Firenze - La sua invenzione, la stadiazione ecografica dell'anca nei neonati, ha cambiato in meglio il futuro di tanti bambini. Parliamo del professor Reinhard Graf, austriaco, tra i maggiori esperti a livello internazionale della displasia congenita dell’anca. E lui che ha ideato la metodica dello studio ecografico di questa patologia, consentendone una diagnosi precoce ed accurata. Sarà lui, nel corso della importante “due giorni fiorentina” che si terrà il 17 e 18 aprile all’Ospedale Pediatrico Meyer, a tenere la lezione magistrale, durante i lavori del Convegno nazionale su questa rilevante patologia, che ha un’incidenza nella popolazione in età pediatrica che va dall’1 all’1,5 per cento.
L’appuntamento medico-scientifico si articolerà in due momenti: nel Corso teorico pratico di terzo livello sull’Ecografia dell’anca per operatori esperti di questa metodica (17 e 18 aprile) e nel Convegno vero e proprio (18 aprile) a cui centinaia di ortopedici ed esperti del settore affluiranno per l’estremo interesse del tema che verrà affrontato.
La “due giorni fiorentina” è stata organizzata dall’Ortopedia Pediatrica dell’Ospedale pediatrico Meyer diretta dalla dottoressa Alessandra Novembri e dal dottor A.
Pagliazzi e dalla Radiodiagnostica Pediatrica diretta dal dottor Claudio Fonda. Oltre al Corso che si segnala di grande importanza per chi lavora nel settore, il clou sarà il Convegno nazionale monotematico sulla Displasia Congenita dell'Anca che riunirà pediatri, radiologi ortopedici italiani per confrontarsi insieme a indiscussi esperti di questa patologia le problematiche ancora aperte.
Lo studio ecografico dell'anca ha radicalmente modificato, negli ultimi 20 anni, l'approccio a questa malattia.
In passato la diagnosi era sempre tardiva, per lo più a cammino già iniziato, e le possibilità di ottenere un recupero totale era molto ridotta, con spesso postumi importanti come deambulazione con zoppia e limitazioni funzionali e la comparsa di artrosi precoce. Inoltre anche la terapia risultava gravosa per il paziente. Come spiega la dottoressa Alessandra Novembri: “la cura era pesante, con sempre la necessità di ricorrere all'uso di divaricatori rigidi che immobilizzavano il bambino per molti mesi e spesso anche a un periodo di trazione con successivo a intervento chirurgico più o meno invasivo, a cui faceva seguito un lungo periodo di immobilizzazione prima in gesso e poi in divaricatore.
L'avvento dell'ecografia dell'anca, oggi praticamente effettuata in tutti i nuovi nati entro i primi due mesi di vita, prosegue l’ortopedica “ha permesso una diagnosi precoce consentendo una terapia molto poco aggressiva, solo divaricatori leggeri, senza completa immobilizzazione del bambino, di breve durata e con recupero completo della normalità”.
E proprio questa perdita di drammaticità della patologia - avvertono gli organizzatori dell’evento medico scientifico - ha però recentemente abbassato il livello di attenzione, con la conseguente ricomparsa di diagnosi ritardate e di trattamenti non sempre efficienti.
Per queste ragioni la Radiodiagnostica e l’Ortopedia Pediatrica del Meyer hanno sentito l’esigenza di radunare a Firenze tutti gli esperti del settore e i medici coinvolti, per discutere insieme della Displasia Congenita dell'Anca, con l’obiettivo di raggiungere protocolli di diagnosi e di terapia condivisi.
(r.rez.)