Partendo dall’assunto che il jazz non sia solo musica, “ma anche un modo di stare al mondo e di stare con gli altri”, come afferma il trombettista Wynton Marsalis nel libro Come il jazz può cambiarti la vita, prende il via, con il concerto della nuova stella del piano Hiromi, Venerdì 27 gennaio al Teatro Bucci di San Giovanni Valdarno, la 19a edizione del Valdarno Jazz Winter Festival, kermesse jazzistica di prestigio e evento musicale di spicco in Italia. Diretto dal sassofonista toscano Daniele Malvisi e dal contrabbassista emiliano Gianmarco Scaglia, in collaborazione con Eventi Music Pool, e inserito nel Network Sonoro, cartellone che riunisce i festival toscani, il Festival mai come quest’anno cerca di spiegare cosa sia il jazz, proponendo dieci eventi, che si terranno tra Firenze e Arezzo, nei comuni del Valdarno (Terranuova Bracciolini, San Giovanni Valdarno, Montevarchi, Rignano sull’Arno), eventi che indagano questo genere in ogni livello e in varie sfumature, cercando di renderlo accessibile a tutti. Nell’edizione numero 19 non mancano i concerti con nomi importanti della scena jazz internazionale, una costante del festival.
L’apertura del Festival, Venerdì 27 gennaio al Teatro Bucci di San Giovanni Valdarno (Corso Italia, 3) è infatti affidata al concerto della pianista jazz giapponese Hiromi, una delle più talentuose ed eclettiche protagoniste della nuova scena jazz americana. Nelle sue composizioni, per lo più basate sull’improvvisazione, Hiromi trae ispirazione da tutti e da tutto intorno a lei, dalla classica, al pop, al rock, in un fluire che rende la sua musica senza confini (per l’evento, è previsto un bus navetta apposito che collegherà Firenze a San Giovanni Valdarno.
Posto unico non numerato € 22 - di cui € 2,00 per la solidarietà per le vittime del terremoto e dello tzunami in Giappone). In cartellone anche l’ARS3 di Mauro Grossi - Attilio Zanchi - Marco Castiglioni, trio che presenta il nuovo cd Promemoria, un manifesto poetico-politico sulla pace, con brani dal rock al folk, da Morandi a Horace Silver (3 febbraio, ore 21.15, Terranuova Bracciolini, Auditorium Le Fornaci, 10 €), la Lydian Sound Orchestra diretta da Riccardo Brazzale (16 febbraio, ore 21, Rignano sull’Arno, Blackmail Jazz Club, 10 €), il sassofonista newyorkese Nicholas Myers con i giovani talenti toscani Alessandro Lanzoni al piano e Giovanni Paolo Liguori alla batteria (18.2, 21.15, Terranuova Bracciolini, Auditorium Le Fornaci, ingresso libero), le conversazioni musicali di Neri Pollastri, critico di Musica Jazz, che intervista il pianista Danilo Rea, pronto a svelarsi in un evento a metà tra il concerto e un’amabile chiacchierata (19 febbraio, ore 21, Montevarchi, Fabbrica della Conoscenza La Ginestra, € 10) e il progetto del trombettista Giampaolo Casati e degli Unit Five, in cui milita anche il sassofonista Pietro Tonolo (25 febbraio, 21.15, Terranuova Bracciolini, Auditorium Le Fornaci, € 10). Tuttavia, il 19° Valdarno Jazz è anche composto da una serie di eventi, ad ingresso libero, di interplay e valorizzazione della giovane scena musicale jazzistica, soprattutto toscana, che hanno lo scopo di farla interagire con musicisti di maggiore esperienza e di altre regioni, al fine di creare occasioni di conoscenza reciproca e crescita artistica.
È questa la linea guida della jam session iniziale (il 29 gennaio, ore 17) e finale (26 febbraio, ore 17) presso il BlackMail Jazz Club di Rignano sull’Arno, fortemente volute dalla direzione artistica del Festival. Due eventi che vogliono ribadire l’importanza delle jam, incontri di musica improvvisata, che per i jazzisti assumono i toni indistinti di una pratica quasi rituale. Ad accompagnare gli avventori, musicisti del calibro di Simone Graziano e Alessandro Lanzoni al piano. Altro appuntamento significativo per l’interplay, Domenica 5 febbraio ore 17 a Terranuova Bracciolini, è con Emergenti in jazz - il concerto, che, per il secondo anno, darà la possibilità ai giovani jazzisti italiani di talento di esibirsi sul palco dell’Auditorium Le Fornaci.
Questa volta sarà un incontro tra i musicisti del luogo, che da anni si impegnano con successo nello studio di questo genere, e giovani musicisti di Parma, città di origine di Scaglia, il quale, per l’occasione, curerà la sezione ritmica del gruppo, mentre Malvisi curerà la parte solistica con i musicisti toscani emergenti. Tra i musicisti, il pianista Leonardo Caligiuri, il batterista Gregorio Ferrarese, il sassofonista Alberto Mannatrizio, il trombonista Andrea Soldani, il trombettista Cosimo Boni.
Funk, blues e le sofisticate atmosfere del jazz europeo, in un crocevia dalle sonorità fresche ed originali. Un appuntamento necessario e l’occasione per mettere in luce un patrimonio di talenti. Infine, Domenica 12 febbraio ore 17 a La Ginestra di Montevarchi si terrà Il jazz in ognuno di noi, dal sottotitolo Capire il jazz attraverso la vita di tutti i giorni, una serata di letture e musica interpretate dal Valdarno Jazz Ensemble, composto da Daniele Malvisi al sax tenore e soprano, Gianmarco Scaglia al contrabbasso, Fabrizio Mocata al pianoforte e Giovanni Paolo Liguori alla batteria, insieme all’attore Simone Martini, voce recitante.
Al confine tra il concerto, la poesia e il teatro, un excursus che cerca di svelare i segreti del jazz, di questo genere che, nel corso della sua evoluzione, è sempre stato in grado di legare culture e tradizioni popolari tra le più disparate. “Quasi avesse insito nel suo dna una sorta di passepartout, il jazz non ha bisogno di troppe nozioni per essere compreso e condiviso, proprio perché storicamente nasce come necessità comunicativa di popoli che, a parte la propria condizione sociale, non hanno niente in comune.
Ognuno di noi, quindi, porta con sè, in modo più o meno consapevole, il proprio jazz nella vita di tutti i giorni”, dicono Scaglia e Malvisi. Il Festival Valdarno Jazz Festival, evento musicale di spicco dell’area fiorentina e aretina, è inserito nella Guida al Jazz in Italia, e si contraddistingue nel panorama dei festival jazzistici italiani per le direttive portanti, che ne fanno un appuntamento sempre riconoscibile, seguito dalla critica e da un pubblico di appassionati ed esperti: un programma vario, che sfugge alle logiche meramente di mercato, e che alterna ai nomi di spicco del panorama jazzistico internazionale i progetti italiani più creativi, scelti con cura dall’Associazione tra le tante proposte pervenute durante l’anno.
L’asso nella manica del festival è un’attenzione costante verso il territorio, grazie alla fitta rete di collaborazioni con gli enti e le associazioni locali, che ne fa una sorta di contenitore interattivo dove le arti possono compenetrarsi e creare nuove sinergie.