La 'Befanata" di inizio anno non ha contribuito a risolvere il problema, anzi.. Matteo Renzi l'ha definita una 'buffonata' e toni aspri erano stati usati dall'assessore Mattei e dal Partito Democratico per voce di Mecacci che aveva definito i volantini funebri un gesto da 'squadristi'. Dalla protesta dell'Epifania avevano preso distanza anche Cgil e Cisl con un comunicato congiunto. Strappo che resta insanabile anche dopo lo slittamento dello sciopero previsto per oggi ed annullato dal Garante. In corso, in occasione di Pitti, diverse manifestazioni da parte dei dipendenti scaturite dalla riunione del 9 gennaio in azienda, una di queste, i bus 'lumaca' sta mettendo a dura prova il traffico cittadino attorno al nodo della Fortezza da Basso. L'iter per la privatizzazione dell'Azienda ha subito una ulteriore accelerazione con l'approvazione del piano di riorganizzazione da parte del Consiglio direttivo: a votare a favore solo il Comune di Firenze, mentre gli altri partecipanti al tavolo si sono divisi tra contrari ed astenuti, ma tanto è bastato per ottenere la maggioranza e poter procedere sulla linea tracciata dalla delibera approvata il 22 dicembre in Palazzo Vecchio. Si distinguo ha voluto sottolineare la propria posizione il sindaco di Bagno a Ripoli: "La nostra posizione nell'assemblea dei soci di Ataf, condivisa anche dai Sindaci di Impruneta Ida Beneforti e di Vaglia Fabio Pieri, è stata quella di chiedere al Comune di Firenze di anteporre alla votazione sulla privatizzazione la sua partecipazione alla gara regionale sul trasporto pubblico, già richiesta allo stesso Comune di Firenze da tutti i Comuni nella precedente assemblea.
Un elemento questo per noi preliminare alla privatizzazione, e lo diciamo da un punto di vista politico. Per quanto riguarda poi la privatizzazione in sé - spiega Luciano Bartolini - abbiamo espresso un giudizio negativo di merito sul metodo seguito in questo percorso, un metodo su cui non concordiamo e ha portato e porterà a lacerazioni che si sarebbero potute evitare: infatti, a nostro avviso, c'erano le condizioni per giungere a una condivisione della scelta della privatizzazione con una buona parte delle organizzazioni sindacali.
Sarebbe bastato un diverso atteggiamento, che però non c'è stato. Fatte queste premesse politiche, siamo d'accordo con la scelta della privatizzazione dell'Ataf, indispensabile se vogliamo mantenere in piedi l'azienda: i Comuni infatti non sono nelle condizioni di ripianare il deficit del 2011, che si preannuncia di circa 6-7 milioni di euro. Insomma, non ci sono alternative alla privatizzazione, ma al metodo adottato sì: per votare quell'atto, infatti, avremmo anche voluto il consenso del nostro Consiglio Comunale, essendo una decisione importantissima per l'intera Comunità di Bagno a Ripoli.
E l'avremmo portato all'attenzione del Consiglio in pochi giorni. La scelta politica del Comune di Firenze è stata al contrario di andare avanti in ogni caso. E noi non abbiamo partecipato al voto”. "Sia nel merito sia nel metodo noi di Italia dei Valori - spiega Roberto Rizzo, Responsabile Dipartimento Lavoro-Welfare Idv Toscana - siamo assolutamente distanti dalle modalità con cui il sindaco Renzi ha gestito, in modo ricattatorio e marchionnesco, la vicenda della privatizzazione di Ataf e la possibilità di partecipare alla gara unica regionale del TPL.
Niente, infatti, di quanto sta avvenendo in queste ore, sembra teso a modificare nella sostanza il danno, per la città, per l'occupazione e per i cittadini, della totale privatizzazione". "Se prima erano i lavoratori - che oggi manifestano contro la privatizzazione dell'azienda approvata il 22 dicembre scorso a Palazzo Vecchio - e gli utenti a subire queste forzature senza senso, ieri è stata la volta dei Sindaci dei Comuni soci di Ataf, che si sono espressi contro la svendita dell'azienda di trasporto pubblico sia nel metodo sia nel merito della prospettiva futura, lasciando soltanto Firenze sulla posizione della privatizzazione, una posizione che è ormai divenuta una pura e semplice forma ideologica dell'Amministrazione comunale e del Sindaco Matteo Renzi. Per questo, noi di Idv torniamo a chiedere un atto di responsabilità e lungimiranza a Palazzo Vecchio.
Chiediamo concertazione e un piano industriale serio che metta al centro, da un lato, la difesa del servizio pubblico e, dall'altro, i posti di lavoro. La vertenza Ataf, ormai in discussione da gennaio 2010, ci ha infatti da sempre visti protagonisti nel chiedere a gran voce che si procedesse a una discussione e ad un confronto con le organizzazioni sindacali e la Rsu che, in veste di rappresentanti dei lavoratori, non erano stati coinvolti dall'Amministrazione comunale e dall'Azienda nel confronto previsto dal contratto nazionale e dagli accordi vigenti nell'ambito delle relazioni sindacali.
Per ottenere questo doveroso passaggio, come Italia dei Valori, abbiamo sempre sostenuto gli scioperi dei lavoratori (lo sciopero è da sempre una rimessa salariale per i lavoratori e non un vezzo) affinché si aprisse un tavolo di concertazione serio, dove l'azienda presentasse un piano industriale sul quale le parti potessero misurarsi al fine di arrivare a individuare un percorso a salvaguardia del trasporto pubblico legato alla non svendita di Ataf, bensì in un ottica di ottimizzazione del servizio e di sinergie organizzative che successivamente portato alla partecipazione alla gara unica regionale sul TPL.
Invece, in tutti i tavoli di confronto fra azienda e sindacati, si è assistito sempre e solo a una assenza di politica industriale, a impostazioni prive di ogni logica di concertazione e a continui cambiamenti: ogni azione dell'Amministrazione e dell'azienda è andata in direzione della svendita, mai in difesa di Ataf, del servizio pubblico e dei lavoratori. La posizione di Italia dei Valori è stata fin qui chiara e precisa: no deciso alla privatizzazione, ma difesa del servizio pubblico e dei lavoratori.
Continueremo a batterci affinché siano tutelati i diritti e la dignità dei lavoratori, le esigenze dell'utenza e non sia calpesta d'imperio la volontà di ventisette milioni di cittadini italiani"