“Ora sappiamo tutti che il no di Renzi alla pista obliqua non era giustificato da ragioni tecniche, come ci era stato detto finora, ma dal pagamento di un indennizzo 30 milioni da parte del Comune. Ma perché allora devono pagare il prezzo della pista parallela i cittadini della Piana?” Il Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, prende spunto dall’intervista concessa dal sindaco al quotidiano il Tirreno per rispondere su tre punti alle dichiarazioni di Renzi. “Le dichiarazioni del sindaco di Firenze fanno finalmente chiarezza nella discussione sull’orientamento della pista: il Comune non la vuole realizzare obliqua perché finirebbe su terreni vincolati a concessioni edilizie dalla precedente amministrazione, che non aveva nei suoi piani l’ampliamento della pista aeroportuale.
Ora Renzi vuole ampliare il Vespucci, ma, lo ha detto chiaramente nell’intervista al Tirreno, piuttosto che pagare 30 milioni di penale ai concessionari di quei terreni con la pista obliqua, insiste nel voler realizzare la pista parallela, che invece ricadrebbe principalmente sul territorio di Sesto Fiorentino. Una scelta che comporterebbe la distruzione del progetto di Parco della Piana, ovvero dell’elemento di mitigazione ambientale imprescindibile per la salute degli abitanti della zona”. “La funzionalità, i venti, il metraggio minimo, sono tutti paraventi per nascondere la verità – spiega Barducci - L’eventuale pista parallela risponde a motivazioni meramente economiche, ma io non sono disposto a barattare la salute degli abitanti della piana con 30 milioni di euro”. “Occorre poi fare chiarezza su altri due punti – aggiunge il Presidente della Provincia – Prima di tutto non è vero che il sindaco di Firenze abbia dato il via per la realizzazione del termovalorizzatore di Casa Passerini, proposto nel 2002 dai sindaci di Sesto, Campi e Calenzano, recepito nel 2006 nel piano provinciale dei rifiuti e confermato nel 2011 nel piano interprovinciale della Toscana Centrale.
Ma soprattutto non è assolutamente vero che verranno smaltiti nel nostro impianto anche i rifiuti provenienti da altri territori non compresi nel piano interprovinciale firmato recentemente dal sottoscritto”. “Infine la questione del depuratore: il primo lotto per l’impianto di San Colombano, di cui Renzi si prende il merito nell’intervista - fu iniziato dalla giunta Primicerio, assessore regionale Tito Barbini, e inaugurato nel novembre del 1998 con l’allora Presidente della Regione Vannino Chiti, gli assessori regionali Barbini e Del Lungo e i sindaci Barducci, Doddoli, Bambagioni, Moscardini, Braschi e naturalmente Primicerio.
Ecco, non mi sembrerebbe corretto dire che gli altri, prima degli attuali amministratori, non avevano fatto niente per depurare le acque”.