Stangata Imu su migliaia di imprese agricole toscane. E Coldiretti scrive ai sindaci per chiedere di dimezzare l’aliquota per fabbricati rurali e terreni agricoli. “Non di essere esentati – precisa Tulio Marcelli, Presidente Regionale Coldiretti – ma di applicare un’imposta equa. L’Imu va pagata sulle case e sui fabbricati ad uso abitativo, ma non su stalle, fienili, rimesse e cantine. Anche noi vogliamo fare la nostra parte per aiutare il paese in un momento di profonda difficoltà ma un’imposta con queste caratteristiche rischia di provocare un danno dagli imprevedibili effetti sulle campagne”.
Precisazione doverosa in vista delle azioni che Coldiretti – condivise con le altre organizzazioni - sta portando avanti in tutta la Regione. Dopo aver incontrato e trovato l’appoggio del Governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi che si è impegnato a scrivere al Ministro per le Politiche Agricole, Mario Catania, e al presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, Coldiretti è pronta ora ad incontrare e sensibilizzare tutti i sindaci della Toscana. Dal comune più piccole al più grande.
L’Imposta Municipale Unica varata dal Governo nell’ambito del decreto “Salva Vita” rischia seriamente di rivelarsi un colpo di grazia per le già fragili economie agricole e per le campagne toscane che hanno eletto l’immagine del casolare immerso nel verde tra i cipressi cartolina internazionale del Made in Tuscany. L’Imu colpirà anche quel casolare, e non soltanto tutti i fabbricati rurali, tra l’altro fino ad oggi esentati, ma anche i fabbricati ad uso strumentale senza distinzione alcuna.
In pratica gli agricoltori potrebbero essere costretti a pagare l’Imu anche su stalle, fienili, magazzini per attrezzi, granai, cantine e pollai. Stando ad una simulazione di Coldiretti l’imposta unica produrrà un incremento fiscale per le aziende agricole tra il 50% ed il 150%. Tradotto in euro: da alcune centinaia di euro a diverse migliaia di euro a secondo naturalmente dei volumi, della loro ubicazione e dell’utilizzo. Inevitabili le ripercussioni nelle campagne toscane dove gli agricoltori hanno già manifestato più di un malumore; qualcuno ha anche azzardato l’ipotesi di demolire i fabbricati ad uso strumentale piuttosto che essere costretto a pagare la “patrimoniale agricola” come è stata ribattezzata.
“Si va a colpire anche gli immobili per lo svolgimento dell’attività agricola – sottolinea ancora Marcelli – tutti quei mezzi di produzione necessari per l’impresa agricola”. Chiara la distinzione che Coldiretti vuole fare emergere: una cosa è un terreno agricolo utilizzato a fini agricoli, un’altra cosa è un terreno utilizzato a fini speculativi o hobbistici come evidenziato anche nella lettera che accompagnerà l’incontro con i primi cittadini. “Questa riforma fiscale – analizza Marcelli – conferisce alle amministrazione comunali la facoltà di dimezzare l’aliquota prevista per i fabbricati rurali e di ridurre sensibilmente l’aliquota prevista per i terreni agricoli.
Nelle loro mani è stato messo una buona fetta del destino dell’agricoltura del loro territorio. Non stiamo chiedendo di essere esentati, ne tanto meno un atto di bontà – conclude Marcelli – stiamo chiedendo un atto di buonsenso in difesa di tutto ciò che l’agricoltura rappresenta e produce per il nostro territorio”.