In 7 su 10 usano i mezzi privati per andare al lavoro, ma un terzo di loro è pronto a convertisi al mezzo pubblico con i ticket trasporto che garantirebbero più soldi per i lavoratori e più risorse per il TPL. La ricerca completa presentata domani in un convegno Cisl con Bramerini, Ceccobao, Bonaccorsi, Meucci, Pistonina, Giacomassi. E’ la rapidità l’elemento decisivo nella scelta del mezzo di trasporto per raggiungere il posto di lavoro per oltre la metà (53,9%) dei lavoratori fiorentini; segue, distanziata, la comodità (29,4%).
Per questo 7 su 10 scelgono il mezzo privato. Ben un terzo di quanti usano mezzi propri però sarebbe pronto a convertirsi in tutto (10,3%) o in parte (23,9%) al mezzo pubblico se potesse contare su un ticket mobilità, sul modello dei ticket restaurant; e oltre la metà (54,8%) ritiene utile l’inserimento dei buoni-trasporto nella contrattazione aziendale. A dirlo una ricerca realizzata dalla Cisl di Firenze e dall’associazione Ecologia e Lavoro sulla base di 600 questionari somministrati a un campione di lavoratori fiorentini, con particolare riferimento ad aziende localizzate nella zona nord ovest della città, a rischio di ulteriore congestionamento per effetto dei recenti insediamenti. La ricerca completa sarà presentata domani mattina, giovedì 26 gennaio, nel corso di un convegno a Firenze (Hotel AC Firenze, via Bausi 5, dalle ore 9 – vedi programma allegato), a cui prenderanno parte tra gli altri l’assessore regionale all’ambiente e mobilità Anna Rita Bramerini, l’assessore regionale ai trasporti Luca Ceccobao, il Presidente di Ataf Filippo Bonaccorsi, l’assessore al territorio del comune di Firenze Elisabetta Meucci, il segretario generale della Cisl di Firenze Roberto Pistonina, il segretario confederale della Cisl nazionale Fulvio Giacomassi.
“I risultati di questa ricerca –spiega il segretario generale aggiunto della Cisl di Firenze, Giovanni Ronchi- ci dicono che il ticket trasporto può essere un valido strumento da inserire nella contrattazione aziendale. Il buono-trasporto offre due grandi vantaggi: più soldi in tasca ai lavoratori, senza gravare sulle aziende visto che sono deducibili, e più risorse per il Trasporto pubblico locale in crisi. Per questo contiamo di farne un elemento importante della contrattazione aziendale aziende.” Alcune risultanze dell’indagine: Il 38,9% dei lavoratori intervistati si sposta all’interno dei confini comunali e solo il 16,7% arriva da altre province.
Tra gli altri oltre il 15% arriva da Sesto-Campi-Calenzano, seguono Signa-Lastra a Signa-Scandicci (8,1%), la Val di Sieve (6,1%) e il Mugello (4,2%). La distanza media casa/lavoro è di 19,6 km (circa 40 km quindi per andare e tornare). La metà circa degli intervistati impiega meno di 30 minuti, il 34% dai 30 a 60 minuti, il 12% dai 60 ai 90 minuti; il 3% oltre 90 minuti. Il 73% degli intervistati usa l’automobile per compiere l’intero percorso casa-lavoro o una parte di esso; il 28% si sposta con la moto o il motociclo, il 10,8% con la bicicletta e il 7,7% va a lavorare a piedi.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico, il 19% usa le linee urbane degli autobus, il 18,5% il treno e il 7,5% gli autobus extraurbani. Gli intervistati scelgono il mezzo in primo luogo in base alla rapidità (53,9%), segue la comodità (29,4%) e soltanto al terzo posto l’economicità (26,9%) del mezzo, che è invece il criterio più importante per il 73% di quanti usano i mezzi pubblici. Chi sceglie di muoversi con i mezzi privati dichiara di farlo perché i tempi di percorrenza casa-lavoro con i mezzi pubblici sono troppo lunghi (38,2%) o che sono le attese ad esserlo (37,7%).
Il 26,1% segnala l’eccessiva lontananza o la difficoltà di accesso a fermate e/o stazioni, il 18,8% la necessità di compiere un percorso indiretto per motivi personali o familiari, il 15,3% l’assenza di trasporto pubblico lungo la direttrice casa-lavoro, l’8,5% i mezzi troppo affollati, il 4% il costo elevato del servizio pubblico e il 2,8% gli orari non adeguati. I lavoratori si dicono disposti a usare i mezzi pubblici se il tempo di spostamento fosse più contenuto di quello attuale (41%) e se gli orari dei mezzi coincidessero con gli orari di lavoro (32,2%) L’introduzione del buono trasporto nella contrattazione con le aziende è considerata un’idea utile e interessante da oltre la metà (54,8%) dei lavoratori intervistati.
Che effetto produrrebbe l’introduzione del ticket trasporto su chi usa attualmente mezzi privati ? Il 10,3% di loro afferma che passerebbe aimezzi pubblici tutti i giorni, il 23,9% che aumenterebbe la frequenza di utilizzo, il 20,1% che li utilizzerebbe sporadicamente e solo il 29,9% che continuerebbe a usare sicuramente mezzi propri. Il ticket trasporto: Analogamente al buono pasto viene distribuito dalle organizzazioni pubbliche e private ai propri dipendenti per contribuire in tutto o in parte alle spese di viaggio negli spostamenti casa-lavoro. E’ un buono aziendale di un valore definito con cui è possibile acquistare biglietti e abbonamenti per il trasporto pubblico, biciclette, impianti metano/gpl per auto, corse di taxi e altri beni o servizi di mobilità.
E’ uno strumento ancora poco utilizzato, ma può generare concreti risultati per la riduzione del trasporto privato urbano: se i ticket trasporto avessero la stessa diffusione dei ticket restaurant (quotidianamente sono 2 milioni e mezzo i ticket pasto distribuiti in Italia) avremmo una massa finanziaria rilevante spostata sulla domanda di servizi collettivi di mobilità. Risorse fresche per il TPL in crisi. Grazie al ticket trasporto l’azienda può avere notevoli vantaggi, innanzitutto di immagine, ma dimostrare attenzione per il proprio personale, migliorando il clima aziendale. L’entità del ticket viene stabilita liberamente e per l’azienda rappresenta una spesa deducibile (ai sensi degli artt.
62 e 75 del T.U.I.R.) che non va a formare la base imponibile contributiva aziendale. Per i lavoratori rappresenta un benefit monetario che, non costituendo reddito da lavoro, è esente da oneri fiscali e previdenziali (fino a 258 euro all’anno).