Il primo giorno di caccia è costato caro a due bracconieri che si erano appostati nelle prime ore di domenica pomeriggio nel fosso di Leccio vicino a Legri nel comune di Calenzano. Cinque ripetuti spari uditi nelle immediate vicinanze della Zona di ripopolamento e cattura di Doccia, hanno insospettito una persona che ha subito pensato a colpi esplosi contro animali ungulati, ai quali in questo periodo non è consentita la caccia.
“L’immediata segnalazione al Comando della Polizia provinciale ha permesso l’intervento urgente delle pattuglie che si trovavano sul territorio a procedere agli accertamenti antibracconaggio”, spiega l’ispettore Alessandro Quercioli.
Predisposto un accurato appostamento sul luogo dal personale della Polizia provinciale con l’ausilio degli agenti di Vigilanza venatoria volontaria del Coordinamento provinciale di Firenze che stavano collaborando sul territorio calenzanese. Sono state individuate due persone dedite al bracconaggio, abilmente attrezzate con sacchi di juta e nylon e con auto fuoristrada furtivamente nascosta in un viottolo del bosco.
L’operazione è scattata quando le due persone sono partite a bordo del veicolo che è stato bloccato dopo poche decine di metri dal luogo del parcheggio.
Sul pianale del mezzo sono state riscontrate copiose tracce di sangue fresco, troppo abbondanti per essere di una lepre che i due bracconieri sostenevano di aver ucciso legalmente nelle ore del mattino durante l’esercizio della caccia.
Il sopralluogo effettuato, sul luogo dove era parcheggiato il fuoristrada ha dato esito positivo. Gli agenti hanno accertato una grossa macchia di sangue sul terreno e tracce di trascinamento con fuoriuscita di sangue lungo un viottolo del bosco dove, a circa 20 metri, è stato rinvenuto un bellissimo esemplare di daino maschio, di circa 60/70 Kg.
ucciso, eviscerato, con la testa mozzata e il tutto racchiuso in sacchi di juta e nailon.
L’evidenza dei fatti ha desistito le due persone dal negare l’evidenza. Spontaneamente hanno confermato di aver ucciso l’animale con colpi di fucile a munizione spezzata e sezionare la carcassa per il trasporto presso la propria abitazione.
Il daino, le armi e le munizioni sono stati sottoposti a sequestro penale. La competenza è dell’Autorità giudiziaria di Prato. Ai due è stata contestato anche una sanzione amministrativa di 2000 euro ciascuno per la violazione al regolamento regionale sulla caccia agli ungulati.