“I dati smentiscono certe affermazioni di carattere elitario e autoicompiaciuto, non condivisibili, che irritano e inquietano”. E’ il giudizio del presidente Enrico Rossi su alcune recenti dichiarazioni di membri del governo relative ai giovani e al loro atteggiamento nei confronti del lavoro. “L’88% dei contratti che i giovani stipulano sono di carattere precario – ha proseguito il presidente presentando alla stampa i dati del progetto Giovanisì – I nostri giovani fanno sacrifici per rendersi autonomi, certamente hanno bisogno di sostegno e stimolo ma si muovono, si spostano dal sud al nord, vanno all’estero.
Certe espressioni sono sprezzanti e sbagliate. Piuttosto i giovani non hanno sufficiente sicurezza per quanto riguarda il lavoro, e in Italia non c’è sistema di protezione per le fasi di passaggio tra un lavoro e un altro. Senza lavoro fisso non si ottiene un mutuo, non si mette su casa, non si fanno figli” “Noi in Toscana qualcosa abbiamo fatto – ha proseguito il presidente - invito il governo a guardare alla nostra esperienza, a fare una politica per i giovani come avviene in altri paesi europei”.
La valutazione del presidente Rossi sui primi risultatui del progetto Giovanisì è complessivamente positiva: “Le cose stanno andando abbastanza bene, per i tirocini, il servizio civile, il fare impresa. Per quanto riguarda i tirocini abbiamo posto un limite ad una loro utilizzazione nelle ditte individuali perchè temiamo che vengano usati come sostitutivi del lavoro vero e proprio, ma stiamo studiando soluzioni per alcune attività, per esempio quelle artistiche o artigianali le cui caratteristiche potrebbero configurare un tirocinio con veri contenuti formativi.
Il governo ha eliminato l’indennità ai tirocinanti negli studi professionali, noi invece vogliamo firmare un protocollo proprio con gli ordini e lo faremo a breve”. “Il nostro progetto – ha concluso il presidente – non è certo risolutivo dei problemi più complessivi del lavoro nel nostro paese, ma viene incontro al bisogno di autonomia dei giovani, che con il lavoro, con il servizio civile, con la possibilità di avviare una propria attività e di avere una abitazione vogliono sentirsi parte attiva della società”. Duemila i giovani toscani che hanno chiesto alla Regione un contributo sull’affitto di una abitazione per uscire dal nucleo familiare di origine.
La notizia viene dal presidente Enrico Rossi che questa mattina ha firmato un protocollo d’intesa con molte realtà giovanili toscane (30 strutture giovanili di altrettante realtà produttive, sociali, di categoria, sindacali, del terzo settore, degli enti locali) per istituire il “tavolo Giovani Sì“, strumento di collegamento permanente fra Regione Toscana ed eterogeneo mondo, pubblico e privato, delle politiche giovanili. E’ stata l’occasione per fornire i primi dati su quel progetto (“Giovani Sì.
Progetto per l’autonomia dei giovani“) che si pone l’obbiettivo di “garantire dinamismo e opportunità all’universo giovanile toscano in termini di sviluppo delle capacità individuali, emancipazione e partecipazione sociale”. Fra i diversi “fronti” già aperti sul progetto regionale, è da pochi giorni scaduto il primo bando per i contributi sull’affitto di abitazioni per ragazze e ragazzi under 34: più di 1.300 le domande presentate (in termini numerici significano circa 2.000 giovani coinvolti) per concorrere ai contributi regionali (compresi fra i 150 e i 350 euro al mese fino a un massimo di tre anni).
A marzo le graduatorie. E subito dopo un nuovo bando. Da poche settimane sono inoltre aperti gli sportelli di Fidi Giovani nel contesto di un’altra linea progettuale (il “Fare Impresa“) che prevede l’erogazione di prestiti garantiti (250 mila euro) e abbattimento interessi, per quei giovani intenzionati a iniziare una attività imprenditoriale: sono già state presentate più di 60 richieste per un totale di oltre 6 milioni di euro. A questo si aggiungono 30 pratiche, già avviate, per nuovi insediamenti imprenditoriali in agricoltura. C’è anche la linea dei tirocini (“di qualità e retribuiti”, precisa Rossi sottolineando i meccanismi inseriti nella legge per evitare usi distorti di questo sostegno al lavoro dei giovani): a oggi sono oltre mille i giovani che ne usufruiscono con un sempre crescente numero di aziende interessate a farsi coinvolgere (la Regione sostiene con 200 euro al mese e con una durata che può arrivare anche a 24 mesi, tirocini e stage retribuiti con borse di studio). Altri 1.000 giovani stanno per essere avviati nel Servizio civile regionale aggiungendosi agli altrettanti già all’opera in tante esperienze (terzo settore, cultura, ambiente, enti pubblici) nell’intera Toscana.
Sono infine aperti bandi per cofinanziare in accordo con le Università 200 assegni di ricerca. Il “tavolo” ha l’obiettivo di favorire l’attuazione di un progetto i cui contenuti e le cui novità sono inserite nel portale www.giovanisi.it con cinque obiettivi: promuovere l’emancipazione dei giovani dalla famiglia di origine, potenziare le opportunità legate allo studio/formazione, costruire percorsi per l’inserimento nel mondo del lavoro, facilitare l’avvio di imprese, accrescere le opportunità di esperienze formative e lavorative all’estero.