A cinquant’anni dal processo di Gerusalemme che vide sul banco degli imputati il gerarca nazista organizzatore delle deportazioni degli Ebrei da tutta Europa, arriva a Firenze la mostra storico – documentaria 'Il processo – Adolf Eichmann a giudizio 1961-2011'. La mostra – proposta nella versione in italiano e inglese – apre le iniziative 2012 del 'Giorno della Memoria' organizzate da Regione Toscana. Dopo una permanenza di diversi mesi a Berlino e Vienna, la mostra viene ora presentata, in anteprima nazionale, nel capoluogo toscano dove è stata inaugurata oggi, 23 gennaio, alle 12 al Suc (Spazi Urbani Contemporanei) nell'ex carcere delle Murate, messo a disposizione dal Comune di Firenze, alla presenza dell'assessore alla Cultura della Regione Toscana, Cristina Scaletti, del presidente della Fondazione Marco Romagnoli, della direttrice della Fondazione Camilla Brunelli, Adam Kerpel-Fronius del Memoriale per gli Ebrei assassinati d'Europa e di Klaus Hesse della Topografia del Terrore di Berlino.
“È per noi grande soddisfazione aver curato per la Regione Toscana, nel Giorno della Memoria 2012, l’edizione italiana della mostra – ha dichiarato Marco Romagnoli, Presidente della Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato - allestita per la prima volta in Italia e di respiro internazionale. Da dieci anni esatti esiste a Prato il Museo della Deportazione, che continua a tener viva la memoria di quanto accadde nei campi di concentramento e di sterminio nazisti. Siamo consapevoli della necessità di non abbassare la guardia ed è un’esigenza anche dei nostri giorni far conoscere a giovani e meno giovani i meccanismi che circa settant’anni fa portarono all’avvento e ai crimini del nazifascismo”.
“La mostra – ha detto l'assessore alla Cultura della Regione Toscana Cristina Scaletti -, dal grande valore storico e monumentale, ci offre una riflessione di dirompente attualità sui meccanismi che generano il male, sui modi di prevenirli e di combatterli. Prendere coscienza del rischio degenerativo della nostra civiltà è un compito arduo, ma necessario, direi vitale. Un processo che deve assolutamente coinvolgere le istituzioni e i cittadini, perchè amnistia non vuol dire amnesia. Tutti dobbiamo essere responsabili”.
La mostra è arricchita da una sezione dedicata alla Shoah italiana e alla documentazione inedita della ricezione dell'evento sulla stampa nazionale dell'epoca, a cura di Valeria Galimi. In più per la prima volta è visibile la testimonianza integrale dell'unica testimone italiana al processo, Hulda Campagnano di Firenze. “Rapporti pluriennali con istituzioni berlinesi che da anni operano nell’ambito della memoria dei crimini del nazismo, ci hanno permesso di portare (da un’idea di Ugo Caffaz) la mostra sul processo Eichmann a Firenze – sottolinea Camilla Brunelli, Direttrice della Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato - , qui arricchita da una sezione inedita sulla ricezione del processo in Italia.
La mostra visitata a Berlino e Vienna da migliaia di persone, può indurre ancora oggi a riflessioni profonde di natura storica, filosofica, etica e giuridica intorno al tema della colpa e delle responsabilità dei singoli, nel sistema di potere nazista”. La mostra è stata realizzata nell'aprile del 2011 in versione bilingue - tedesca ed inglese -, in cooperazione con le massime istituzioni berlinesi che operano sul tema della memoria e cioè la Fondazione Topografia del Terrore, la Fondazione Memoriale per gli Ebrei assassinati d'Europa e il Memoriale Villa della conferenza di Wannsee e a cura degli storici Ulrich Baumann e Lisa Hauff.
