qualità”. Quindi “daremo subito una forte accelerazione alla costituzione dell’associazione unitaria dei Centri commerciali naturali, che riunisce circa 1.500 negozi fuori e dentro il centro storico; parteciperemo al bando regionale per i finanziamenti ai Centri commerciali naturali; avvieremo un nuovo progetto per l’arredo urbano”.
In secondo luogo, riguardo la rimozione delle limitazioni a merceologie e localizzazioni dei negozi, Nardella ha spiegato che “l’amministrazione, oltre ad aver aperto un confronto con la Regione sull’adeguamento delle norme previste dal decreto, sta lavorando con l’assessore Meucci per utilizzare strumenti urbanistici ed edilizi, laddove la pianificazione commerciale non è più possibile. Abbiamo degli strumenti di garanzia – ha sottolineato il vicesindaco – la legge ‘Salva Italia’ infatti prevede deroghe che riguardano la difesa della salute, dei lavoratori, dell’ambiente e dei beni culturali.
Questo ci rassicura sulla validità del nuovo Piano del commercio e ci permette di utilizzare proprio la leva della tutela del patrimonio culturale per difendere le botteghe artigiane, i negozi storici e altri particolari contesti urbani”. Infine il terzo punto, che riguarda la scadenza moratoria di 3 anni (già prorogata) sull’apertura di nuovi esercizi di somministrazione nel centro storico: Nardella ha precisato che l’obiettivo è quello di rimuovere la moratoria “perché è inadeguata al nuovo contesto normativo, perché ha portato ad una situazione di rendita (che porta anche a 300mila euro di surplus per acquistare un‘attività in centro) e perché possa evitare la proliferazione di locali ovunque con un effetto ‘movida’ certo non auspicabile”.
La soluzione prevista è quella di intervenire sul piano della somministrazione “elevando gli standard strutturali e qualitativi dei locali pubblici” e “lavorando su nuove misure nel regolamento edilizio che sarà pronto in primavera”. “Firenze non chiuderà le porte alla liberalizzazioni di Monti nel commercio – ha concluso Nardella – ma si impegnerà per declinare queste nuove norme nel contesto locale, con regole nuove e semplici che salvaguardino la qualità e la tradizione in uno sviluppo equilibrato del commercio fiorentino”. “Incentivi per i centri naturali, vista la loro particolarità”.
E’ l’emendamento del consigliere Giovanni Fittante (IdV) accolto nella mozione sugli orari degli esercizi di vendita e il rispetto delle festività civili e religiose proposta dal consigliere Pugliese e che oggi ha avuto il via libera del Consiglio comunale. La mozione chiede al sindaco e ala giunta di tenere conto di quanto previsto nel decreto “Salva Italia” al fine di elaborare una normativa che consenta di prolungare gli orari di apertura degli esercizi di vendita al dettaglio, oltre quelli previsti dalle attuali ordinanze sindacali” "La questione della liberalizzazione degli orari del commercio è un tema ineludibile nel dibattito politico attuale.
Credo sia necessario considerare la questione dentro il contesto - nazionale e locale - in cui operiamo: innanzitutto ponendo attenzione ai diritti dei lavoratori del commercio, al tipo di contratto con cui conciliare tempi di vita e di lavoro: una questione strettamente legata anche alla discussione sul Primo Maggio e le altre festività civili e religiose, che proprio oggi ha visto la maggioranza di Palazzo Vecchio schierata in maniera determinata in difesa di queste date". E' quanto espresso dalla consigliera del Pd Cecilia Pezza.
"Ma non basta: è necessario tutelare i piccoli negozi - ha aggiunto Pezza- , sostenendo quelle reti di economia locale, a partire dai centri naturali commerciali, che possono creare una situzione sostenibile nel momento in cui verranno meno determinate regolamentazioni. Ci troviamo poi in un momento in cui l'IMU peserà fortemente anche nel settore del commercio. Il tema di fondo è infine, a mio parere, quello del rischio "rivoluzione mancata": chi beneficia dell'allargamento degli orari di apertura dei negozi se continuiamo a gravare pesantemente, dal punto di vista fiscale, sul lavoro? Assistiamo ad una sempre crescente polarizzazione dei redditi nel nostro Paese: o invertiamo questa tendenza o i negozi rischieranno di restare vuoti.
Aperti, ma vuoti." “Finalmente il Comune di Firenze si è schierato -affermano i consiglieri Tommaso Grassi e Ornella De Zordo- prima con le parole del Vice-Sindaco Nardella che ha esplicitamente lodato il coraggio del Governo Monti di aver saputo cogliere l’opportunità di procedere ad una liberalizzazione completa, e poi con il voto contrario della maggioranza che ha bocciato la richiesta di sostenere i motivi del ricorso della Regione Toscana contro il Decreto Liberalizzazioni – hanno aggiunto –.
Non riusciamo a capire dove sia la battaglia contro la crisi nel provvedimento dello Stato che sicuramente grazie alla liberalizzazione totale e selvaggia degli orari e delle aperture farà un ennesimo favore alla grande distribuzione, senza portare alcun beneficio alle piccole e medie attività commerciali e penalizzando i dipendenti delle grandi catene multinazionali del commercio. Non crediamo che sia questo il metodo per uscire dalla crisi, e che ci sia un modo alternativo che punta sul piccolo e medio indotto, sulla filiera corta e su un metodo alternativo di consumare ed acquistare, basato sulla qualità dei prodotti locali e tipici, che si oppone alla logica consumistica del consumare tanto, tutto e sempre.” “Abbiamo tentato oggi in Consiglio di far assumere al Comune una posizione non complice dell’operato del Governo, – concludono i due Consiglieri – ma la maggioranza ha respinto il nostro tentativo di assumere una posizione contraria alla liberalizzazione sui negozi messa in atto dal Governo Monti”.