Lo Scolmatore d'Arno è un'opera strategica per la riduzione del rischio idraulico nel bacino dell'Arno ed in particolare per la difesa della città di Pisa e l'area urbana limitrofa. Entrato in funzione 13 volte e che l'ultima attivazione risale all'evento del 2010. L'evento più gravoso è stato quello del 1992 con derivazione dall'Arno di circa 900 mc/sec. Non a caso l'opera fu inserita nell'Accordo di programma del 2005 sottoscritto dall'allora Ministro dell'Ambiente, dal Presidente della regione Toscana e dal segretario dell'Autorità di bacino dell'Arno con un immediato stanziamento da parte dello Stato di 22 Milioni di Euro. A seguito di tale Accordo furono poi sottoscritte le relative intese istituzionali attuative tra i soggetti competenti (Autorità di bacino, Regione Toscana, Provincia di Pisa) per definire lo sviluppo progettuale dell'opera di difesa idraulica e inserire ulteriori interventi funzionali alla navigabilità del canale. A seguito di un sensibile ridimensionamento delle risorse regionali, l'attuale disponibilità è pari a 51 M/Euro e in conseguenza di ciò la provincia di Pisa individuata dalla regione come soggetto attuatore dell'intervento, ha elaborato una nuova proposta progettuale che rappresenta un primo stralcio funzionale al ripristino dell'efficienza idraulica dello Scolmatore ancorché non ancora risolutivo. A tale proposito, l'Autorità di bacino, con le indicazioni tecniche elaborate e approvate dal Comitato tecnico della stessa nella seduta del 26 ottobre 2011 e parte integrante dell'Accordo oggi sottoscritto, ha evidenziato come l'attuale progetto che garantisce lo smaltimento di circa 900/1000 mc/ sec rispetto agli attuali 500 necessiti di una seconda urgente fase di intervento al fine di portare la capacità dello scolmatore quantomeno a 1400 mc/ sec, anche in considerazione del fatto che il PAI attuale assume già come condizione esistente l'efficacia dello scolmatore a 1400 mc/ sec. “La sottoscrizione – dichiara Gaia Checcucci Segretario generale dell'Autorità di baicno dell'Arno - di oggi è importante perché dopo 6 anni dall'Accordo del 2005 consente di dare l'avvio alla prima parte di un intervento strategico per il nostro bacino.
Considerato l'allungamento dei tempi originariamente immaginati per la realizzazione dell'opera e il nuovo cronoprogramma che prevede il collaudo dell'opera a metà del 2016, l'impegno che dovrà essere garantito da parte del soggetto realizzatore è quello di rispettare rigorosamente la tempistica. L'autorità di bacino conferma la piena disponibilità a collaborare e fornire il proprio supporto come sin qui fatto, non rinunciando a quell'attività di impulso e vigilanza che l'Accordo del 2005 ci attribuisce, affinché si sostanzi nei fatti quella strategicità che tutti riconosciamo allo scolmatore”.