La manovra “Salva-Italia” sta affossando l’agricoltura, anche quella toscana. Forte preoccupazione, ha espresso la Giunta della Cia Toscana, che ha approvato un proprio ordine del giorno, e che lancia un appello al Governo: serve una correzione degli squilibri e delle iniquità, attraverso modifiche sostanziali su IMU, contributi previdenziali, aree svantaggiate e accise sui carburanti. E poi l’inserimento nel pacchetto di misure per la crescita, con interventi di sostegno specifico per il settore agricolo, attraverso interventi di promozione delle filiere agro-alimentari, investimenti in infrastrutture essenziali per le aree rurali, misure di semplificazione ed altri interventi a costo zero. E’ in sintesi quello che chiede la Cia Toscana al Governo riguardo alla “Manovra Salva Italia”.
Solo con l’Imu un’azienda agricola toscana di venti ettari, in una zona “normale” nel 2012 passerà a dover pagare anziché 22 euro per i terreni, come avvenuto fino ad oggi, ma ben 4.337 euro. Oltre agli aumenti della accise sul gasolio (aggravio di oltre 400 euro) e dei contributi previdenziali (almeno 500 euro in più), per un totale di oltre 5.200 euro per azienda. Un aumento del genere non farà altro che diminuire la competitività, aumentare i costi di produzione e quindi di diminuire il reddito degli agricoltori.
«Sappiamo che il momento è drammatico per tutti – commenta Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana - ma ribadiamo la nostra contrarietà alle misure adottate dal Governo; l’agricoltura rappresenta un fattore chiave dello sviluppo, la cui importanza va ben oltre la percentuale del PIL: in termini di approvvigionamento alimentare, di presidio del territorio e difesa del suolo, di immagine produttiva e paesaggistica del nostro paese nel mondo. Chiediamo al Governo Monti l’attivazione immediata di un tavolo per correggere – con il decreto Milleproroghe o con gli interventi per lo sviluppo - gli aspetti più critici e devastanti della manovra, esprimendo in particolare un giudizio di scarsa equità e l’allarme per il potenziale effetto dirompente di alcune misure». L’Imu (Imposta Municipale Unica o Propria) indiscriminata a tutti gli immobili (terreni e fabbricati) è – secondo la Cia Toscana – iniqua ed inaccettabile, perché non riconosce la ruralità dei beni strumentali indispensabili al servizio e per lo svolgimento dell’attività agricola.«I fabbricati abitativi utilizzati dai componenti del nucleo familiare – aggiunge Pascucci – devono essere considerati a tutti gli effetti come abitazioni principali.
Molti fabbricati rurali dismessi restano inutilizzati proprio perché non sono convertibili ad altre destinazioni. E poi consideriamo che anche le cubature dei fabbricati rurali sono generalmente funzionali ad attività che non generano reddito o rendite». Contributi previdenziali - Sui contributi previdenziali il previsto aumento delle aliquote contributive a carico dei lavoratori autonomi risulta pesante e difficilmente sostenibile. La Cia ne chiede un riordino che sia accompagnato con misure concrete per una riduzione dei costi di produzione. Aree svantaggiate - Assolutamente insostenibile, iniqua e potenzialmente devastante per il territorio appare, in tale contesto, l’eliminazione di alcune agevolazioni riservate ad aree montane e svantaggiate, come quelle relative all’aliquota dei contributi previdenziali:«Ad esempio – continua Pascucci - la redditività delle attività agricole nelle aree marginali è nettamente inferiore a quella della pianura; il mantenimento delle attività agricole, zootecniche e forestali in tali aree rappresenta un servizio alla collettività, l’elemento basilare per la manutenzione del territorio, un fattore essenziale di coesione sociale; le conseguenze tragiche dell’abbandono della montagna, in Lunigiana come in Liguria, sono davanti ai nostri occhi». Accise sui carburanti - L’aumento delle accise ed il conseguente aumento generalizzato del costo dei carburanti, ed in particolare del gasolio – sottolinea la Cia Toscana -, rappresenta un colpo durissimo per l’agricoltura: il costo dei carburanti incide pesantemente sul bilancio delle imprese agricole, in particolare per alcuni settori i produzione (ortofrutta, floricoltura e vivaismo). «A fronte di tutto questo – conclude Pascucci – mancano misure per la crescita, mentre a livello europeo si prefigurano tagli dalla Pac.
Vanno definite anche per l’agricoltura misure di sostegno alle imprese, superando l’esclusione del settore dalle misure per la crescita adottate con la manovra. Occorre approvare rapidamente il pacchetto di riforme a costo zero presentato al Governo dalle organizzazioni. Chiediamo alla Regione Toscana di sostenere, nel confronto istituzionale con il Governo, le ragioni e le proposte del mondo agricolo, ed un impegno a dare priorità, nelle proprie strategie di intervento per le aree rurali, ai settori ed alle aree che rischiano di essere maggiormente penalizzate dalla manovra.
Mentre al sistema degli Enti locali chiediamo di agire, concertando l’applicazione di tali provvedimenti con le organizzazioni agricole a livello territoriale, affinché le misure della manovra, partendo dall’Imu, non penalizzino ulteriormente le aziende agricole». Simulazione conseguenze Imu su azienda agricola toscana L’azienda agricola si trova in una zona normale, ha 20 ettari, cerealicola (11ha), vitivinicola (6 ha), olivicola (3 ha). Due abitazioni, una per la famiglia dell'imprenditore coltivatore diretto e coniuge coltivatrice diretta, ed una per il figlio coltivatore diretto 20 anni di età nel 2012.
Un piccolo magazzino (C2), una cantina (C6), due immobili per rimessa attrezzi e fienile (D10). Terza fascia contributiva Inps. 2011: ha pagato 22 euro per i terreni 2012: Imposta municipale propria (ex ICI) dovuta per il 2012: euro 167 per l'abitazione dell'imprenditore; euro 185 per l'abitazione del figlio; euro 450 per il magazzino; euro 1685 per la cantina; euro 749 per la rimessa attrezzi ed il fienile euro 1.101 per il terreno. Totale 4.337 euro.