Gabriele Lavia torna a firmare la regia di un nuovo allestimento de I Masnadieri di Schiller, dopo la bellissima edizione del 1982 che ha segnato l’immaginario di moltissimi spettatori, e lo fa dirigendo una compagnia di ben diciotto attori, ancora una volta insieme al Teatro Stabile dell’Umbria. Lavia riprende quest'opera giovanile, straordinaria, impregnata di ideali, di grande impatto emotivo e scenico per trasformarla in una grande occasione, l'atto di nascita della Giovane Compagnia del Teatro di Roma.
I Masnadieri portano sul palcoscenico una potente tragedia: un perverso intreccio familiare, un amore conteso, il tradimento, l'odio e la morte. Esordio letterario di Schiller, lo spettacolo conserva tutta l'attualità dei nostri giorni, quella che era una violenta denuncia delle istituzioni politiche e sociali del tempo, attraverso la parabola del suo eroe che, dall'irrazionale ribellione raggiunge la lucida consapevolezza della propria colpa, può essere vista con occhi contemporanei. La seduzione del potere e la perversione della libertà sono i due elementi fondanti che fanno l'azione. Con un inganno Franz risponde al fratello Karl che vuole tornare alla casa paterna pentito delle giovanili dissolutezze, e gli invia una perfida lettera a nome del padre con cui lo disereda e lo rinnega.
Lo sconforto di Karl lo spinge a porsi a capo di una banda di masnadieri per vendicare ovunque torti e ingiustizie. Franz, con l'intento di sedurre e sottrarre la fidanzata al fratello, mente e annuncia la sua morte. Karl, dopo diverse vicende torna a casa paterna, scoprendo così tutte le menzogne e, rapito da un momento di riflessione, dubita che la giustizia si possa ottenere con la violenza. Un dubbio che si insinua ferocemente nell'animo di un uomo mentre scopre che il padre non è morto, come invece diceva il fratello, ma sepolto vivo in una torre.
La tragedia si compie: Franz si strangola. Il padre, vedendo nel figlio il masnadiero e il responsabile della morte del fratello, muore di crepacuore. Karl, ritenendosi indegno dell'amore di Amalia, la uccide e si consegna ai gendarmi. “Die Rauber, cioè i fuorilegge, i banditi, i briganti, ma per noi, e probabilmente per sempre, I Masnadieri. – sottolinea Gabriele Lavia - Con questa tragedia Schiller entra violentemente nella storia della letteratura tedesca come poeta della ribellione e come suddito ribelle, retore della libertà politico-sociale e nella kantiana libertà etica.
Ma soprattutto egli entra nella storia della drammaturgia con un evento straordinario, che si tentò più volte di imitare e a cui certamente molto dobbiamo. Ciò che affascina maggiormente in Schiller è la capacità di far scoppiare effetti scenici e fondare su questi la struttura della sua drammaturgia. Egli possiede un grandioso stile drammatico e quella particolarissima abilità scenica che consiste nel saper sfruttare ogni risorsa dell’emozione e della sorpresa. I Masnadieri si inseriscono idealmente nello Sturm und Drang, e in quella luce di furore visionario lʼopera attacca le istituzioni politiche, sociali e i pregiudizi morali nel proposito di impiegare il palcoscenico come “Istituto morale”.
In questo senso le parole di Schiller risuonano nellʼorecchio del mondo contemporaneo e, quellʼopera “giovanile”, straordinaria, del poeta, mi è sembrata lʼoccasione giusta per poter far nascere la Giovane Compagnia del Teatro di Roma, con uno spettacolo ʻagileʼ, appassionato e di grande presa.” La scena di Alessandro Camera disegna uno spazio definito da tre pareti di immagini, simboli e iscrizioni, con una poltrona e tavolini allineati posati sul polveroso terriccio del pavimento, ed è riquadrata dalle luci cupe e tenebrose ideate da Simone De Angelis.
Le musiche dai decisi accenti punk e rock di Franco Mussida si accordano ai costumi graffianti, dove predomina la pelle nera, di Andrea Viotti, già con Lavia nell’edizione del 1982, e completano questo nuovo allestimento leggibile come “una moderna radiografia del ribellismo giovanile” I WRITERS Alcuni pannelli della scena sono realizzati da due writers Paolo Colasanti e Leonardo Maltese, che hanno interpretato la carica rivoluzionaria di un testo storico attraverso il segno forte e indelebile della vernice.
Una reinterpretazione fatta da giovanissimi artisti che parlano al mondo con i loro graffiti e che riconoscono ne I Masnadieri la rabbia, la violenza e la protesta, forze propulsive della loro espressività artistica. I writers accomunati da un'unica lingua che visibilmente irrompe nella nostra vita quotidiana abituati a scardinare le regole, interpretano oggi il testo di Schiller cogliendone la parte più istintiva e viscerale. Il risultato è esaltante, i pannelli, che saranno il rivestimento dell'intera sala teatrale dove si svolgerà l'azione, sono potenti, impetuosi, tempestosi e avranno sicuramente un effetto travolgente e trascinante sullo spettatore. La Pergola vista dal palcoscenico Incontri a cura di Pietro Bartolini, Direttore dell’Accademia Teatrale di Firenze I Masnadieri segnano anche il debutto di un nuovo ciclo di incontri proposti dal Teatro della Pergola in collaborazione con l’Accademia Teatrale di Firenze alle scuole di teatro del territorio: un percorso di approfondimento durante la stagione attraverso il coinvolgimento e confronto diretto tra allievi e maestri, artisti, registi, attori, aperto anche a tutti gli appassionati di teatro e al pubblico. Il primo appuntamento con i protagonisti de I Masnadieri, venerdì 3 Febbraio ore 18.30, in Sala Grande, l’ingresso è libero, ma è consigliata la prenotazione al n°055/2264312, o con una mail a accoglienza.gruppi@teatrodellapergola.com