L'edizione italiana è curata dalla Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza di Prato (cura e coordinamento generale della direttrice Camilla Brunelli). Il processo viene ricordato con eventi e mostre anche a Washington, Parigi e Gerusalemme. La mostra mette in rilievo entrambi gli aspetti emersi nel processo: la forza delle testimonianze dei superstiti e la strategia difensiva del criminale nazista ed incentrata sui filmati originali del processo, presentati in apposite postazioni multimediali, in una drammatica contrapposizione accusa-difesa. Sono inoltre esposti testi, foto e documenti che delineano la biografia 'ragionata' di Adolf Eichmann, la situazione di alcune comunità ebraiche in Europa prima e dopo la Shoah, i vari aspetti giuridici precedenti e intorno al processo di Gerusalemme, la famosa interpretazione sulla 'banalità del male' che ne dette la filosofa Hannah Arendt nonché la ricezione del processo sui media internazionali.
Direttore del “Dipartimento Affari Ebraici IV B4” delle SS ed “efficiente” organizzatore dei trasporti ai campi di sterminio, Adolf Eichmann fu condannato a morte e impiccato, nel carcere di Ramla in Israele, il 31 maggio 1962. “Per la nostra Fondazione, co-promotrice della mostra di Berlino, è stato di straordinaria importanza contrapporre al criminale nazista Adolf Eichmann il punto di vista delle vittime – sottolinea Adam Kerpel-Fronius della Fondazione Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa di Berlino -.
Fu infatti durante il processo Eichmann del 1961 che i sopravvissuti alla Shoah presero la parola per la prima volta davanti all’opinione pubblica mondiale. Siamo grati alla Regione Toscana e alla Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato di aver realizzato l’edizione italiana della mostra e di aver aggiunto la parte sulla ricezione del processo in Italia”. “Sull’area nel centro di Berlino conosciuta oggi come 'Topografia del Terrore' ebbe sede l’Ufficio Centrale per la Sicurezza del Reich delle SS Himmler, Heydrich ed Eichmann, quest’ultimo direttore del ‘Dipartimento Affari Ebraici’- ha detto Klaus Hesse della Fondazione Topografia del Terrore di Berlino -.
A cinquant’anni dal processo Eichmann, celebrato a Gerusalemme nel 1961, la nostra Fondazione ha sentito la necessità di ricordare con una mostra – ora proposta a Firenze - il processo e quindi i crimini di Eichmann e di farlo proprio in questo luogo storico di Berlino in cui operarono gli autori dello sterminio nazista”. Nel pomeriggio di lunedì 23 gennaio all’auditorium di Sant’Apollonia (in via San Gallo, 25 a Firenze ore 15:00) si è tenuto anche un seminario di studio (“A cinquant’anni dal processo Eichmann”).
Dopo gli interventi di Camilla Brunelli, Klaus Hesse e Adam Kerpel-Fronius sulla “Genesi della mostra” e la relazione di Valeria Galimi sulla ricezione del processo Eichmann in Italia si è tenuta una tavola rotonda (“Processare il male: il processo Eichmann cinquant’anni dopo”) presieduta da Alberto Tonini (Forum per i problemi della pace e della guerra) con Paolo Costa, Anna Foa, Gabriel Levi, Adriano Sofri, Massimo Toschi. Il processo ebbe nel 1961 una straordinaria risonanza mediatica internazionale, l'attenzione dell'opinione pubblica non fu catturata soltanto dalla figura di uno dei maggiori responsabili della Shoah ma si focalizzò per la prima volta sui racconti delle vittime sopravvissute.
Sarà visibile dal 23 gennaio al 18 febbraio, tutti i giorni dalle 12 alle 24. Saranno possibili su prenotazione visite guidate per le scuole al mattino nei giorni feriali. La mostra in numeri:
140 metri quadrati 70 fotografie 5 documenti 20 articoli di giornale stranieri 15 video delle deposizioni dei testimoni 13 video della deposizione di Eichmannaudio dell'intervista di Willem Sassen a Eichmann audio con la lettura della deposizione integrale di Hulda Campagnano Oltre a questi, rispetto alla mostra di Berlino, ci sono anche 11 foto, 5 documenti, 9 articoli di giornali nazionali dell'epoca relativi alla parte italiana.